Ti prendo e ti porto via
Letteratura italiana
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Girotondo di paese
Romanzo molto italiano, ambientato in un paesino toscano immaginario ma realistico. Al centro della trama ci sono vari episodi di bullismo, con tutto il conseguente sviluppo delle conseguenti reazioni emotive, sociali ed anche fisiche. Mi ha disturbato l’eccessiva volgarità del racconto. Sembra che ogni personaggio ce la metta tutta per essere peggiore di un altro. Ed in una buona regia narrativa questo, secondo me, non va bene. L’intento non dovrebbe essere stupire, o provocare. Ma sensibilizzare. Per far capire. E’ un vero peccato perché nel racconto si trovano anche piccole perle incastonate, come per esempio una magistrale descrizione di che cosa significa vivere uno stato d’ansia. Peccato perché queste perle vengono proprio offuscate dalla brutalità di tutto il resto del racconto.
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VIA DAL PROPRIO DESTINO
Ischiano Scalo, piccolo paese di una provincia che potrebbe essere qualsiasi, è il centro di questo bel romanzo. Vero e crudele come la realtà dei protagonisti, il lavoro di Ammaniti sa cogliere e riportare in pieno i sentimenti di Pietro e Graziano, attori principali delle vicende che con maestria l’ autore interseca a suo piacimento, fondendo ed intrecciando quello che sarebbe altrimenti solo parallelo. Mescola e scontra vari personaggi con ottima abilità lasciandone altri di sottofondo funzionali al risalto dei principali.
Un’ antologia dei vinti. Ciascuno in fine rassegnato al proprio destino. Dove dietro la cattiveria si cela il dolore o dove dietro di essa c’ è la semplice e, frustrante per chi la subisce, ignoranza.
Ognuno occupato dai propri pensieri ed avvinghiato ad essi alla perenne ricerca di qualcosa, qualcosa di fuggevole e contro natura. Troppo arduo combattere il proprio destino; ammirevole ed utopico ma spropositatamente difficile così da ridurre e condurre a rassegnazione l’ unico mezzo per continuare.
Nessuno scappa e nessuno fugge. Ti prendo e ti porto via, un titolo che sembra prendersi gioco dei protagonisti schiavi dei propri pesi. Perché la forza ed il coraggio sono cardine del libro che fa dei propri protagonisti, magnificamente giostrati, vittime e carnefici a seconda dei punti di vista ma che alla fine non possono appunto che soccombere al proprio destino.
Rabbia ed amore poi, sentimenti potenti, presenti sempre e comunque in questo libro, spesso repressi o celati ma sempre incombenti sui personaggi, fine e mezzo delle azioni dei protagonisti, legano indissolubilmente tutta la trama.
Ti prendo e ti porto via. Magari!
Veramente un' ottima lettura. Assolutamente consigliato.
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Incontri, scontri, la vita che passa...
Pietro e Gloria sono l’uno l’esatto opposto dell’altra. Compagni di classe in un paesino italiano dal nome Ischiano Scalo, il giovane è timido, impacciato e riservato, la ragazza raggiante, bella e impavida.
A questi si affianca Graziano che dopo anni di lontananza torna al paese natale, il medesimo dei suddetti. Si avvicina pian piano a Flora, insegnante degli adolescenti e fortemente provata dalla sua condizione, per anni ha infatti sacrificato la sua vita in funzione della madre malata, le ha prestato tutte le attenzioni e cure possibili trascurando però così la sua evoluzione, la sfera affettiva, tutto quel che una ragazza nel fiore degli anni aveva da offrire al mondo.
Come proprio di Ammaniti le tematiche trattate sono molteplici e spaziano tra quelle più care all’autore in ciascuna delle sue opere a quelle meno “gettonate”, sicuramente però in questo elaborato il sentimento predominante è quello dell’amore, un’emozione vissuta in modo diverso da ciascuna delle due coppie protagoniste. Se infatti per Gloria è Pietro è un qualcosa di sottile, di indefinito, capace di far sognare ed esistente sulla falsa riga del confine con l’amicizia, per Graziano e Flora è un qualcosa da vivere con attenzione, con precauzione in virtù di un passato che non lascia, di ferite non rimarginate, di esistenze troppo diverse ed inconciliabili.
Stilisticamente parlando il testo è caratterizzato da un linguaggio rude che nulla risparmia a chi legge e dove le voci narranti si alternano così come la forma utilizzata per comunicare, esprimere, esternare. Si passa dall’esposizione adolescenziale di Pietro a quella più adulta di Graziano tra un intreccio e l’altro di storie parallele che talvolta sono fuorvianti, superflue, eccessive. Questo in parte rallenta lo scorrimento del romanzo, elaborato che riaccellera nuovamente sul finale quando i due protagonisti maschili si incontrano e scontrano con un epilogo forse inaspettato, forse eccessivo, forse semplicemente inevitabile.
Tra tutte le pubblicazioni dello scrittore devo riconoscere che “Ti prendo e ti porto via” non è stata quella che maggiormente mi ha convinta. Indubbio ne è il valore, ma pagina dopo pagina, un senso di deja-vu ha albeggiato costantemente nella mia mente (e considerate che al tempo avevo letto si e no un paio di libri di questo), tanto che a tutt’oggi che sono passati quasi dieci anni dalla prima lettura, ne ho ancora vivo il sentore.
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Spettacolare!
Il miglior Ammaniti di sempre! un romanzo intenso, a tratti grottesco ma allo stesso tempo reale. leggendo pagina per pagina ci si immedesima in Pietro, ora in Flora ed ora in Graziano, rendendo tutti i protagonisti degli spettacolari attori di questa storia. ma oltre ai caratteri dei personaggi e alle loro relazioni è da sottolineare l'ambientazione. mentre si legge sembra veramente di sentire il frinire delle cicale in una giornata afosa d'estate, e sembra veramente di respirare la polvere che si solleva al passaggio delle automobili lungo la statale che raggiunge, tocca ed abbandona Ischiano Scalo.
Tra tutti spicca il piccolo Pietro, indifeso, vesseggiato ma allo stesso tempo forte e coraggioso, che con le sue gesta diventa l'eroe sfortunato di questa commedia.
ottima scrittura, ottimi contenuti, insomma... SPETTACOLARE!
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Le cose passano sempre, come in un fiume
Pietro e Gloria, due ragazzini compagni di classe alle scuole medie, vivono in un paesino immaginario della Maremma Toscana (come mi è stato fatto correttamente notare nei commenti. Non so perché avessi scritto “Sud Italia”). Lui è timido, impacciato e con una famiglia problematica. Lei è bella, ricca e spigliata.
Graziano è un ex donnaiolo, un eterno Peter Pan che ha superato i quarant’anni e dopo tanto tempo decide di ritornare al paese natale.
Lo stesso di Pietro e Gloria. E di Flora, insegnante di Pietro che ha sacrificato se stessa per dedicarsi alle cure della madre malata e che attira ben presto l’attenzione di Graziano.
Il romanzo inizia con la bocciatura di Pietro e con un successivo flashback di sei mesi da cui si muovono le vicende dei quattro personaggi più importanti, attorno ai quali Ammaniti muove una schiera di macchiette tragicomiche ed ottimamente caratterizzate.
Uno dei temi principali del libro è l’amore. E due infatti sono gli intrecci sentimentali che fanno da motore all’intera vicenda.
Il primo, tra Pietro e Gloria, è qualcosa di nuovo e indefinito, al confine tra amicizia e cotta pre-adolescenziale, da sognare intensamente senza porsi troppe domande.
Il secondo, tra gli adulti Graziano e Flora, ha come nemici principali il passato e le abitudini, protratte per anni, di due stili di vita opposti.
E in mezzo a questi due intrecci principali, una serie di storie, digressioni, destini beffardi, amare verità, personaggi minori, eventi bizzarri, con il solito Ammaniti che è maestro di uno stile grottesco, ricco di descrizioni tanto realistiche quanto crude che mirano a destabilizzare il lettore per poi renderlo irrimediabilmente partecipe.
È un romanzo agrodolce, denso di sfumature malinconiche, tenero, spietato e assurdo al tempo stesso. Si può sfuggire al proprio destino?
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coinvolGente
E’ un fiume in piena… paralleli scendono gli affluenti che convogliano l’acqua in turbinio di danze, schizzi, onde, correnti che ti portano via fino all’ultima goccia d’inchiostro che non vorresti mai che arrivasse.
Cosa fai una recensione dopo 10 anni che esce il libro? Il blog è il mio e faccio quello che voglio… comunque si, sono 10 anni che Niccolo Ammanniti ha scritto Ti prendo e ti porto via [Mondadori 2004] e io l’ho letto solo in questi giorni grazie all’amica Fra, che di lavoro fa proprio l’insegnante ma nulla a che vedere con la Palmieri!
Il libro è un capolavoro a tutto tondo e apre vero una serie di riflessioni, sempre con il sorriso sulle labbra, che, però, con il sorridere hanno poco a che fare.
La vita di Pietro Moroni è il fulcro al quale si legano le altre esistenze che abitano Ischiano Marino. Pietro lo studente, il playboy Graziano, la Professoressa Palmieri e tutti i personaggi minori formano una cornice che rende, la vicenda umana del personaggio principale, un crocevia da dove di passa, si parte e si arriva… proprio come una stazione!
Il realismo di Ammanniti ci porta a vivere le esperienze del libro come se fossero famigliari, anche perché sono esperienze di umanità che abbiamo vissuto senz’altro se non in prima almeno in terza persona!
Si aprono molte porte e se ne chiudono poche! Si può trovare, tra le righe, la crisi della famiglia, quella della scuola come “luogo” dell’educazione, quella dell’adulto… e tutte queste crisi vengono come sgranocchiate da episodi che fanno da impalcatura strutturale a questa crisi. Ma al termine non vengono date né risposte né tanto meno soluzioni… solo il chiudersi di una storia con l’invito di Pietro verso la sua amica Gloria che è sintesi di fuga, sempre e per sempre… “Preparati perché quando passo a Bologna ti prendo e ti porto via!”
PS: se sei arrivato fino a questo punto meriti una chicca: non ho letto prima questo libro, pur avendolo in casa da molto tempo, perché pensare che Vasco ne aveva fatto una canzone me lo rendeva indigesto…
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riscatto
Questo è un romanzo che lascia il segno.
Non so se è perchè sono madre di un maschietto, ma in Pietro non vedo solo un ragazzino sfortunato, ma un figlio da proteggere, da coccolare, da aiutare a venir fuori dallo squallore della sua famiglia.
Per quanto Pietro cerchi di scrollare dalle sue spalle l'eredità delle sue origini, per quanto cerchi il suo riscatto, per quanto cerchi di trarre il meglio dalle piccole opportunità che gli si presentano (lo studio, la famiglia di Gloria), il marciume è sempre lì pronto a prenderlo, a trascinarlo e a imbrattare i suoi sogni. Il marciume ora ha il volto dei bulli, ora della preside, ora di suo padre. Cosa fare? Come può combattere un bambino tali mostri? Ma la soluzione il piccolo Pietro la troverà e sarà una soluzione estrema, assurda.
Per quanto riguarda gli altri personaggi c'è Graziano, l'eterno ragazzino che non sa cogliere ciò che la vita gli offre, non ci arriva proprio a capire che il suo voler di più spesso lo priva di ciò che conta, eppure basterebbe fermarsi per capire cosa è realmente la felicità. Graziano dovrà abbattere i suoi limiti e fare questo: essere felice.
Poi c'è Flora, una donna fragile, che dedica la sua vita a curare sua madre, anche lei avrà la sua possibilità di uscire dal suo guscio fatto di quattro mura e rassegnazione, di essere oggetto di cure e attenzioni, di essere amata e sentirsi dire "sei bellissima".
Per me questo è il romanzo del riscatto, dove come spesso accade, questo è a portata di mano, ma eventi a noi sconosciuti, la cattiveria e l'egoismo degli altri o la nostra stessa stupidità gli fanno da ostacolo.
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Una storia italiana
Uno dei migliori romanzi di Niccolò Ammaniti. Scritto con una lingua semplice e allo stesso tempo preziosa che mi ha ricordato il romanzo di un altro autore italiano,Massimiliano Nuzzolo e il suo L'ultimo disco dei Cure, non per la trama ma per il modo di delineare i personaggi e per il nome del protagonista. Pietro un ragazzetto alle prese con una famiglia sgangherata e la sua storia immersa nella provincia italica ricca di bizzarri personaggi a dir poco. Impossibile non affezionarsi e non soffrire per le sue vicende. Per chi lo ha già letto cito la "testa di gorilla"... Un ragazzetto alle prese con un amore impossibile eppure così vicino per tutto il tempo, un amore che resta indelebile malgrado tutto. Difficile non pensare a Justine di De Sade per come le vicende si sviluppano. Divertente il personaggio di Graziano, sembra di vederlo tronfio di ormoni e ormai sul viale del tramonto. Quanti ne abbiamo conosciuti noi donne? Basta uscire una sera e ritrovarseli addosso come mosconi, tali e quali a Graziano. E Flora, la prof? Chi non ha mai avuto una professoressa così? Pagina dopo pagina si compone e si intreccia una storia amara e verosimile come poi spesso Ammaniti ci ha presentato, se avete letto Come Dio comanda sapete di che parlo, sembra di conoscerli sul serio i personaggi. E ciò che resta dopo quel bagno nel canneto e la lettura della lettera più strappacuore al mondo è una sensazione di dolore e tenerezza per quanto la vita possa essere assurda e ingiusta proprio con chi non se lo merita ma diventa agnello sacrificale dei peccati di tutti.
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Senza un perchè
Qualche tempo fa, una mia collega di lavoro, appena prima di salutarmi per le vacanze, mi ha messo in mano un tomo di dimensioni ragguardevoli chiedendomi di dirle cosa ne pensavo, in quanto si trattava del suo romanzo preferito.
Credevo l’avrei trattenuto per qualche tempo, perché a guardarlo non sentivo un gran feeling con quel libro. Mi sono messa a leggerlo con la ferrea intenzione di prenderla con calma…da fare non mi manca e ho una scorta di libri nuovi da leggere che non finisce più! Invece, la storia mi ha sorpresa e catturata e mi sono mangiata via il romanzo in soli tre giorni.
“Ti prendo e ti porto via” è un romanzo di Niccolò Ammaniti, edito dalla Piccola Biblioteca Oscar della Mondadori.
Ammaniti intreccia con sapienza la vita di un’intera comunità all’interno del piccolo contesto di Ischiano Scalo, paesino sonnolento dove tutti si conoscono, non c’è mai niente di nuovo da fare, la vita scivola via seguendo sentieri preordinati e sempre uguali.
Nella cittadina spiccano alcuni personaggi che in qualche modo possiedono qualcosa di diverso: Pietro, il ragazzino che non si lamenta mai nonostante la famiglia disastrata; Gloria, la bella e ricca ragazza che preferisce fare il maschiaccio; Graziano Biglia, quarantenne latin-lover con la passione per i Gipsy King e le belle donne che incarna una sorta di leggenda per il paese; la professoressa Flora, venuta ‘da fuori’ e schiva fino all’eccesso.
Le loro vite e i loro sentimenti, attraverso un ingarbugliato sentiero di coincidenze, vengono ad intrecciarsi, ad allacciarsi e poi a scontrarsi, fino ad uno scioccante epilogo.
Spesso, nella vita, ci si trova a farsi domande scomode, a chiedersi per quale motivo succedano determinate cose o la vita prenda quella piega imprevista, irrazionale. La risposta, terribile e vera, è che non c’è un perché.
Le cose accadono e basta, senza alcuna preordinazione o significato recondito, senza che si sia avuto il tempo di preparare una reazione consona o di capire come superare l’imprevisto. Accadono. E ti fregano, magari sul più bello.
Tutta la tristezza di questa verità della vita è insita nel romanzo di Ammaniti, che annichilisce per la lucida visione di fatti che potrebbero capitare a chiunque di noi, in qualunque momento. Purtroppo non è detto che, se sbagli, avrai poi la possibilità di rimediare.
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Ti prendo e ti porto via.
L'autore ci conduce attraverso una realtà esasperata, ma vera, alla ricerca della redenzione e per farlo sceglie di ambientare la storia a Ischiano Scalo, piccolo paese, inventato, in cui indifferenza, crudeltà, amore e ignoranza creano un humus ideale per gli intrecci dei suoi personaggi.
L'affetto e la complicità che provoca in noi il piccolo Pietro, la simpatia e la voglia di eccezionalità con cui ci conquista Il Biglia, sono solo alcune sfumature della molteplicità di sensazioni che questa lettura è in grado di farci provare. Mano a mano che andiamo avanti queste emozioni si fanno più aspre e taglienti, ma non rendono meno bello questo libro di cui consiglio la lettura.