Testimone inconsapevole
Letteratura italiana
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Una serie promettente
Gianrico Carofiglio l'avevo già conosciuto con altre opere, poi ho scoperto che questo libro è stato il suo esordio e mi sono incuriosita. Qui ci viene presentato l'avvocato Guido Guerrieri e già dal primo libro direi che la serie è molto promettente.
“Ho ripensato spesso a questo fenomeno. Allora non lo capivo. Adesso forse sì.
Ci si affeziona al dolore, persino alla disperazione. Quando abbiamo sofferto moltissimo per una persona, il fatto che il dolore stia passando ci sgomenta. Perché crediamo significhi, una volta di più, che tutto, veramente tutto finisce.”
Guido Guerrieri è in un momento molto difficile della sua vita, la moglie l'ha lasciato dopo dieci anni e gli attacchi di panico e la depressione sono sempre più presenti. L'avvocato non ha stimoli e capisce che l'unico modo per uscirne fuori è affrontare tutte le sue colpe.
Grazie a una segretaria super efficiente riesce a mandare avanti la “baracca” e un giorno dalla porta del suo studio entra una bellissima donna di colore che gli chiede di aiutare il suo fidanzato che è in carcere, accusato di aver ucciso un bambino di nove anni. Questo e molti altri incontri aiuteranno l'avvocato a superare il momento difficile.
Solitamente sono abituata a leggere gialli in cui il protagonista è un commissario o comunque uno dell'accusa, questa volta invece mi sono ritrovata dalla parte della difesa. Il bagaglio “professionale” dell'autore si fa sentire e anche se l'inizio è un po' lento, il libro scorre, si legge bene e risulta molto piacevole.
Guerrieri è affascinate, ironico, a tratti simpatico e soprattutto tosto:
“Facevo queste riflessioni, su fumatori di pipa e giocatori di racchettoni, e pensai che forse stavo davvero meglio, se avevo recuperato un po' della mia sana intolleranza”.
Leggero, piacevole e istruttivo (sulle procedure di diritto penale).
Buona lettura!
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Hai mai fallito ? Solo nella vita
Datato 2002, "Testimone inconsapevole" ha rappresentato l' esordio nella narrativa per Gianrico Carofiglio.
Un autore che in passato aveva svolto la professione di magistrato, poi abbandonata per dedicarsi in pianta stabile alla letteratura.
E che curiosamente ha scelto la figura di un avvocato come protagonista di quella che fino ad oggi è la sua serie di romanzi più riuscita e celebre.
"Testimone inconsapevole" ha inaugurato la stagione del thriller legale di stampo italiano, sulla scia del clamoroso successo avuto dal genere negli anni novanta sia in ambito letterario (un nome su tutti, John Grisham) che cinematografico ("Codice d' onore", "Il socio", "Il rapporto Pelican", "Philadelphia", "Schegge di paura" e tanti altri).
Carofiglio è stato abile nel non copiare lo stile americano del legal thriller, fin troppo propenso a colpi di scena sensazionalistici e situazioni fantasiose.
Una scelta che non avrebbe pagato e sarebbe risultata falsa, considerate le profonde differenze tra il nostro sistema giudiziario e quelli dei cinquanta stati statunitensi.
Ecco che invece l' autore ha dimostrato di poter rendere godibile, in formato letterario, un meccanismo complesso e burocratico come quello dello dei nostri processi in aule di tribunale.
Mescolando sapientemente le questioni giuridiche, qui facilmente accessibili e mai monotone, alle vicende professionali e personali di un protagonista, l' avvocato trentanovenne Guido Guerrieri, che nel suo percorso umano e intimista conquista e trascina fin da subito.
Guerrieri è alle prese con la separazione dalla moglie Sara e le relative riflessioni introspettive e non banali.
In profonda crisi sentimentale, personale e lavorativa, viene coinvolto nel caso spinoso dell' omicidio di un bambino per difendere dalle accuse di colpevolezza un venditore ambulante senegalese.
La narrazione è equilibrata, godibile, dotata di ottimo ritmo, impreziosita da curiosi e graditi riferimenti alla musica e alla letteratura, e facilitata da uno stile fluido, veloce e non privo di fini capacità ironiche.
Carofiglio e l' avvocato Guerrieri mi hanno decisamente convinto, e non mancherò di leggere anche i successivi romanzi della serie.
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Le distorsioni delle opinioni precostituite
Con l'analisi delle varie fasi del processo penale che vede imputato il senegalese Abdou Thiam per infanticidio, Gianrico Carofiglio apre gli occhi al lettore su una problematica vera sia dal punto di vista strettamente tecnico-processuale che reale e pratico, afferente alla vita di tutti i giorni di ognuno di noi.
In particolare, ci dimostra come le opinioni precostituite siano una vera e propria "lente" attraverso la quale osserviamo la realtà. Il risultato di quest'osservazione è inevitabilmente destinato a confermare la teoria dalla quale eravamo partiti. La realtà quindi è una realtà deformata, che non consente di acquisire quegli ulteriori elementi, utili per un'osservazione completa e esaustiva. La realtà perde di oggettività. Carofiglio ci invita dunque a prendere le distanze dal pregiudizio, così facendo potrebbero emergere conclusioni assolutamente opposte rispetto a quelle inizialmente "previste"
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Sentirsi a casa...
A volte mi capita, durante la lettura di alcuni libri che "non mi prendono", di sentire la necessità di coccolarmi con qualcosa che riconosco come piacevole, come familiare, come porto sicuro dove approdare (che non necessariamente deve essere un capolavoro della letteratura o un premio Nobel...)
Da un po' di tempo ho in lettura un paio di libri che non decollano, che non mi sento di abbandonare (in quanto ne riconosco il valore), ma nello stesso momento non mi invogliano a dedicare loro tutto il tempo che vorrei...così ho deciso di "staccare" e riconciliarmi con me stessa...e l'ho fatto con un autore che percepisco quasi come un amico, uno di famiglia...Carofiglio.
Questo è il primo romanzo con l'avvocato Guido Guerrieri (che io ho già conosciuto non avendo seguito l'ordine dei romanzi), un personaggio che mi piace in quanto "normalmente imperfetto", un uomo pieno di dubbi, ansie, debolezze...un anti-eroe insomma.
Carofiglio ha la capacità di farti entrare nei meccanismi processuali con tutti gli annessi e connessi, usando anche una terminologia tecnica, senza per questo annoiarti...anzi.
Ma la vera forza di questi "legal", a mio avviso, sta tutta nella storia personale di Guerrieri e nella sua evoluzione.
Non puoi non amare quest'uomo.
E ora, dopo questa breve parentesi, posso tornare alle mie precedenti letture...forse.
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Il mondo dei tribunali
Libro che ti apre le porte del mondo dei tribunali e dell’avvocatura, con una parte finale destinata all’arringa che incanta. Un protagonista d’eccezione, l’avvocato Guerrieri, nato dalla penna di uno scrittore altrettanto speciale. Pagine intrecciate tra la sua vita professionale, la sua vita privata e le sue personali riflessioni: forse questa è la parte migliore del libro, che non è però fra i miei preferiti di quest’autore, perché l’ho trovato un po’ dispersivo. La vicenda legale passa un po’ in secondo piano rispetto ad altri livelli di lettura che ho trovato invece più interessanti. Lo stile è semplice ed accattivante, forse un po’ piatto. Parentesi meritevoli di attenzione nel racconto sono la storia dell’alcolismo di Margherita ed il giochino del marziano, ovvero scegliere per un ipotetico marziano che dovesse giungere sul nostro pianeta una canzone, un film, un libro ed una frase che possano essere rappresentative del nostro mondo.
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vero o verosimile.
Un uomo vero, pregi e difetti.
Così Carofiglio, ci mostra l’avvocato Guido G.
Un uomo che soffre di attacchi di panico, d’insonnia, sull’orlo dell’esaurimento nervoso.
L’autore ci induce a provare tenerezza per questo personaggio, che pur con i suoi limiti e i suoi errori,
è umano e generoso, prova ne è che difenderà un senegalese:
tale Abdou Thiem , accusato dell’omicidio di un bimbo, (Francesco) ; sapendo di non essere pagato, ciò a causa della sua fiducia nel ragazzo di colore, essendo convinto della sua innocenza.
Nell'arringa finale del processo,
anch’io ho trovato superba la sua disquisizione fra vero e verosimile, così come ho apprezzato lo stratagemma delle foto, insomma, alla Perry Mason.
Dopo la separazione dalla moglie, Sara, Guido aveva perso interesse per la vita.
Era caduto in un profondo stato di depressione.
L’incontro con Margherita , il tentativo di suicidio di Abdou Thiem, portano Guido ad una reazione positiva facendo emergere le sue doti di avvocato , l’avvocato che tutti vorremmo avere come difensore.
Anche i dispiaceri e gli errori, vanno metabolizzati, ci vuole un po’ ma anche le difficoltà più insormontabili alla fine si superano.
Poi un giorno guardiamo indietro e ci chiediamo come abbiamo fatto a superare quel brutto periodo della nostra vita. Se saremo lì a chiedercelo, significa che ce l’abbiamo fatta!
Quando una persona sta per toccare il fondo, è lì lì per crollare, succede qualcosa, una persona, un fatto , l’istinto di sopravvivenza ha il sopravvento ed ecco che riemergono : acume, intelligenza e applicazione . Quelle doti c’erano anche prima, ma la vita con tutti i suoi problemi le aveva annebbiate, annullate.
Insomma, non conoscevo Gianrico Carofiglio, devo dire che mi è piaciuto parecchio, e avendo scoperto sul portale che questo è il primo della serie dedicata a Guerrieri Guido, credo proprio che continuerò a leggerlo
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La guerra di Guerrieri
Guerrieri si racconta, ci illustra la sua vita alla ricerca di qualcosa che non ha mai avuto il coraggio di trovare. Una vita familiare trascinata avanti negli anni senza mai parteciparvi a pieno, un lavoro, da avvocato penalista, dove la riscossione della parcella è più importante della causa stessa, fino a quando come un schiaffo, giunge la separazione, voluta dalla moglie Sara, dopo un matrimonio decennale fallimentare. Si ritrova solo l'avvocato e in piena crisi esistenziale, ma quando tutto sembra perduto, è la vita a chiamarti in causa e ti trovi costretto a intervenire, tuo malgrado. Guerrieri affronta il primo processo in cui crede, per salvare Thiam, un senegalese venditore ambulante dall'accusa di omicidio e, sopratutto, dall'ergastolo.
Romanzo diretto e senza fronzoli incentrato sull'essere umano e le due debolezze. Ci sono il cinismo, la superficialità e la negligenza dell'avvocato sposato che si mutano in paure e depressioni, quando si trova solo ad affrontare la vita. C'è la dipendenza da alcool di Margherita e la sua lotta vincente per superarla e c'è l'indifferenza e il razzismo di chi vede nelle differenze fisiche un pericolo per la propria persona o per la propria attività.
C'è, insomma, un discreto contenuto, narrato in un linguaggio semplice e preciso arrichito dal legal-burocratese del processo e dai testi di canzoni e di libri, amati dall'avvocato.
C'è proprio tutto in questo thriller giudiziario di barese locazione, che si lascia leggere tutto di un fiato a parte l'assassino!!!!
Omissione perdonata, classificata come peccato veniale, vedremo in futuro....
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La consapevolezza di Guerrieri
Nel primo episodio della serie, l’avvocato barese Guido Guerrieri è in profonda crisi personale e professionale. Ha appena divorziato dalla moglie Sara ed è facile preda di complessi psicologici: ha paura di utilizzare l'ascensore, soffre di crisi d’ansia, è insonne, ipocondriaco (quanta simpatia per l’ironia di alcune pagine che mettono gli ipocondriaci come me di fronte agli aspetti spesso grotteschi della loro inclinazione!) e talvolta piange senza motivo.
Sul piano professionale è insoddisfatto e irrealizzato.
Poi però una frequentazione e un caso giudiziario, piano piano, lo riconquistano (moderatamente) alla vita.
Il caso giudiziario: Abdou Thiam, un ambulante senegalese, è stato arrestato con una triplice, pesantissima accusa: sequestro, omicidio e occultamento di cadavere. Il corpo del piccolo Francesco Rubino, un bambino di nove anni che Abdou ha conosciuto con il nomignolo di Ciccio sulla spiaggia di Monopoli, viene ritrovato in un pozzo...
La testimonianza tanto incongruente quanto accalorata di un barista xenofobo, le imprecisioni nelle indagini, le irregolarità negli interrogatori e la reticenza dell’accusato - che non ha un alibi e cerca di dissimulare i suoi commerci di indumenti dai marchi falsificati – non offrono speranze al senegalese: assistito da un difensore d’ufficio, il giovane si avvia verso una scontata condanna a vent’anni secondo il rito abbreviato.
Guerrieri s’interessa del reato superficialmente attribuito all’extracomunitario e fonda la sua arringa incentrandola sulla distinzione tra verità e verosimiglianza. Così, mettendo in luce contraddizioni e incertezza… affronta il caso con l’intento di ristabilire il senso della giustizia e, forse, ritrova il senso di una professione appassionante.
Sul piano personale l’avvocato barese risale la china della depressione grazie a Margherita, una vicina di casa che ha lottato contro la dipendenza dall’alcol e che lo aiuta a credere in se stesso e a riscattarsi.
Semplicità stilistica, concretezza avvolta in un alone indorato dalla cultura, indagine psicologica dei personaggi, casistica giudiziaria paradigmatica, riferimenti a libri e musica – in un interessante viaggio immaginario tra le aule di tribunale – sono gli ingredienti del successo di questo primo fortunato romanzo, al quale (buon per noi!) ne sono seguiti altri.
Nella riflessione sulla distinzione tra verità e verosimiglianza è ravvisabile l’interesse, non soltanto nominalistico, che Carofiglio nutre per espressioni linguistiche, semantica e concetti; interesse che sarà ripreso in “Ragionevoli dubbi” ove l’autore si sofferma sul criterio, giuridico e non, della ragionevolezza e, naturalmente, nella “Manomissione delle parole”.
E - last, not least - posso chiudere in bellezza con un fragoroso plauso a una storia che in modo più o meno esplicito si scaglia contro pregiudizi razziali e mentalità ottuse e rozze con le quali abbiamo a che fare ogni giorno?
Bruno Elpis
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Un simpatico avvocato.
Carofiglio mi ha introdotto con maestria nell'ambiente giudiziario , a me sconosciuto e per certi versi ostico.
Mi ha ammaliato la storia dell'avvocato Guerrieri, che investe tanto nel proprio lavoro, che fa con passione e competenza. Non riesce altrettanto nella vita privata, dove alterna momenti di tranquillità a momenti di confusione.
Mi risulta simpaticissimo per la sua vivace intelligenza, per le sue capacità di umorismo, ironia, autoironia e autocritica.
Mi fa tenerezza nei suoi momenti di solitudine e malinconia, nelle sue fragilità e nella sua ricerca di un
equilibrio.
Io credo che Carofiglio abbia scritto questo libro con la consapevolezza che molti vi si possono riconoscere. Ho questa convinzione perchè trovo che nella società attuale venga dato un ruolo predominante al lavoro; nella quotidianità vanno scemando importanti valori, quali la famiglia, il senso di responsabilità ... e tanti altri. Mi pare un buon monito alla riflessione.
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ottimo...sai anche far ridere!
Carofiglio è simpaticissimo. Sembra banale detta così, ma, per chi lo ha letto, forse è chiaro ciò che intendo, e condivide. Racconta situazioni, dialoghi, in modo così "quotidiano" che potresti pensare che è alle prime armi, invece ti sorprende capire che vuole proprio parlarti così, in modo assolutamente diretto, come se tu fossi lì davanti a lui.
Sarà che quando leggo un romanzo che mi convince, mi ritrovo per magia catapultata lì, con i protagonisti, come un arbitro invisibile che tutto vede e sente. Sono parte della storia; e mi diverto un sacco.
Ho davvero riso alla descrizione di "uno con la canottiera"!!!! Ma tante sono le scene divertenti e ben raccontate.
Il tema del romanzo è forse scontato? Se pensate di si, la ricostruzione della vicenda, di cui ovviamente non voglio dire nulla, vi lascerà sempre più basiti; l'evolversi della storia e le spiegazioni, semplici ma efficacissime, proprio dal punto di vista legale, del diritto, (e scusatemi, ma questo è poco?) le ho trovate geniali e per nulla ovvie, al punto da farmi definire questo, davvero un ottimo giallo.
E poi lo ammetto...amo domande del tipo...i tuoi tre libri preferiti? e i tre film invece? E se ti invitassi a cena da me stasera? E restare in macchina a parlare per ore e ore, di notte, mentre fuori è tanto freddo ma tu non lo senti? Si, Carofiglio è anche tutto questo.
Incuriosita dalla sua citazione, come sottofondo ho scelto Simon and Garfunkel "Sound of Silence in Central Park"...per coccolarmi durante la lettura, ed ho proseguito con Patti Smith e Pink Floyd.
Guido Guerrieri è "normale e imperfetto", ma ha un grande carisma.