Narrativa italiana Romanzi Sulla sedia sbagliata
 

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Sulla sedia sbagliata

Letteratura italiana

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Una madre rimane sempre una madre. Non smette mai di esserlo. Qualunque cosa accada. Anche quando non esiste nulla di più difficile al mondo. Lo sa bene Francesca, che ogni settimana va in carcere a trovare suo figlio accusato di un reato gravissimo: omicidio. Lei che continua a domandarsi dove abbia sbagliato. Perché negli occhi di Andrea fatica a riconoscere il bambino che ha cresciuto. Ma il suo cuore non può fare altro che proteggerlo. È la missione di ogni madre. Proprio quella missione che Teresa sente di aver fallito nel momento in cui sua figlia le è stata strappata via troppo presto in un incidente d’auto. Lei non era lì a difenderla per non lasciarla andare. Francesca è la madre di un carnefice, Teresa la madre di una vittima. Eppure sono solo due donne che devono in qualche modo superare la sconfitta delle loro speranze, dei loro sogni di un futuro felice per i figli.



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Sulla sedia sbagliata 2016-06-01 09:33:12 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    01 Giugno, 2016
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Quel labile confine tra vittima e carnefice...

La Rattaro, che già conosco e stimo molto (per "Un uso qualunque di te" e "Non volare via"), qui mi ha colpito e affondato con una storia a piu voci...una più vibrante dell'altra.
Abbiamo una "vittima", un "carnefice", la "madre della vittima" e la "madre del carnefice"...ma in realtà sono molte più di quattro...e il confine tra gli uni e gli altri non è poi così netto.
Le varie tragedie sono già state consumate e a noi non rimane altro che ascoltare queste voci spezzate, rotte dal dolore, che si raccontano, si confessano in tutto il loro strazio, le loro debolezze, la rabbia, l'inadeguatezza e i sensi di colpa.
Le figure delle madri sono le vere protagoniste ed anche quelle che mi hanno messo piu a dura prova, perché ci sono dolori e tormenti troppo pesanti da portare, da ambo le parti.

"Dietro un cuore colpevole ce n'è sempre almeno un altro che di quella colpa si trascina dietro la vergogna".

Perché un figlio non si perde solo quando muore...
Perché le lacrime di una madre sono sempre le stesse, identiche, indipendentemente dalla sedia su cui ci si trova sedute...
Ma è vero anche che, talvolta, le madri possono essere dei mostri...bellissimi, ma pur sempre mostri.
Un libro forte, potente...in cui la scrittrice ci spiazza, confonde un po' le acque, gioca sul labile confine che separa vittime e carnefici...per poi chiarirci le idee, alla fine, regalandoci un punto di vista insolito, che non siamo abituati a considerare.
Questa lettura è stata, per me, la riconferma di una voce (letteraria) che sa parlarmi con grande intensità, sottolineando con mano sicura tutte le debolezze e le imperfezioni che ci contraddistinguono, nonostante la nostra continua ricerca di approvazione, senza però privarci mai di quello spiraglio di luce che ci spinge a continuare, ad andare avanti.

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