Sul filo dell'acqua
Letteratura italiana
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Sotto l'acqua battente
Acqua che colpisce il parabrezza e si intrufola - morbida e viva - nell'automobile, iniziando a lambire i piedi e riempire gli occhi di paura.
Acqua di una brocca di vetro che si infrange, lasciando a terra schegge taglienti di speranze disilluse, dolore e colpe mai perdonate.
Acqua che si riversa nel salotto, raccontando una storia di gas dimenticato aperto, di smarrimento lungo la strada, di incapacità di orientarsi.
Acqua di una piscina dove provare a imparare ad addomesticare il terrore con la tecnica, e la vita con l'amore.
In questo suo ultimo lavoro, Sara Rattaro vuole rendere in qualche modo omaggio alla sua città, Genova, e ai suoi abitanti, e lo fa portando in scena l'alluvione del 4 Novembre 2011, una delle tragedie che ha segnato la recente storia del capoluogo ligure.
Le prove eccezionali che la vita ci mette di fronte sono capaci di travolgere le nostre esistenze in un attimo, spazzando via ogni certezza e costringendoci ad affrontare emozioni devastanti come il dolore della morte, il rimbombo della paura, la consapevolezza della fragilità. È quel che accade ai protagonisti di questo romanzo corale e circolare, composto appunto da otto diverse voci e storie, che si intrecciano e si congiungono a formare un'unica narrazione collettiva. L'invisibile filo conduttore è proprio l'esperienza dell'alluvione, le sue ripercussioni, l'acqua.
Da sempre emblema di vita e rinascita, l'acqua assume in questo romanzo un ruolo ambiguo. La pioggia travolge, sommerge e uccide, pericolosa e traditrice. Ma l'acqua è capace anche di salvare, di spezzare una quotidianità opprimente, di portare nuova vita, di far nascere un amore. Al centro di queste pagine vi sono dunque i sentimenti, che la scrittrice cerca di raccontare con sensibilità di tocco e fluidità di penna. E, in particolare, i buoni sentimenti, perché in fondo la vera protagonista di questa storia è la capacità di resistere, di rinascere, di avere speranza.
E allora ben venga questo romanzo, sicuramente più adatto a un pubblico femminile, sebbene devo ammettere che la brevità delle storie narrate sia in questo caso un limite, non consentendo un vero e proprio approfondimento di caratteri e animi. La sensazione finale è che molti elementi siano rimasti solo abbozzati, lasciando al palato qualche punta di insoddisfazione. Interessante, invece, risulta essere lo spunto narrativo così come la buona capacità empatica dell'autrice.
Ho letto tra l'altro che il romanzo fa parte di un progetto di quattro libri sugli elementi della natura - terra, acqua, fuoco e aria - affidati ciascuno a uno scrittore diverso; non nascondo che mi è rimasta la curiosità di scoprire qualcosa in più circa gli altri contributi e il modo in cui ogni autore ne darà la propria interpretazione.