Storia di Neve
Letteratura italiana
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tra orrore e poesia
Questo libro inganna. inizia in modo anche poetico: la bellezza di un paesaggio isolato da tutti. Un piccolo paesi di boscaioli e contadini, che lavorano sodo, forse un po' rozzi ma buoni di cuori e solidali. In questo ambiente nasce Neve: una bambina che subito dimostra di avere qualcosa di speciale. Capace di guarire gli ammalati, indifferente al freddo, pare che lei stessa sia fatta di ghiaccio. solo una cosa le è preclusa: quella di innamorarsi. Se lo facesse si scioglierebbe come neve al sole. Corona raccontandoci la storia di Neve ci presenta anche tutti i suoi compaesani e toglie il velo sui segreti del paese che si dimostra tutt'altro che buono di cuore, anche in alcuni frangenti un cuore non ce l'ha. Violenze inaudite, stupri, imbrogli, assassini, sequestri di persona, immaginate la cosa peggiore che possa fare una persona, e la troverete dentro questo romanzo. Per i miei gusti, ho trovato che l'autore abbia parecchio calcato la mano. immagino sia una scelta ben ponderata, ma trovo che la descrizione di violenza fine a sé stessa possa sempre essere evitata, anche se lo si fa condendo il tutto con qualche battuta, e con una buona dose di espressioni dialettali che aiutano ad alleggerire.
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Ci vuole tanta forza per scrivere un libro cosi'
Chi di voi non è rimasto rapito da qualche paesaggio dolomitico. Valli, picchi, natura e paesini da favola incastonati come gioielli in uno scenario indimenticabile. Questo è ora. Mai ci si sofferma a pensare a cosa potevano essere questi piccoli agglomerati di case solo 100 anni fa. Come poteva essere la lotta quotidiana per la sopravvivenza; come poteva essere il rapporto dell'uomo con la natura che lo circondava, il rapporto fra gli uomini e le donne, fra genitori e figli, fra uomini e Dio, Insomma, cosa ci nascondono quei tetti spioventi e quei balconi zeppi di gerani?
Mauro Corona te lo svela in questa saga del suo paese, Erto.
Si sente un bisogno da parte dell'autore di tirare fuori tutta quella sofferenza e tutta quella vita vissuta in maniera cosi totale e cosi brutale. Ci riesce l'autore, eccome se ci riesce.
Ti fa piombare e ti incatena in un susseguirsi di bellezze e bruttezze che sintetizzano perfettamente il vissuto di quegli abitanti. Storie magiche, storie di tradimenti, storie di avidità, storie su storie; davvero tanta tanta roba.
Ma tu come lettore non ne sei mai sopraffatto, perchè lo stupore per il continuo fluire di personaggi e accadimenti ti tengono li, facendoti rifiatare nei tanti momenti lirici in cui Corona dà il meglio di sè, facendoti vivere il freddo, la neve, la sofferenza, la gioia delle feste conviviali, la violenza morale e materiale.
Il classico libro che ti dispiace finire, mentre ti chiedi quale sforzo fisico deve avere sopportato l'autore nel portarlo avanti pagina dopo pagina.
Ecco, secondo me questa è la cifra del libro. Il sentire lo sforzo fisico dell'autore nel partorirlo, nel portarlo avanti. Mai mi era capitato di vivere questa emozione.Ringrazio Corona di avermelo fatto vivere, e penso ci sia riuscito perchè ritengo che per lui con la parola fine non ha dato luce a un libro, ha dato luce a un figlio.
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L'orrore e la poesia
Premetto che sono abituata al Corona di "Cani, camosci, cuculi e un corvo", di "Storie del bosco antico", di "Venti racconti allegri e uno triste"... Insomma, al Corona dei boschi e delle montagne, quello che non ti stancheresti mai di leggere perché è come una boccata d'aria fresca... Questo libro, invece, a un certo punto mi sono veramente stufata di leggerlo, perché il disgusto superava tutto. Non voglio dirvi quale capitolo, ma qua c'è tutto: horror, blasfemia, sadismo, nonché un abbondante pizzico di vena splatter che proprio non mi aspettavo dal mio Corona delle montagne! Certo, qualcosa del primo Corona rimane e, a tratti, il libro riporta momenti di pura e rara poesia... Ma sono solo tratti, perché subito si ricade in quell'impasto dark che, all'inizio, può anche essere curioso... ma poi, come tutte le esagerazioni, stanca! E mi sono chiesta se è stato perché ha voluto essere più "moderno" o per cosa... Per cosa uno scrittore come lui può scrivere queste cose gettando anche ombre sulla gente della montagna, gente rude, sì, ma che qui viene dipinta in chiave alla S. King... L'unica storia delicata, quella di Neve, è talmente triste che non riesce a permeare del suo spirito tutte le fosche vicende precedentemente narrate. Io ho letto il libro perché mi avevano detto che era uno dei migliori di Corona (addirittura!), e non avevo letto prima la descrizione della storia. Magari sarei stata un po' più preparata... E' la prima volta che non consiglio un libro di Corona, ma se intendete ugualmente leggerlo... al limite fate come me e... saltate certe pagine!!!
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I segreti di un mondo chiuso
Un romanzo che è al contempo storia, fiaba e vivido dipinto della montagna e delle sue regole aspre e antiche. Questo attende chi si appresta ad attaccare le 800 e rotti pagine del poderoso STORIA DI NEVE di Mauro Corona, edito con Mondadori.
Neve è una fanciulla speciale nata nel paesino montano di Erto, nella valle del Vajont. La vita, breve e costellata di dolori, le è stata concessa in funzione di uno scopo ben preciso: ella deve fare del bene, quanto più può, durante gli anni che il fato ha prestabilito. Neve è la parte immacolata e piena d’amore dell’antica strega Melissa, assassinata in maniera atroce e morta nell’odio, imprigionata in un inferno di ghiaccio in cui il Demonio le ha concesso di torturare per cinquecento anni gli abitanti del villaggio di Erto dopo la loro morte, perché possano espiare i loro peccati. Melissa, però, desidera concedere una possibilità alla propria parte buona; per questo, in una gelida notte di gennaio, nasce Neve, la bambina dei miracoli dalla pelle di bianco fino e il corpo che non sente il gelo.
Questa bambina diventa il motore di una valanga che coinvolge, nel bene o nel male, l’intero villaggio di Erto. I suoi miracoli, però, sono un’arma a doppio taglio. Il padre, Felice Corona Menin, decide di sfruttare la fama della figlia per fare soldi, macchiandosi di azioni sempre più orrende ed efferate. Inoltre, la missione della bambina la costringe a stare quanto più lontana possibile dalla sola cosa che può rendere veramente felici: l’amore. Condannata a pensare al prossimo invece che a se stessa, a Neve è severamente vietato amare un uomo. Quando nel paese nasce Valentino, la sua anima gemella, inizia una esistenza di privazioni, di sforzi per tenersi a distanza. Neve, infatti, a contatto con la sua metà si scioglie, perde acqua, svanisce pian piano come un pezzo di ghiaccio esposto al sole.
Cosa porterà questa creatura magica nel prosaico paese di Erto? I suoi ventinove anni di vita promettono di essere indimenticabili, nel bene o nel male.
Corona è uno scrittore sincero, senza fronzoli, che usa con sicurezza e senza pretese intellettuali il linguaggio diretto e antico della fiaba. Come una fiaba, infatti, Storia di Neve si dipana tra magie, misteri, povera vita quotidiana, streghe e orrori. Le favole, d’altra parte, sono piene di orrori. Questa non fa eccezione, l’uomo non può vivere senza e in presenza di miracoli il Male lavora alacremente sulla fetta di anime che gli spetta.
Gli abitanti di Erto sono come le montagne che governano la loro esistenza. Chiusi, incrollabili nel loro mutismo, nel rifiuto a lasciar entrare nei loro affari chiunque venga dall’esterno, laico, gendarme o esponente della Chiesa che sia. Quello che succede in paese resta in paese, si tratti di una disgrazia, di un omicidio o di un felice segreto. Solo i miracoli di Neve si spargono nelle valli come portati dai canti degli uccelli, ma questo perché il padre è un traditore, un uomo che farebbe qualsiasi cosa per denaro e per l’effimera gioia di essere il più potente e il più ricco della valle.
La magia corre come una lama sottile attraverso il paese, i monti, i corsi d’acqua. Permea ogni cosa, rivelandosi nel testardo rancore delle streghe di Erto, una per una violate e uccise e per questo fautrici di terribili vendette che si protraggono ben oltre la morte del loro corpo. Gli animali sono veicolo di forze terribili, incarnazioni di qualcosa che non si può né capire né fermare, pur in un’epoca ormai moderna come quella in cui si svolge la vicenda.
I bassi istinti degli esseri umani fanno a gara con i sentimenti più puri e dolci, prendendo spesso il sopravvento. Poter osservare non visti i silenzi degli abitanti di Erto è un onore alquanto dubbio. E’ la vicenda di un’intera comunità quella che si va a leggere, non tanto la storia della sfortunata Neve.
Vi aspetta un romanzo carico di significati, una bella lettura. Forse un po’ lungo, ma meritevole del tempo trascorso nelle sue pagine.
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Una ruvida poesia incantatrice
Devo ammettere che è uno di quei pochi libri su cui è difficile dare un giudizio ben articolato.
Leggerlo dà una sensazione a metà tra lo sconcerto, l'inquietudine e lo stupore. Ho riletto interi capitoli due volte. Corona ha ben impastato alcuni elementi intrinsechi all'essere umano: tradizioni di un tempo lontano, storie fantastiche, un pizzico di soprannaturale, sesso e assassinio; il tutto contornato dalla poesia di una regione di montagna.
Veramente strambe le modalità con cui si commettono gli omicidi. Non è sadismo ma certe volte mi sono realmente trovata con un sorriso ebete sul volto pensando: "Ma è veramente possibile?".
Ha dei toni cruenti come cruenti sono la maggior parte dei suoi personaggi. È un po' come leggere un trattato sull'uomo allo stato di natura, preso dalla lotta per la sopravvivenza in un ambiente più o meno ostile, che si accoppia ovunque e più spesso possibile, l'uomo che elimina fisicamente il rivale o il possibile nemico senza rimorso o coscienza (non troppo) sporca.
È un romanzo particolare. Le sue circa 800 pagine però sanno incantare un po' come la protagonista Neve: uno dei pochissimi personaggi che dimostrano umanità... Forse perché lei totalmente umana non è.
Che dire... Questo libro contiene un po' della magia dei boschi. Una lunga fiaba che non si ha voglia di smettere di leggere.
PS.
Letto d'inverno, durante le giornate umide e poco luminose, vicino al caminetto con una bevanda calda accanto è il top :)
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Aria di montagna
Ho cominciato al lettura di questo romanzo affascinato dalla personalità di Corona dopo aver visto le sue interviste a Le Invasioni Barbariche.
E' un bel romanzo, a mio parere non eccezionale, ma piacevole. Il tema di sottofondo, ricorrente, che da carattere al libro è certamente l'ambientazione, la montagna, il susseguirsi delle stazioni, le abitudini, che da un lato permettono di immergerti nella storia, dall'altro, assieme allo stile dello scritto (rude, semplice, ma poetico) tendono a produrre (forse) un'eccessiva ripetitività.
La storia, la vita di Neve, è certamente affascinante, ti spinge a proseguire la lettura ed a non annoiarti. E' intrigante, alla fine commovente, contornata dalle innumerevoli storie dei suoi compaesani e dalle loro brutalità che danno un carattere molto interessante al romanzo.
In conclusione un libro da leggere, ma forse non da rileggere.
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inquietante è il termine giusto
Mauro Corona è un autore che amo. Confesso, all’inizio sceglievo i suoi libri per comodità, visto che i miei pargoli digeriscono testi che “pesano” poco, e che si leggono in fretta. Ma con il tempo è cresciuto l’amore per come scrive questo montanaro selvatico e sapiente, istintivo e profondo. “Voci del bosco” è diventato parte di me e ancora oggi ricerco le piante che meglio mi rappresentano. Quando è uscito “Storia di Neve”, l’ho acquistato fiduciosa. Così non è stato. Il libro non mi è piaciuto. “Possibile che gli esseri umani siano solo bestialità e avidità?” Ammetterlo sarebbe troppo deprimente, e sono certa ci sia qualcosa di più in noi. Per un anno non ho più letto nulla di Corona. Poi ho ripreso, forse perché lo shock era passato o perché ciò che si ama non si abbandona. Ora sto leggendo “Come sasso nella corrente”. Mi piace.
Concordo con chi suggerisce di non scegliere “Storia di Neve” come lettura iniziale di Corona. I lettori che invece lo conoscono possono affrontare anche questo libro stranissimo
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capolavoro inquietante
Non consiglio la lettura a chi Corona non lo ha mai letto, a chi lo avesse già letto direi: vedi che questo libro è diverso dagli altri, lo stile è lo stesso, una mano impeccabile, ti sembra di esserci lì in quelle storie, ma il contenuto qua è veramente disgustoso, crudele, descrizioni di particolari raccapriccianti di violenza inaudita.... Ho continuato a leggerlo solo per fedeltà ad un autore che nei libri precedenti mi ha dato soddisfazione. Ma vorrei poter fare una domanda a Corona: ...ma è proprio tutto inventato ciò che scrive nei suoi libri?
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Poetico e crudele
E’ un libro forte, scritto da un uomo che non mostra nessuna inibizione nel far vivere nei suoi “quaderni” le proprie fantasie e soprattutto ossessioni. Un uomo che si è forgiato in una natura aspra e temibile, che non può essere domata, ma domina incontrastata nei lunghi inverni “da paura”, a contatto con uomini che non sono mai amici, ma antagonisti con cui confrontarsi giorno dopo giorno. La sopravvivenza è determinata da questi due fattori: sfruttare la natura del periodo estivo per resistere nel gelo e uscire vittoriosi dallo scontro con gli altri uomini. Solo nella disgrazia più disarmante i compaesani sono disposti a dare una mano, ma non bisogna mai fidarsi troppo.
Le donne vivono in un universo parallelo rispetto alla voce narrante, che le prende in considerazione solo quando deve raccontare di monte, stupri e agguati che vanno via come il pane.
Gli unici personaggi veramente positivi sono Neve, che però guarda caso è la parte buona della terribile strega Melissa, Valentino che è l’anima di cui Neve fatalmente si innamora fin dal primo incontro in fasce e le matte Accione, che la danno via molto facilmente , sono sceme e non infastidiscono nessuno.
Dopo questa premessa sembra che il libro non mi sia piaciuto, e invece no. Corona ha un suo stile personalissimo e originale che viene dalla parlata delle sue montagne; a tratti se ne infischia della bella letteratura e va dritto per la sua strada, tutto intento a portare avanti la sua storia, come appunta all’inizio dei capitoli con un metodo e una costanza che fanno tenerezza, dove dice che lo scrivere rappresenta per lui un antidoto al vizio dell’alcolismo.
Il racconto della vita di Neve è poetico e fantasioso, anche se troppo infarcito di truci delitti tra topi, pantegani, calce viva, visioni e oracoli di streghe che si succedono a Erto una dopo l’altra e una dopo l’altra vengono barbaramente trucidate da uomini che, fregandosene dei loro magici poteri prima soddisfano il loro attrezzo e poi le fanno fuori.
Qualche sforbiciata a delitti ripetitivi nelle modalità non sarebbe guastata, ma devo dargli quattro stelle perché Corona è riuscito a costruire un romanzo che non si fa dimenticare.
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storia di neve
Un inizio dantesco e un susseguirsi di drammaticità alla "Cent'anni di Solitudine".
Un tranquillo ed isolato paese di montagna si trasforma nel paese dell'orrore. La debolezza degli uomini pronti a cedere per nulla; l'avidità di un padre pronto ad arricchirsi approfittando dei poteri della sua bambina speciale; una violenza dopo l'altra si frappone alla dolce storia d'amore della delicata e fragile Neve con un ragazzino nato dal fuoco.
Una lettura non facile che toglie comunque il fiato.
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