Narrativa italiana Romanzi Stanno tutti bene tranne me
 

Stanno tutti bene tranne me Stanno tutti bene tranne me

Stanno tutti bene tranne me

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di Stanno tutti bene tranne me, romanzo di Luisa Brancaccio edito da Einaudi. In questo romanzo ci sono varie storie che si sfiorano, ci sono vicini di casa, animali domestici, uno psicanalista, una donna delle pulizie, tappeti, librerie e tutta la tranquillità della vita borghese. Una tranquillità che funziona quasi come un farmaco, che stordisce e crea dipendenza. Margherita, per esempio. Quando si è sposata, suo marito le è sembrato l'uomo perfetto, forte e vincente. Solo ora si rende conto del fallimento, di vivere con un estraneo, anaffettivo e incapace di empatia fino alla crudeltà. Poi arriva un colpo di scena destabilizzante non solo per il lettore ma anche per lei. E la sua vita si spacca in due. Il fallimento diventa tangibile, biologico. La famiglia borghese diventa un mostro che la tiene in trappola con i suoi meccanismi di agghiacciante normalità. Ma Margherita sarà la spia d'allarme, la bocca che urla, il dito che indica. Scaverà nella normalità come si scava nella terra, sporcandosi le mani. E scoprirà che il mostro è reale, in carne e ossa e la famiglia è solo la sua tana. E gli altri? Com'è fatta la vita degli altri? Margherita guarda i suoi vicini di casa a cui è appena morto un figlio neonato e si chiede come facciano a sopportare tanto dolore. Ma questo è un libro sul superamento del dolore. Coglie i protagonisti nel momento della scelta: restare fermi sull'orlo dell'abisso a contemplare la catastrofe oppure andare avanti, continuare a vivere. Non è una scelta ragionata, è piuttosto una pulsione alla vita che appartiene a tutti gli animali, alle piante, a tutti gli organismi.

Luisa Brancaccio è nata a Napoli nel 1970 e vive a Roma. Ha scritto con Niccolò Ammaniti il racconto Seratina pubblicato in Gioventú cannibale (Einaudi 1996). Stanno tutti bene tranne me è il suo primo romanzo (Einaudi 2013).



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Stanno tutti bene tranne me 2014-03-18 09:28:50 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    18 Marzo, 2014
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Stanno tutti bene tranne me di Luisa Brancaccio

Bellissimo questo romanzo, che ti cattura e ti coinvolge fin dalle prime pagine, facendoti partecipare alle vite dei personaggi.
La scrittura è asciutta, minimalista, senza orpelli, ma chiara e decisa. E’ una lettura che turba, ma che ti lascia moltissimo. Dopo “Nessuno si salva da solo” della Mazzantini, cercavo qualcosa che mi coinvolgesse e l’ho trovato!
E’ un romanzo con molte storie, che si sfiorano e parla soprattutto di relazioni interrotte.
La protagonista della storia principale è Margherita: moglie di un medico affermato e madre di tre figli grandi, che hanno fatto branco con il padre, escludendola dalla loro vita (“la famiglia si è divisa in due: i maschi da una parte e Margherita e il cane dall’altra” e “ Ha perso i suoi figli tanto tempo fa. Da piccoli sono stati solo suoi ma con l’adolescenza hanno scelto il padre e alzato un muro tra loro e la madre, hanno smesso di parlarle, di chiedere, di aver bisogno di lei” e ancora “La sua presenza ha questo effetto, dissolve il gruppo. I ragazzi spariscono appena lei entra in una stanza”). Apparentemente l’unica squilibrata della famiglia è lei, che vive una crisi esistenziale e prende psicofarmaci, invece Margherita è solo la spia dell’allarme dei disagi dell’intera famiglia: si fa carico del malessere di tutti e lo esprime come malessere personale.
Questo è un libro che ti costringe ad entrare nel dolore, a viverlo, a parteciparvi. Il dolore, quello potente che a volte separa all’istante, mentre altre ci dona delle vie di fuga che ci aiutano, ma non ci danno la possibilità di tornare indietro, ci tolgono la facoltà di tornare all’origine.
Un romanzo che parla di una verità che non vuole mostrarsi, bisogna cercarla scavando in profondità e per trovarla dobbiamo avere il coraggio di vedere al di là delle apparenze.
Meraviglioso, straziante, coinvolgente! Lo consiglio a chiunque, ma soprattutto a quelli che vivono di passioni (positive o negative che siano).

Le frasi o le espressioni che mi hanno colpita:
“E lei? Neanche ha amici. La sua vita sociale è la vita sociale del marito. Frequentano persone per le quali non ha nessun affetto. Sembra più un dovere che amicizia”;
“Il mio malessere cresce nel vuoto, non so proprio dove riesca a trovare nutrimento”;
“La mia non è noia patologica come insinua mio marito. E’ distanza affettiva dalla famiglia, dai figli”;
“Il sesso nella nostra famiglia è anaffettivo come tutto il resto”;
“…leggo troppo, come una fuga dalla realtà, come una forma di alienazione”;
“C’è qualcosa di artificiale in questi piccoli programmi della giornata, servono a nascondere la verità. Le raccontano ogni volta di una vita ordinata e regolare, una vita perfetta. Una vita che va avanti senza di lei. Stanno tutti bene tranne me”;
“Solo l’odore, un indizio che sfugge al controllo e si aggira urlante in mezzo a tutto questo ordine. Un urlo, non un sussurro. E un urlo è sempre disperato”;
“L’esasperazione di Margherita, la sensibilità eccessiva che trasforma ogni filo di voce in grida”;
“…restano in silenzio per tutto il viaggio, sospesi in una infelicità infinita. Che non finirà mai, lui lo sa”;
“Il dolore è come deve essere, sordo e pulsante, come di ossa rotte”;
Ma soprattutto strazianti i bigliettini del figlio:”Mamma che fai, non vedi?”, “ Dove sei?” “ Non vedi quello che ci fa?” e gli ultimi due, che rivelano l’arcano…

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Stanno tutti bene tranne me 2014-01-28 12:56:53 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    28 Gennaio, 2014
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Inside me

Libro molto impattante sul lettore. A me aveva già colpito il titolo, senza conoscere nulla della trama, perché è un’espressione in cui spesso mi riconosco. E l’ho scelto proprio per il titolo. La storia inizia un po’ in sordina. Poi incontri Margherita e la sua vita. Il suo malessere che cresce nel vuoto. Scopri che Margherita legge, legge tanto, come una fuga dalla realtà, come una forma di alienazione. Scopri che il suo stare chiusa in casa le dà anche dolore, perché rischia di farsi tormentare dall’introspezione. La casa è il posto della sua vita solitaria, il posto della sua vita tutta. Sfogliando i pensieri, ti accorgi che il suo rapporto con il marito è sfigurato dal tempo. E dal silenzio. Poi arriva un evento. Improvviso. Imprevisto. La sconvolge. Le fa provare ancora più dolore. E dopo qualche tempo scopre il perché di quell’evento. In un modo che illumina il libro. In queste pagine vedi crescere il dolore sordo e lo senti pulsare. E’ un libro che ti prende, ti aggroviglia, ti stritola. Scritto meravigliosamente.

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