Sono via con Jethro
Letteratura italiana
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Sono via con Jethro....e un pezzetto di cioccolato
Sedetevi nel posto dove preferite leggere, dove sentite forti le emozioni e la mente è libera.
Ora prendete un pezzetto del vostro cioccolato preferito, fatelo schioccare sulla lingua e chiudete gli occhi....
Sentite il tocco freddo e ruvido di quel quadratino sul palato e poi, lentamente, lasciatevi coccolare dal placido fondersi del cioccolato, assaporate quel liquido dolciastro che scivola lungo la gola e che si insinua nella mente e lasciate che una sensazione di calore e piacere vi pervada la bocca e si propaghi per tutto il corpo dandovi una sensazione inebriante e di soddisfazione. E poi, godetevi il retrogusto che vi lascia, con tutte le sue sensazioni.
Ora siete pronti per leggere questo piccolo romanzo, questa piacevole scoperta che non va solo letta, va assaporata.
E tenetevi pronti fin da subito perché Tassini non usa preamboli, non ci sono introduzioni, l'autore non vi guida per mano lentamente nella storia, vi ci butta direttamente.
Sarete nella storia fin dalla prima riga, all'inizio sarete spiazzati ma vi abituerete presto, perché sarete voi ad addentrarvi piano ma inesorabilmente, trascinati da un ricordo passato e una curiosità crescente.
La storia di un padre che sente di non avere più tempo per ritrovare il figlio perduto, che capisce di avere solo quegli attimi prima della fine, prima che cali il sipario e tutto vada perduto, per prendere dal tempo passato qualcosa che possa dare un senso al tempo presente e possa dare una svolta al tempo futuro.
La storia di un uomo che fa un incontro tanto eccezionale quanto casuale, se è vero che esiste un caso, con un personaggio, Jethro, tanto magnetico quanto enigmatico. Un uomo che scopre sulla sua pelle di aver ricevuto dalla vita un dono speciale, una sensibilità particolarmente spiccata che lo rende osservatore e ricettacolo d'eccezione di persone, situazioni e sentimenti. Sì perché persone così esistono realmente, persone che percepiscono prima di altri e che vivono i dolori e le gioie in maniera viscerale ed amplificata, che leggono l'anima, ai quali un'emozione troppo forte può provocare un capogiro.
Riuscirà questo padre a trovare una congiunzione, a cancellare un tempo, forse infinito o forse inesistente, per riportare a sé chi in realtà ed inconsapevolmente non si è mai allontanato?
Riuscirà ad aggiungere qualche tassello al mosaico di interrogativi al quale inesorabilmente la vita mette davanti?
Questa può sembrare la solita storia già sentita, banale e strappalacrime, ma non è così. Non è questo il fine ultimo del romanzo.
Tassini ha una scrittura veloce e scorrevole, mescola magistralmente narrativa e pensiero con uno stile armonico e naturale tanto da non essere mai noioso, così che i pensieri del protagonista sono anche i pensieri del lettore; le sue elucubrazioni, i suoi dubbi e le sue prese di coscienza sono anche le nostre. La penna dell'autore ha in più una spiccata abilità evocativa. Con descrizioni asciutte e rapide vi farà trovare esattamente dove vuole lui, al fianco del protagonista e "vedrete" nitidamente ogni scena e particolare, sentirete i profumi, vi troverete con gli occhi alzati a porvi delle domande, a ripensare ad un qualcosa di accaduto, al volto di un amico, alla sua espressione a cosa voleva dirci.
Perfino i protagonisti, anche quelli secondari, sembrano quasi delle bozze, degli schizzi impalpabili su di un foglio, ma ben delineati. Nessuna ridondanza descrittiva, a volte quasi evanescenti, sono delle leggere pennellate sapientemente inserite in un quadro più ampio, di cui però si palpa l'utilità all'interno del contesto.
Ciò che trasuda da tutta l'intelaiatura del romanzo è sicuramente il concetto del tempo, per secoli oggetto di disquisizioni filosofiche per carpirne la vera essenza.
Ma cos'è il tempo, esiste un tempo reale e ineluttabile o è semplicemente una percezione della mente? Il tempo che si diluisce per lenire i dolori, che si contrae in spasmodici istanti per enfatizzare le gioie.
Il tempo è come un elastico che a lungo può essere tirato, un filo impercettibile che lega eventi e destini. Ma un giorno avviene il colpo di frusta, con uno schiocco l'elastico si riavvolge e, distanti da una vita ci si ritrova uniti in un'istante.
Il finale per alcuni potrà sembrare frettoloso e inconcludente, io credo invece che abbia un significato ben preciso, quanto meno io ho voluto così interpretarlo: il tempo c'è sempre quando lo si vuole, e se a volte il tempo passato può donare delle risposte che servono al presente, ve ne sono altre che bisogna cercare da soli, ponendosi delle domande, per sapere cosa fare del tempo futuro. In fin dei conti "un'osservatore sensibile" trova le soluzioni ai propri quesiti molto prima di chi usa gli occhi della superficialità.
Da leggere sicuramente per la piacevolezza e gli spunti di riflessione che offre. E state pur certi che a fine lettura rimarrete incuriositi e anche dispiaciuti di non poter più essere nella storia, vi spiacerà non essere più con Jethro ma indubbiamente....sentirete ancora il gusto del cioccolato in bocca.
Dany