Sono felice, dove ho sbagliato
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Le pene d'amore
Torna l’avvocato Vincenzo Malinconico nel libro di Diego De Silva, intitolato Sono felice, dove ho sbagliato?. Un libro dissacrante, che provoca, però, nel lettore più di una riflessione.
L’avvocato Malinconico, quasi obbligato dalla compagna Veronica, deve occuparsi di una causa che in realtà lui non vuole proprio. Lui, che è uno che:
“ti travolge l’esistenza”,
è costretto ad ascoltare i patimenti d’amore di certa Maria Egizia, innamorata senza scampo di un uomo sposato, che la usa, per poi tranquillamente tornare, pacificato, in seno alla propria famiglia. Maria però è stufa, e vuole intentargli causa, perché lei è:
“una donna agli arresti esistenziali”.
Le pene d’amore, dunque, hanno diritto ad un equo risarcimento in tribunale? In tema di diritto privato cosa asserisce la legge?
“La soggezione in cui versa la parte debole di una relazione sentimentale inibisca la piena espansione della personalità e della sua vita e questo, a mio giudizio., configura un vero e proprio reato. (…) Perché se in una qualsiasi relazione privata , quando si arreca un danno, si può essere condannati a un risarcimento o quantomeno alle spese (e sul piano esistenziale le spese non sono certo due spiccioli), e in una relazione sentimentale si possono provocare danni permanenti e passarla liscia?”
Le premesse per impelagarsi in una situazione senza sbocco ci sono tutte. Quale sarà l’escamotage dell’avvocato Malinconico per venirne a capo?
Un libro che, sorridendo, e con molta ironia, pone un quesito di difficile analisi. Può esserci giustizia retributiva in amore? In amore tutto si può, ma la sofferenza implicita in un rapporto sbagliato tra due persone, pur persistendo un sentimento reciproco, è rapportabile in un’aula di tribunale? Le riflessioni e le discussioni in proposito sono tante ed hanno un, unico, inevitabile sbocco; ma l’autore sa trasformarle in un narrato gustoso che intriga. Torna un personaggio all’apparenza insensibile e cinico, che tuttavia convince con saggezza e maturità. Un libro all’apparenza ironico, ma al cui interno ha un forte afflato profondo e di sicuro successo. Una lettura che unisce amanti di questioni giudiziarie di lana caprina, ad amanti di storie d’amore e di sentimento. Una bella e simpatica lettura, che tramite un narrato ironico intenzionale sottintende questioni, anche, di natura morale di pregnante interesse letterario.
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Opinioni inserite: 1
Divertente
Malinconico è alle prese con la richiesta molto originale di un’amica della compagna Veronica, che vorrebbe incaricarlo di rappresentarla in una causa parecchio originale, alle soglie dell’assurdo. La donna sostiene vedi essere vittima di un rapporto amoroso ormai impantanato nelle sabbie mobili delle scelte non fatte dal partner già sposato con un’altra: in pratica vorrebbe essere risarcita per il tempo perso a cercare di costruire qualcosa che invece non ha alcuno sbocco per l’incapacità dell’uomo di lasciare la moglie. Malinconico cerca un modo elegante per scansare quella che è una rogna senza validi argomenti legali ma il suo socio Benny Lacalamita si invaghisce della donna e accetta l’incarico di rappresentare lei e un gruppo di delusi d’amore per intentare una specie di class action. Il problema è che Benny vorrebbe consumare con la conquista prima di sfoggiare la sua eloquenza in un’aula di tribunale e si concede qualche innocente bugia per arrivare allo scopo , ms come si sa le bugie hanno le gambe corte….Interessante digressione dell’avvocato più simpatico della letteratura su un aspetto del tema amoroso che nessuno si era mai sognato di portare in tribunale l’infelicita’ di coppia in quanto tale al di fuori di una causa di divorzio. Divertente come al solito.