Sono contrario alle emozioni
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 10
A.A.A. Malinconico cercasi..
Questo terzo appuntamento con l'avvocato Malinconico non è stato all'altezza dei primi due...per un semplice motivo: Malinconico non c'è, non pervenuto.
Si tratta, a mio avviso, di una raccolta di piccoli saggi, per carità...carini, acuti, interessanti, ma slegati fra loro, non incastonati minimamente in una storia, se pur debole, che veda il nostro avvocato in prima linea.
Lui è sullo sfondo, messo lì quasi di forza per poter inserire questo libro nella serie a lui dedicata.
Una piccola furbata, su.
Appunti sparsi, riflessioni un po' random...bellissime le esegesi delle canzoni di Raffaella Carrà, però però...
La penna di De Silva è sempre piacevolissima...il suo sguardo attento, acuto ed indagatore del nostro modo di vivere, di relazionarci con gli altri (ma anche con noi stessi) è sempre quello, e di buon livello.
Ma io volevo lui, cercavo lui...
In "Mia suocera beve" Malinconico dice:
"Io rimugino tantissimo. Quando cammino. Quando lavoro. Quando mi diverto. Quando mi compiango. Quando faccio l'amore.
Soprattutto quando non lo faccio."
Ecco, in questo libro ci sono solo le sue rimuginazioni, solo quelle.
Ma lo perdono...e continuerò a leggerlo.
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Altalenante
Potrei definirlo un libro bipolare…All’inizio te ne innamori, perché il tutto parte con il racconto di chiacchierate dallo psicoterapeuta, che poi alla fine non sono altro che chiacchierate del protagonista con se stesso e l’idea è senz’altro interessante. Poi però il tutto si appiattisce un po’, con alcuni intercalari che sinceramente avrei evitato, tipo il dilungarsi in dettagli sui testi delle canzoni di Raffaella Carrà. E’ un libro che prende e lascia, che vuole e non vuole. La cosa che salvo di più è lo stile perché quest’autore, di cui ho già letto altre opere, è scoppiettante e la sua è una scrittura che cattura. Però avrei gradito un contenuto un po’ più ricco: questo secondo me si dimentica facilmente.
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Senza capo nè coda
Mi sono solo recentemente avvicinato a questo autore di cui ho letto "Mia suocera beve" che mi aveva stregato: a distanza di settimane infatti ridevo ancora al ricordo delle innumerevoli gag. Ma questo libro, ahimè, è davvero brutto. Di Malinconico non c'è solo il protagonista, ma anche il lettore che probabilmente pensa con malinconia alle altre opere dell'autore. Una storia senza capo nè coda, con continui salti di palo in frasca che lasciano il lettore basito dietro le elucubrazioni mentali (anche se dovrei usare ben altro termine) del protagonista, che si auto-psicanalizza dallo psicologo di cui finalmente si libera salvo poi ... tornare tra le sue braccia. Peccato, un'occasione sprecata ed un consiglio: cari autori, se scrivete dei bei libri e poi vi manca la vena creativa, non è che ve lo ordina il medico di scrivere. Prendetevi una pausa e godetevi i soldi guadagnati...
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Quando inizia la storia?
Romanzo scritto (con ironia ed arguzia) mettendo insieme riflessioni sparse... che, ad essere onesti, non vedo perchè dovrebbero interessare. Di un trattato di filosofia spicciola non sentivo la mancanza. Più andavo avanti più mi chiedevo "quando inizia la storia?" E i simpatici personaggi dei due romanzi precedenti?
Mah...per me, un'occasione mancata, una piccola delusione. Malinconico.
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Meglio chiamarlo raccolta di siparietti
Mi aspettavo una storia, una trama, ma questo libro non ne ha; lo assimilerei ad un piccolo saggio per esempi, il cui argomento non saprei identificare, dati i disparati oggetti dei capitoli; non che non sia scritto ironicamente ed non sia estremamente godibile in alcuni passaggi, ma il minimo che si debba fare in questi casi è informare i lettori prima dell'inizio della lettura del fatto che si tratti non di una storia ma di un insieme di riflessioni a briglia sciolta; nel caso non lo si faccia, come in questo caso, si incappa in delusione ed un pò di risentimento
Unica nota positiva, l'estrema arguzia intelligenza ed ironia dello scrittore; leggerò altri suoi libri (questa volta con una trama, spero) per valutare meglio se lo scrittore ed il suo operato siano a me confacenti!
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- sì
- no
Avvocato Malinconico, dove sei?
Il primo libro di Da Silvia che ho letto, "Non avevo capito niente" mi era piaciuto in un modo totalizante. Mi ero ritrovata a ridere e arrabbiarmi vistosamente contro e con l'avvocato Malinconico, e me ne ero perdutamente innamorata.
Ma se il nostro idillio già era andato scemando con "Mia suocera beve" con quest'ultimo tomo posso dire senza dubbi che la fiamma della nostra passione s'è estinta.
Peccato.
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Da non comprare...
De Silva è un grande scrittore. Il suo stile è fluente e saprebbe scrivere bene anche la lista della spesa, ma dopo due splendidi romanzi con protagonista l'avvocato Malinconico, questa volta si è limitato ad assemblare riflessioni episodiche, poco interessanti e ripetitive, eliminando del tutto qualsivoglia forma di trama. Le pagine sono poche, scritte con carattere 15, ma comunque ho faticato non poco a finire il libro! Forse De Silva doveva pagare l'ultima rata del mutuo e visti i tempi che corrono...
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delusione
Che delusione... Mi sono innamorata di Malinconico dalla prima pagina di Non avevo capito niente, l'idillio è continuato con Mia suocera beve ma con questo ultimo libro il colpo di fulmine è tragicamente finito.
Mi considero davvero una fan di Da Silva, ma forse questo libro è uscito "troppo in fretta". Scarno, le pagine hanno poco da raccontare, banalità già sentite e già lette. La Raffa nazionale può anche piacere per carità, ma si filosofeggia sulle sue canzoni decisamente troppo!
Dov'è la storia di Malinconico? Se non fosse per quelle paginette di vita con Viola avrei lasciato il libro a metà... Buona l'idea dello psicoterapeuta, ma non è sviluppata a sufficienza.
Mi auguro di poter rileggere un buon libro con una storia con "capo e coda" nei prossimi anni.
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Furbata
Quando si crea un personaggio ispirato e divertente è ormai consuetudine riproporlo all'infinito anche quando non si ha più nulla di degno da fargli dire...(basta spillare soldi ai lettori direi non senza un pizzico di risentimento !). Ci è cascato pure De Silva, anzi...io che ho comprato il libro.
Questa volta Vincenzo Malinconico si limita a pensieri in libertà sui più svariati ed insulsi argomenti, due o tre paginette l'uno, ovviamente è un'accozzaglia di luoghi comuni, battutine di bassa lega che non fanno ridere , parolacce (che per carità in bocca a Malinconico ci stanno pure ma qui sono utilizzate per strappare la risata , vuol dire che non fai davvero ridere...), senza l'ispirazione che aveva così brillantemente sorretto il personaggio nei due racconti precedenti.
In certe pagine mi è risultato persino NOIOSO che, dati i precedenti , è qualcosa di incredibile. Forse Da Silva voleva fare "Le leggi di Malinconico" sulla falsariga delle famose "Leggi di Murphy", ma non ci ha "azzeccato" proprio !. Io mi aspetto che uno scrittore che si affida a dei "corti" per esaltare il suo protagonista sia arguto ed illuminante , qui Malinconico non ha nemmeno acceso la luce...
Vincenzo Malinconico strappato da un contesto che abbia una trama, un minimo di filo logico si perde, soprattutto se le battute e le considerazioni che fa sono così insulse : un paio di episodi appena divertenti su 160 pagine mi sembrano pochini...
La cosa più interessante è l'analisi delle canzoni di Raffaella Carrà ed il loro impatto social culturale sulla nostra società ...fatevi un'idea ! Tra l'altro la musica come colonna sonora delle proprie elucubrazioni non è proprio un'idea originale, anzi, Nick Hornby ha già fatto qualcosa di simile. Forse avevo delle aspettative troppo alte, forse il libro precedente che ho letto in confronto era troppo bello ma questa volta De Silva mi ha davvero deluso !
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Chissa se và ma sì che và
In questa storia ci sono uno psicologo Mr Wolf, il primo a mia memoria, che manda al diavolo un proprio paziente e arriva a rimbosargli 80 euro di onorario,c'è Vincenzo Malinconico,il protagonista,di professione avvocato capace di rompere i c... al suo psicoterapeuta di cui sopra, capace di innamorarsi durante un check in di Gigliola Imbriaco,bella e seducente come l'attrice Emmanuelle Bèart, capace di rompere anche con quest'ultima per poi non rassegnarsi alla fine di quest'amore struggente e quindi capace (perchè Malinconico la vita se la deve complicare!) di finire a letto con la sua migliore amica, Viola, prima che la stessa convoli a giuste nozze con Marco,povero diavolo!.Bel casino ,vero? E doveste vedere quello che c'è nella testa di Vincenzo!
Ma questo romanzo sarebbe la solita storia d'amore complicata se non ci fosse Raffaellà Carrà.
No, non sono impazzito , ma credetemi, quando l'avvocato Malinconico comincia a discorrere di "Rumore" per poi passare a "Forte,forte forte" e finire con "Chissà se va" vi renderete conto che si può parlare d'Amore ,quello con la A maiuscola,senza essere banali anzì più profondi di una poesia di Prevert ricorrendo a quelle che ingiustamente definiamo canzonette.
Dunque prima di cominciare a leggere questo libro vi consiglio di cercare su Yuo Tube : Peppino di Capri in "Piano piano Dolce dolce" e di lasciarvi cullare dalla musica anni settanta, sarà l'atmosfera giusta per gustarvi al meglio questa lettura:
...E cerco di distrarmi e non pensare
ho tanti inviti e dico sempre no
Potresti farti viva all'improvviso
e che diresti se non fossi qui...