Smith&Wesson
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
In caduta
Prendi le cascate piu' famose, uno strapiombo americano dove la gente si diletta in luna di miele, o si suicida : Niagara.
Prendi un truffatore/inventore che all'apice della sua carriera stila statistiche meteorologiche, tra una fuga e l'altra : Smith.
Prendi un mezzo fallito, che come il padre vorrebbe recuperare dal fiume corpi vivi, invece raccatta solo cadaveri : Wesson.
E dire Smith & Wesson e come dire il Gatto e la Volpe, una coppia di fatto, non ci si puo' esimere dalla tresca in particolar modo se la musa ispiratrice e' Rachel ,giovane e delusa, che cerca di emergere nella vita attraverso il violento ribollire del Niagara in una primavera del 1902.
Ultimo e non meno importante aggiungo io Alessandro Baricco che normalmente emoziona, colpisce, scalfisce, si fa ricordare. Qui tutt'al piu' si lancia in caduta libera, per atterrare - giusto per restare in tema - in un poco auspicabile buco nell'acqua.
Scritto come una sceneggiatura, il libro conta dialoghi brevissimi ed interlinee fenomenali, così che chi poco legge ancora di meno stringe, si liquida in un'oretta tra una perplessita' e l'altra.
Ambientazioni piuttosto superficiali, trama inconsistente, gergo a tratti scurrile, sforzandosi di essere ilare l'autore talvolta fa sorridere, ma non basta. Bella l'idea di censire la vita della gente per immortalare una cronologia del meteo, ma tolto questo cosa resta ?
Direi che avendo letto quasi tutti i suoi romanzi questo e' indubbiamente il peggiore, figlio di un'idea potenzialmente considerabile sì, ma vacua e ben poco sviluppata.
Diciamo che per quanto si scavi nel cilindro del mago, non sempre si agguanta un coniglio, talvolta capita di inumidirsi la mano con uno spruzzo d'acqua evanescente.
Anche il Niagara evapora.
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Una 357 Magnum per il tiro a segno con la vita
Smith & Wesson, nella realtà due imprenditori vincenti, nel viaggio della fantasia di Baricco due perdenti truffatori che si riscattano in una giovane giornalista e nella forza dei suoi sogni... Talvolta i sogni camminano sulle gambe degli altri, sembra dire l'autore, e anche se si infrangono nelle rapide di una cascata, scavano un solco profondo nei cuori di chi li ha condivisi per rimettere in sesto la vita....Un libro delicatissimo, scritto con il solito stile originale e coinvolgente di Baricco, che trasmette, attraverso le parole, il riscatto dell'anima. Dopo la lettura, nonostante la tragedia annunciata e poi consumata, resta il sorriso ed una sorta di serenità di fronte alla vita che resta, quest'imbarazzante circostanza che è impossibile non amare....e che continua come un fiume in piena, come quelle rapide del Niagara, nel ricordo di coloro che ci hanno insegnato ad amarla fino in fondo, fino all'estremo sacrificio. Un libro da leggere trattenendo il fiato fino alla fine, riemergendo dalle rapide con il sorriso e la speranza di nuovi impareggiabili traguardi.
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Impresa impossibile
Mr. Smith è convito di avere brevettato un metodo straordinario per la predizione del tempo. Prende nota delle condizioni atmosferiche dei giorni passati, sentendo le storie della gente, leggendo qua e la. Sapendo il tempo degli ultimi decenni in un dato luogo è convito di prevedere le condizioni atmosferiche che verranno in quello stesso luogo. Mr. Wesson conosce a memoria ogni zona, angolo, corrente, delle cascate del Niagara. Wesson, per sapere che tempo fa domani, guarda il colore del fiume. Ogni quattro mesi sta a letto cinque giorni per riequilibrare gli organi interni.
Due personaggi frutto di un’immaginazione tipica di Baricco, che si incontrano nello scenario delle cascate del Niagara e danno vita ad un incalzante e serrato dialogo. Quando Rachel irrompe nella scena inizia una sfida impensabile, lei è una giornalista in cerca di una prodezza da narrare, qualcosa che nessuno ha mai fatto e mai si sognerebbe di fare, lanciarsi dalle cascate dentro una botte. Chissà se la storia di Rachel riuscirà ad essere tramandata?
Impresa folle, personaggi bizzarri e ambiente onirico, Baricco racconta questa stravagante avventura in forma di copione teatrale, moltissimi dialoghi serrati intervallati da brevi narrazioni. Gradevole alla lettura, ma di certo non tra le migliori opere di Baricco.
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Tom & Jerry
“Smith & Wesson” (di nome sono Tom & Jerry!) sono gli originali interpreti di quest’opera di Alessandro Baricco.
Wesson vive in prossimità delle cascate del Niagara (“Ho un chiosco, giù, alle cascate… souvenir”), conosce il fiume (“Guardo i colori e guardo come si muove il fiume, quanto è alto, quanto è veloce…”) e ivi pratica un’attività inconsueta (“Lei negli ultimi ventiquattro anni ha ripescato 127 corpi dal fiume…”).
Smith giunge lì per sfuggire a un passato truffaldino (“Sta di fatto che è ricercato per debiti in quattro stati dell’Unione”).
Ai due strani tipi si associa “Rachel Green… inviata del San Francisco Chronicle”.
La ragazza è alla ricerca di un’affermazione come giornalista e scrittrice (“Allora la notizia la creo io”) ed è disposta a tutto pur di emergere. Emergere nel vero senso della parola, visto che i tre squattrinati (“Bene, coi miei fanno in totale circa diciannove dollari”) insieme concepiscono un’impresa folle: Rachel tenterà un salto dalle cascate in una botte di birra (“Bisogna infilare quella ragazza in qualcosa che galleggi…”) e verrà ripescata da Wesson (“C’ho la mappa in testa. La mappa del fiume. Me la sono costruita a forza di provare…”).
All’inventiva di Smith viene invece affidata la messa a punto dei dettagli tecnici del grande salto (“Le ho applicato alla parete della botte un carillon, quando parte lei tira la cordicella, lui inizia a suonare. La carica dura tre minuti e dodici secondi: è il tempo che lei ha prima che finisca l’aria”).
Sullo scenario delle “Tre sorelle” (le isolette nel fiume), di Tower Rock e di Great Falls (“Per lui quelle non erano cascate, erano un palcoscenico”) si scatena un finale apoplettico (“Sono cinquanta metri che finiscono all’inferno, Wesson!”): mentre il teatro si trasforma in botte, gli spettatori puntano i loro occhi atterriti sulla sorte di Rachel e Smith & Wesson si trasferiscono in Messico (“Smith & Wesson, spara con noi”)...
La storia è piuttosto coinvolgente: inscena le paure (“Non ho mai sofferto di vertigini, giuro”) e il dramma umano della ricerca della fama e del successo attraverso la spettacolarizzazione delle proprie abilità (“Seminiamo immaginazione, e follia e talento”) e dei propri istinti naturali di affermazione.
Bruno Elpis
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Due macchiette incoscienti
Si chiamano Smith & Wesson. Di cognome. E non è una pistola. Si chiamano Tom & Jerry. Di nome. E non sono due cartoni animati. Però sono due macchiette, molto caratteristiche, veramente sgangherati e strampalati. Si trovano, un po’ per caso, insieme, alle cascate del Niagara e, altrettanto per caso, vengono coinvolti dall’entusiasmo di una giovane donna che ha un’idea folle e ne vuole uscire vincitrice. Tutto il libro è scritto nello stile di un pezzo teatrale, che è uno stile che, personalmente, non amo molto. Si legge velocemente, in un soffio, ed è un crescendo, come tanti libri di quest’autore. Più ti avvicini al finale, più acquistano spessore. L’intervento della Signora Higgins è la parte che dà un senso al tutto, con delicatezza ed eleganza. Simpatica è la parte in cui si scorre il tempo del 21 giugno di un ampio ventaglio di anni, perché è vero che la nostra vita è fatta di eventi che ci possono permettere di ricordare, anche a distanza di tanti anni, un dettaglio così poco significativo come il tempo che faceva in un determinato giorno di tanti anni prima. Sgangherato, ed originale, è l’omaggio che nel finale Tom & Jerry fanno a Rachel. Forse non è il libro migliore che ho letto di Baricco, ma anche con quest'opera si conferma uno scrittore che decisamente ama sperimentare, e questo è un grande pregio per un autore.
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Un imbroglione, un pescatore di uomini
La scena si svolge presso le cascate del Niagara, dove nel 1902 Smith e Wesson si incontrano per la prima volta e formano un improbabile duo. A stravolgere tanto la loro permanenza alle cascate quanto le loro vite è l’arrivo della giornalista Rachel Green, decisa a buttarsi in un’impresa eclatante e pericolosa.
Alessandro Baricco è uno di quegli scrittori che o si amano o si odiano. Ho letto, o meglio divorato, tutti i suoi libri, per cui credo sia facile intuire la mia posizione riguardo questo scrittore. Tuttavia, a dispetto del mio grande amore per lui, due o tre libri mi hanno delusa, ma Smith&Wesson non rientra tra questi.
All’inizio ho parlato di scena perché Smith&Wesson è una sceneggiatura teatrale vera e propria, sebbene lo stile semplice ed essenziale e i personaggi un po’ strambi, a tratti profondi, la rendono particolare e insolita.
Due sono le pecche che ho trovato in questo libro:
1) la trama, forse eccessivamente semplice, ma nonostante questo per qualche strana abilità Baricco riesce sempre ad evitare la banalità;
2) l’ eccessiva brevità: se dovessi definire Smith&Wesson con una parola, questa sarebbe effimero. E’ una caratteristica che ricorre in tutti gli scritti di Baricco, ma in questa sceneggiatura più di tutti gli altri. E’ una storia che scorre via, come se ti sfuggisse dalle mani, ma non è per forza detto che sia una cosa negativa.
A tratti quasi comico, a tratti commovente, a volte triste, se siete amanti di Baricco questo libro non vi deluderà di certo. Se non avete mai letto questo scrittore, Smith&Wesson è un buon libro per iniziare a farlo, con la consapevolezza che, come per tutti i suoi libri, i personaggi che lo popolano e le loro azioni sono a volte astratte, quasi incomprensibili, sospesi tra la nostra dimensione e un’altra che ci sfugge.
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Alla ricerca della vera vita, anche dopo la morte
L'anno è il 1902, il luogo è una trasandata baracca posta vicino al fiume Niagara. Tom Smith è un truffatore fraudolento che fa il meteorologo basandosi su un modello statistico alquanto stravagante, mentre Jerry Wesson possiede un chiosco nelle vicinanze e prevede il tempo limitandosi a osservare il colore del fiume. Tutto (a)normale mentre i due protagonisti scapestrati discutono - talvolta anche animatamente - del nulla più assoluto, almeno sino a quando non conosceranno la giornalista Rachel Green. Sarà proprio lei, stanca di trascorrere più tempo in ginocchio sotto la scrivania del capo che a scrivere articoli, a affidarsi alla 'strana coppia' per non perdere il suo lavoro e per sentirsi finalmente vivere. E le conseguenze della loro fruttuosa (?) collaborazione non potranno che essere allo stesso tempo sia nefaste sia gaudenti, punti di vista permettendo.
Tra un passato di fave vomitato in compagnia del cognac e una botte che rappresenta metaforicamente una vita atrofizzata dalla routine e dall'ordinario, Baricco ci pone dinanzi a una sceneggiatura istrionica, dalle sfumature moderne e dannatamente originale.
Partendo dal presupposto di Smith riguardo la vita, che è 'un'imbarazzante circostanza che può riservare impareggiabili soddisfazioni.', e il diktat di Rachel riguardo il loro obiettivo in comune, che deve essere 'quello che vogliamo tutti [...]: esistere.', si ripercorrono qui le orme di un innovativo teatro pirandelliano perennemente sospeso fra le varie dicotomie esistenziali. Sì, innovativo perché la figura di Rachel è talmente esasperata dall'anonimato che, pur di uscirne, è disposta anche a saggiare la morte, tanto '...prima, ecco, prima sì, morivo ogni giorno un po', quello era morire. Ma in un modo che, francamente, non fa per me.'
Una menzione particolare merita la perfezione nell'utilizzo della punteggiatura, che addirittura ha il pregio di velocizzare la lettura e di conferire al testo un ritmo accelerato, sincopato, sempre più frenetico e incalzante fino alla statica, mortale nota di colore ironica. Giusto il tempo di una breve, fugace, istantanea risata per poi ri-immergersi nuovamente nella lettura 'esasperata' in attesa della pausa successiva.
Ne risulta quindi un delizioso valzer che regala sensazioni di coinvolgimento, divertimento e che si complementarizza con la trama semplicissima e priva di raffinatezze estetiche, aborrendo ''Questo strano bisogno di correggere le piccole imperfezioni...'.
'Faremo accadere qui qualcosa che non è mai successo prima.', afferma Rachel con convinzione, '...perché non la voglio dar vinta a quei porci, non voglio tornare a casa da mio padre e non desidero rinunciare ai miei sogni.' e '...perchè se mi arrendo questa volta mi arrenderò tutta la vita.'. Ed effettivamente sarà così.
Con l'ultimo capitolo che si proporrà di risolvere la questione esistenziale riguardo il dare un senso alla propria vita attraverso la popolarità o crogiolarsi abulicamente nello stagno dell' apatia e della (a)normalità.
Capolavoro contemporaneo che si riallaccia a doppio filo alla letteratura che scavalla l'Ottocento e il Novecento. Consigliato a tutti, in particolare ai cultori del romanziere di Girgenti.