Smamma Smamma

Smamma

Letteratura italiana

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Può darsi che i vostri figli siano allegri, loquaci e premurosi. Che leggano "I Malavoglia" con piacere, che vadano bene a scuola (ma senza essere secchioni), che rifacciano il letto con gaiezza, che stendano i panni senza chiedere in cambio sette euro. Bene. Bravi loro, bravissime voi. Ma se per caso questa è solo la versione che date alle vostre amiche, se le lacrime che vi assalgono appena posate gli occhi sui vostri virgulti non sono d'orgoglio, ma di disperazione, allora questo libro vi salverà il buonumore. "Smamma" è la cronaca del rapporto tra una madre solare e ironica e un figlio scontroso e ribelle. In una parola: adolescente.



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Smamma 2015-12-08 14:08:45 katia46
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katia46 Opinione inserita da katia46    08 Dicembre, 2015
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Scene di vita quotidiana

Smamma, di Valentina Diana, un romanzo con il quale ho avuto un rapporto di amore e odio. L'ho cominciato con entusiasmo. Finalmente, mi dicevo, una madre che racconta le difficoltà di crescere e di vivere, soprattutto, con un figlio adolescente. Io, madre di un quattordicenne, mi ci sono fiondata tra le pagine. Come tutte le madri anche la protagonista e voce narrante ha un modello con il quale confrontarsi, quello di madre perfetta, ma non lo siamo e forse è proprio questo il nostro problema. Dovremmo smetterla di sforzarci, di tendere alla perfezione. Guardiamo le vite degli altri, la protagonista lo fa, i figli degli altri, come fossero la perfezione, ma nelle pieghe della loro vita spesso poi ci rendiamo conto che non è così. La protagonista compra Il manuale dello Specialista Tedesco, con la speranza di leggere e imparare come essere una madre "normale", brava, attenta. Quale madre non l'ha fatto? non l'ha sperato? Ma i figli sono un'altra cosa da quello che noi speriamo, da quello che noi progettiamo. Con una scrittura fluida, a tratti esilarante, senza nessuna pretesa di dire massime universali, la scrittrice ammette quello che ogni madre almeno una volta nella vita vita ha confessato a se stessa. "Chi diavolo siano queste creature impenetrabile che avete generato, e soprattutto come sia possibile che non vi assomiglino neanche un po'; da quale pianeta provengano e perché si aggirino per casa modificando lo spazio e il senso di tutte le cose, compreso quello della vostra esistenza..."
Il romanzo scorre leggero e brioso, scene quotidiane, semplici, vita di tutti i giorni che si dispiega nelle pagine: una torta da preparare, la tavola apparecchiata, il colloquio con le insegnanti, scene ordinarie, che con un figlio ribelle e scontroso, diventano straordinariamente complicate, ci mettono in difficoltà. Non mi è piaciuta la figura del figlio: non viene fuori. Resta ai margini del racconto, sebbene ne sia il protagonista. Non sono riuscita a sentirlo, a partecipare alle scene, che a tratti mi sono sembrate piatte, quasi che la guerriglia quotidiana sia più uno stereotipo che una realtà di fatto. Una cosa è certa: l'adolescenza e tutti i suoi problemi, è un'affare femminile. Siamo noi mamme che la subiamo di più. Anche se il compagno confessa una grande verità: "Non c'è un lieto fine nel rapporto tra una madre e un figlio adolescente,- ha detto G mentre girava lo zucchero nella tazzina.- Il lieto fine è la fine dell'adolescenza".

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Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a tutte le mamme che guardano i figli delle loro amiche e pensano che siano "perfetti"
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