Senza coda
Letteratura italiana
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Senza coda
Questo romanzo semplice e diretto, scritto alla perfezione mi ha ricordato un altro capolavoro, forse più famoso, Io non ho paura di Ammaniti. La scrittura è semplice, essenziale, non annoia mai e riesce a tenere sempre il lettore sotto tensione perchè le dinamiche della famiglia di Pietro, il protagonista dodicenne, si chiariscono poco alla volta, fino al necessario finale. Non conoscevo l'autore, forse alcuni suoi titoli avevano creato in me un pregiudizio, ma ora dovrò rimediare.
Il titolo richiama il rapporto del ragazzino con il padre e con l'ambiente del padre: una lucertola in certe condizioni per salvarsi rinuncia alla coda, ma un ragazzino che deve lasciare al padre? Il padre di Pietro pretende oltre al sacrificio degli affetti l'anima.
Indicazioni utili
Senza coda
Con questo romanzo Marco Missiroli esordì nel 2005, premiato l'anno seguente col Campiello Opera Prima.
Le tematiche affrontate da questo giovane e talentuoso autore, qua come nei lavori successivi, sono forti e ardite, destinate a lacerare il muro del silenzio su certuni argomenti spinosi e a provocare sconcerto nel pubblico.
“Senza coda” è una storia di infanzia annientata, di contesti sociali e familiari violenti.
Il legame tra un padre e un figlio non sempre è contraddistinto da amore, dedizione e protezione; talvolta il destino ti assegna una famiglia “sbagliata”, dove il il gelo affettivo si sostituisce al calore, dove le minacce prendono il posto dei doni, dove le percosse si alternano alle carezze.
Il piccolo Pietro è una figura stupenda, destinato ad accompagnarci lungo il doloroso percorso che lo condurrà per sempre lontano dalle gioie e dalla spensieratezza di bimbo, per approdare nel mondo buio e complesso degli adulti che lo circondano.
Il sole, le risate, i giochi cedono il passo alla scoperta del male, del pianto, delle ingiustizie.
E' una lettura che fa male, che commuove e indigna, inchiodandoti ad immagini di una vita ingiusta, di una vita derubata dei sogni e della magia per mano di adulti “corrotti”nel cuore e nella morale.
Lo stile di Missiroli è già delineato superbamente in questo romanzo d'esordio, incantando con una scrittura marcatamente visiva, in cui colori e odori sono palpabili e immediati, capaci di raffigurare il mondo esterno con realismo e suggestione.
L'ambiente in cui si muovono i protagonisti è importante e decisivo per comprenderli ed entrare in sintonia con essi, per poter percepire l'influenza esercitata dal contesto circostante, per addentrarsi nella dinamica delle relazioni interpersonali.
Vincente l'idea narrativa di infondere al racconto un alone di mistero, pronto a diradarsi solo al termine dell'evoluzione del personaggio; una caratteristica costante della penna dell'autore in grado di offrire un valido supporto alla compiutezza dei contenuti.
Le immagini sono forti e crude, pronte a creare un climax teso e a trasportare il lettore all'interno di un tunnel freddo e nebuloso, al termine del quale tutto assume un significato; i “perché” disseminati lungo il cammino si ricompongono come mille tessere di un puzzle, sfociando in una storia di vita dai contorni netti e vividi.
In conclusione, già con questa opera prima inizia il viaggio dell'autore nelle pieghe dolorose e buie dell'animo umano, rappresentando con acume la società di ieri e di oggi.