Sei come sei
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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Sei come sei di Melania Mazzucco
Bellissimo. E importante. Bellissimo per lo stile e la forma. Importante per il contenuto: un romanzo che affronta uno dei temi più attuali e scottanti del nostro tempo. Eva è la protagonista adolescente, figlia di due padri che l’hanno voluta e amata, che hanno lottato perché la loro scelta audace e trasgressiva potesse essere accettata dall’opinione pubblica, che, pur abbandonandosi a dichiarazioni di principio aperte e liberali, si rivela poi spesso discriminatrice e retrograda.
Eva trascorre un’infanzia felice, circondata dall’amore di Giose e Christian, un artista in declino il primo, intellettuale sofisticato il secondo. Se Giose è sempre stato consapevole della propria omosessualità, Christian la scopre poco alla volta. La sua scelta di condividere la vita con Giose provocherà sgomento e tacita disapprovazione nella sua famiglia e dolore nella moglie che abbandona.
Amore e diversità sono i temi centrali di questo romanzo, che vengono affrontati e approfonditi con grande sensibilità dalla Mazzucco: amore e diversità che non dovrebbero mai essere in contrapposizione o in antitesi. Ciò non significa che non ci si debba porre dei quesiti che investano la sfera della coscienza. È Christian stesso che si chiede se la loro scelta non sia egoistica e non possa generare una crisi di identità sessuale nel figlio che desiderano avere, e quale credito si debba dare all’opinione corrente che un bambino debba crescere con una figura materna e una paterna. È Giose che trova le parole giuste per rispondere ai dubbi del compagno: “alcuni hanno il privilegio di essere amati, altri no. Alcuni sono educati alla libertà, altri sono schiavi della guerra, della dittatura, del fanatismo religioso ……. Chi nasce nero non è bianco, chi nasce malato, non nasce sano, chi nasce povero nasce svantaggiato. …. I figli … sono individui … ciò che ci rende diversi dagli altri può salvarci.”
La fuga di Eva alla ricerca del padre Giose, da cui l’ottusità della legge degli uomini l’ha separata, dopo la morte del padre Christian, di cui porta il cognome, è la dimostrazione di quanto l’amore non possa né debba essere ostacolato. Come non riflettere sui danni psicologici che può subire un adolescente strappato ai suoi affetti, solo perché questi non rispondono ai canoni della morale comune, con quale arroganza stabilire che un individuo con una capacità infinita d’amare non possa essere un genitore degno solo perché omosessuale?
Queste considerazioni che hanno come perno i protagonisti, inducono a ulteriori riflessioni non di minore importanza. Una fondamentale riguarda il tempo ed è anticipata con il capitolo che costituisce l’incipit del romanzo ed è intitolato “L’anno zero”. Qui la Mazzucco si addentra in considerazioni filosofiche affrontate con chiarezza e semplicità. Amplierà il discorso nel corso del romanzo. Ciò che è interessante è l’ affermazione della relatività del tempo, che muta per ciascun individuo, che non può essere qualcosa di universale e statico. Il riferimento all’anno zero, quello che è tra l’anno I avanti Cristo e l’anno I dopo Cristo, il vero tempo cioè, quello che esiste al di là di ogni convenzione, dimostra come le ore, i minuti che noi viviamo siano horae inaequales. “Un attimo, un’ora o un giorno esistono solo in rapporto agli eventi che li definiscono.” Dice Christian.
Da tutto il romanzo traspare inoltre la profonda conoscenza della Mazzucco della storia dell’arte e della cultura classica: elemento che contribuisce ad arricchire la narrazione di dettagli interessanti, mai pedanti.
Lo stile e la forma del romanzo vedono un alternarsi dell’uso del passato e del presente: il passato allunga i tempi degli avvenimenti raccontati, il presente , con la sua contemporaneità li accelera. Una raffinatezza squisita ed esemplare.
La storia di Eva, dunque, affronta una delle problematiche più attuali dei nostri tempi e il personaggio stesso, questa adolescente “in progress” o “on the road”, può essere a ragione considerato l’espressione più significativa del Picaro del ventunesimo secolo.
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Opinioni inserite: 7
Inno all'amore e alla libertà
Un romanzo che è un viaggio continuo. Un viaggio geografico (dentro l’Italia stessa fino all’est Europa) ma soprattutto un viaggio metaforico: tra passato e presente, tra padre e figlia, tra vite ed eventi, tra protagonisti e personaggi secondari… Tra anime e cuori.
Sono infatti questi due elementi attraverso cui Melania Mazzucco ci conduce, con uno stile che si alterna fra vocaboli diretti ed estremamente semplici, a descrizioni forse un po’troppo prolisse e dettagliate di azioni e peregrinazioni.
Tratteggiati benissimo, invece, sono i personaggi di Eva e Giose: la prima una ragazzina di undici anni, molto più matura e sensibile della sua età, appassionata di lettura e scrittura, che vive reagisce con tutto il coraggio che richiede il menefreghismo alle feroci cattiverie dei compagni di classe in quanto figlia di una coppia omosessuale. Il secondo, ex cantante e musicista di discreto successo, è un uomo tormentato e dal passato difficile e ormai rassegnato alla decadenza ma non alla perdita della custodia dell’adorata figlia.
Nonostante la lontananza e la separazione forzata, l’affetto fra Eva e Giose è fortissimo ed intenso ed entrambi non smettono mai di pensare l’uno all’altra, di pensare al padre di lei e compagno di lui Christian e a quella felicità perfetta che la sua presenza assicurava e che la morte sembra aver disgregato per sempre, creando una ferita che sono un tanto cercato ricongiungimento tra genitore e figlia può sanare.
“Sei come sei” è un romanzo, ma anche un lungo e concitato inno alla vita, alla libertà, all’amore, una condanna contro una società che non accetta una presunta “diversità” per paura, pregiudizio e stupidità.
In parole povere, è semplicemente bellissimo: altro non serve per descriverlo.
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Una storia da tutti i giorni
Melania Mazzucco entra nella quotidianità di una famiglia diversa da quelle a cui siamo, purtroppo, abituati noi italiani e ce la descrive come la più delicata e semplice delle storie. Due padri, una figlia, una morte e una devastante separazione sono le colonne portanti di questo libro che esplora una parte della nostra società che è sempre in ombra, esiste ai limiti della normalità e ci tocca appena appena senza disturbarci troppo.
Al di là delle manifestazioni, della Chiesa e della legge Melania Mazzucco racconta le vite di persone costrette a superare continuamente ostacoli per ottenere quella tenera quiete propria della famiglia. Non una famiglia qualsiasi, beninteso, ma una famiglia, forse un po' fuori dagli schemi per il mondo di oggi, dove l'amore è il motore di tutto.
Con grande capacità narrativa l'autrice tocca temi molto sensibili che vanno dalla paternità all'adolescenza passando per l'amore, l'abbandono e la tragedia. Il libro infatti racconta la storia d'amore di Giose e Christian, i problemi di una piccola adolescente un po' strana, la fatalità di uno screzio tra compagni di scuola. Il tutto tenuto insieme dal dolore di Eva per la morte di un padre e la separazione dall'altro per colpa di una legge che non riesce a capire e che nessuno si preoccupa di spiegarle.
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Il cigno nero è monogamo e fedele
“Sei come sei” di Melania Mazzucco è un romanzo che, per il tema trattato, è destinato a far discutere. Perché coinvolge principi etici, scelte fondamentali, concezioni basilari. Perché l’argomento, in fondo, è soltanto e semplicemente la vita…
Eva, adolescente figlia di due padri, ha trascorso l’infanzia con due genitori di sesso maschile, che l’hanno desiderata e amata, in ciò pienamente ricambiati dalla figlia, nonostante Christian e Giose siano così diversi tra di loro per estrazione familiare (“Non era mai riuscita a capire come suo figlio, tanto delicato, colto e cerebrale, si fosse potuto innamorare – e definitivamente – di un uomo come Giose, così grezzo, istintivo e spudoratamente sessuato”) e per carattere (“Ma lui era diverso. Giose non si vergognava di lasciarsi guardare dentro. Non aveva mai considerato disdicevole esporre al mondo le sue viscere, i suoi impulsi, le sue piaghe, le sue gioie”).
Quando Christian muore in un incidente con la moto, il sistema giuridico italiano scatta a tenaglia e interferisce con l’equilibrio della famiglia non tradizionale, strappando Eva al genitore superstite. L’adolescente è costretta a vivere a Milano con gli zii, ma ben presto si ribella alla derisione dei compagni di scuola (“Lui però deve farsi spiegare perché ha spinto un suo compagno di classe sotto la metropolitana”) e affronta un viaggio attraverso l’Italia: destinazione Giose, che vive isolato sull’Appennino abruzzese, squattrinato, con un passato fallimentare di cantante, ormai quasi rassegnato alla perdita della figlia.
Di fronte alla determinazione di Eva, anche Giose reagisce al sistema e, pur nell’alveo delle regole istituzionali e con il vincolo di non nuocere alla figlia, la riaccompagna a Milano, ben disposto a combattere per riaverla con sé.
Gli interrogativi che il romanzo pone sono davvero tanti.
L’amore ha un genere (“Io l’ho sposato per sempre, il mio Giose, anche se nessun documento lo registrerà mai”)?
Il desiderio di paternità può prevalere sulle leggi naturali (“Il cigno nero è monogamo e fedele, ma sessualmente indeciso, e può scegliersi come compagno anche un maschio. Ciò non gli impedisce di avere una prole…”)?
Il sistema giuridico italiano è attagliato alle complessità reali?
Esiste la felicità e tutti la possono ottenere (“Impossibile è solo ciò che non accade”)?
Queste sono soltanto alcune delle domande, alle quali ciascuno liberamente risponde secondo coscienza, ideologia, sensibilità personale e formazione culturale. L’importante, forse, è che la risposta non sia condizionata dal pregiudizio.
Il finale del romanzo di Melania Mazzucco è sottilmente aperto, ma lascia intravedere quali siano le simpatie dell’autrice...
Bruno Elpis
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Terrificante...
E' il libro più brutto che ho letto negli ultimi anni.
Accanito amante del cinema e del libro "letterario", di solito non metto per iscritto le mie opinioni su ciò che vedo o leggo se non con chi condivido le stesse passioni.
Per "Sei come sei" ho voluto fare un'eccezione; mi ha talmente irritato la sua lettura (consigliata da mia madre, che chissà quale messaggio subliminale mi avrà voluto lanciare) e letto così tanti e variegati sdilinquimenti di chi l'ha commentato positivamente, che ho voluto dire la mia.
E voglio dirlo subito, per non scatenare la scontata valanga di insulti che riceverò, che non è ASSOLUTAMENTE per i temi trattati (l'omosessualità, la figlia con due padri, l'utero in affitto, le fellatio tra maschi, gli attacchi da "sindrome di Stendhal" davanti a quadri di "bambinelli" in braccio a Santi Giuseppi (quadro stranamente visto a Budapest ma conservato al Museo Làzaro Galdiano di Madrid... mah!?), una bambina undicenne "acculturata" e filosofa quasi come la Mazzucco, un Dio che appare e scompare alla bisogna ed altre menate varie); queste le considero parte della storia raccontata e come tale accettate, senza critica e senza pregiudizi.
L'insopportabilità del libro è della sua lettura è che tutto è perennemente stereotipato, costantemente ricco di "sentenze", luoghi comuni e, lasciatemelo dire, pur rientrando ciò nella pura opinione personale, scritto veramente male.
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Un romanzo freddo
Non me la sento di dare a questo romanzo un giudizio positivo, ma mi rendo conto di non poterlo nemmeno demolire. Da tanti punti di vista l'opera della Mazzucco è ineccepibile. Lo stile è molto buono, scorrevole, colto: il libro si legge senza difficoltà. L'argomento (tutt'altro che semplice) è affrontato con mente aperta, delicatezza, tatto, sensibilità, e soprattutto con naturalezza. A chi nutre dei pregiudizi, a chi si ritiene scettico nei confronti delle famiglie omosessuali e dell'omogenitorialità, consiglio di leggere questo romanzo, per la limpidezza con la quale descrive i rapporti d'amore esistenti fra i tre componenti della famiglia, Christian, Giose ed Eva. Lo consiglio perchè ben fa comprendere quanto sia ottusa e limitante la legge italiana, che priva di qualunque diritto i componenti delle famiglie omosessuali, che non tutela, ma allontana, divide, distrugge. Tutto questo è ben raccontato dalla Mazzucco. Eppure. Eppure in certi punti ho trovato questo romanzo mortalmente noioso, non ha saputo mai coinvolgermi davvero; non mi sono avvicinata ai personaggi, non mi sono appassionata alle loro vicende. Il tutto alla fine si limita ad una narrazione, ben fatta sicuramente, ma fredda, priva di emozioni, nonostante il materiale emotivo sia notevole. Gli stessi personaggi sono ben caratterizzati ma non riesci quasi mai a sentirli vicini, vivi. Dispiace, perchè a mio parere il romanzo perde tanto. Ho avuto quasi l'impressione che la Mazzucco abbia deciso di scrivere questo romanzo per dare un messaggio (fondamentale, indiscutibile, da ribadire in questi tempi ottusi) ma senza metterci l'anima.
Promosso, ma con riserva.
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Genitori e figli
Eva Gagliardi ha due papà, Giose e Christian. Quest’ultimo è il padre naturale, la madre è una donatrice sconosciuta di origini armene. Sono una famiglia felice, loro sono genitori attenti e capaci, lei una figlia equilibrata ed affezionata. L’armonia viene turbata da un lutto, il tranquillo ménage familiare si sgretola per mano della burocrazia e dell’intolleranza. Eva, diventata orfana per motivi a lei incomprensibili, viene affidata agli zii e ai nonni benestanti; si lascia trasportare inerte dallo scorrere del tempo, il dolore che le stringe il cuore gli altri non lo possono vedere, le proteste dell’animo sofferente sono mute per chi la circonda, eppure ci sono e fanno male. Poi subentrano l’umiliazione e la rabbia, il desiderio della ricerca del papà perduto prende il sopravvento, la fuga è il mezzo per raggiungere il suo obiettivo.
Per poter apprezzare appieno il libro, bisogna affrontarne la lettura senza pregiudizi, quindi, apertura mentale e capacità di ascolto devono padroneggiare. L’autrice affronta questo argomento spinoso con discrezione e delicatezza. La trama è realistica e contemporanea, non pretende la ragione ed è priva sia di accuse che di propaganda. La Mazzucco narra una storia, semina pro e contro, le conclusioni sono lasciate al lettore. Un contenuto ricco di emozioni, riflessioni e situazioni, analizzate da diverse angolazioni. Il tutto è confezionato perfettamente, scritto benissimo, una penna seducente e matura. I personaggi sono descritti nei dettagli, adorabile Giose, dolce, artistico e tremendamente innamorato della propria figlia. Ci sono un paio di uscite sgradevoli, evitabili ma non così importanti da incidere sulla piacevolezza. Il titolo è una verità, dice tutto.
Concludendo, lo consiglio, appagante e commovente.
“Siamo diventati come strumenti musicali accordati sulla stessa tonalità. Io restavo la chitarra, e lui il pianoforte, ma suonavamo la stessa musica. La vita dell’uno orbitava intorno a quella dell’altro e ne traeva forza, e luce. Suppongo che l’amore sia questo.”
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il romanzo più maturo della mazzucco
Mi riesce difficile scrivere di più e meglio di annamariabalzano43 . Voglio scrivere solo che si tratta di un'opera narrativa veramente armoniosa per la qualità e l'originalità della trama, la bellezza dei personaggi descritti, la qualità eccelsa della scrittura, l'acutezza di alcune riflessioni filosofiche ( non mi vergogno a dire che non sapevo quasi nulla di Dionigi IL Piccolo , il nostro inventore del tempo , l'autrice lo ha presentato in modo bellissimo !! ). iL ritmo del romanzo cambia, si trasforma : alcune volte diventa incalzante, teso come succede nei migliori gialli, in altre diventa armoniosamente lento come quando descrive i i ricordi di Giose o i pensieri della figlia Eva, alle volte diventa poesia... IL finale è del tutto all'altezza del romanzo.