Segni d'oro
Letteratura italiana
Editore
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Avvelenamento da Foscolo
Segni d’oro è un -gioco letterario molto raffinato, spumeggiante e gradevole in cui l’autore non ha nessun interesse ambientalista ma si propone di giocare con i versi di poeti come Foscolo o Petrarca nella missione impossibile di renderli seducenti e divertenti, riuscendoci. Il romanzo demitizza tutta la poesia erotica e il concetto di amore passione e di amor cortese e tutto l’aspetto angelicato della donna. Il protagonista potrebbe spiegare tutta la poesia d’amore cortese e non cortese da Foscolo in avanti o indietro con i versi danteschi: ”più che l’amor potè il digiuno” (come contributo all'ispirazione poetica). Il testo è molto intelligente e divertente, soprattutto la parte sulla seduzione dell’amata Elena. Il povero Foscolo si rivolterà nel sepolcro nel vedere il successo postumo con le donne dei suoi versi in mano ad altri. La descrizione del menage del protagonista con la moglie Virginia, il nome già la descrive bene, è un po’ meno carina. Tutto il romanzo è un gioco compresi i nomi: il nome del paese Montemori, e Mortella e così via. Non so se celano un riferimento foscoliano ai sepolcri. Certamente colpisce la propensione del bibliotecario a scegliersi mogli e amanti nel giardino zoologico il che fa presagire un finale meno brillante nel rapporto con l’amata (di turno). Del resto la passione non può sfociare in un rapporto stabile, pena la morte eterna, pure nel ricordo come succede con la moglie Virginia.
Il finale cioè le ultime righe tristi formano un felice contrasto con il testo scanzonato e mettono la firma dell’autore in lettere d’oro.