Narrativa italiana Romanzi Se chiedi al vento di restare
 

Se chiedi al vento di restare Se chiedi al vento di restare

Se chiedi al vento di restare

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di Se chiedi al vento di restare, opera di Paola Cereda edita da Piemme. Agata non sa nulla dell'amore e della bellezza. E una ragazza semplice, cresciuta su un'isola nel mezzo del Mediterraneo, da un padre distante, che è solo capace di toccare il ferro della sua fucina, e una zia bigotta, invecchiata anzitempo e terrorizzata all'idea di volerle bene. Al posto di una madre, un'assenza, sotto forma di un vestito azzurro sepolto in un armadio. Al posto delle carezze che meriterebbe, parole dure che feriscono come schiaffi. E la scoperta della passione a cambiare per sempre il corso della sua esistenza. Per la cucina, grazie alla creazione di una salsa capace di dispensare il buonumore e far gustare il mondo. Per un giovane addestratore di cavalli in un circo, Dumitru, che le fa capire, in un muto linguaggio di soli gesti, che la vita non è un inferno, come le hanno fatto sempre credere. E il piacere di un istante, un paio di scarpe rosse che danno scandalo, un ballo silenzioso con l'uomo amato e la pienezza che si prova solo realizzando i propri sogni. Così Agata inizia finalmente e vivere, a ribellarsi a un mondo chiuso, schiacciato dal moralismo, dalla corruzione, dalla prepotenza. Ma lì è nata, e lì vuole rimanere. Capirà che l'amore e la bellezza, in fondo, sono come il vento. Se non chiedi loro di restare, rimarranno a riempire i tuoi giorni.

Paola Cereda, psicologa, è nata in Brianza ed è appassionata di teatro. Dopo un lungo periodo come assistente alla regia in ambito professionistico, è andata in giro per il mondo fino ad approdare in Argentina, dove si è avvicinata al teatro comunitario. Tornata in Italia, vive a Torino e si occupa di progetti artistici e culturali nel sociale. Vincitrice di numerosi concorsi letterari, è stata finalista al Premio Calvino 2009 con il romanzo Della vita di Alfredo (Bellavite).



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Se chiedi al vento di restare 2014-07-21 15:41:50 Foschia75
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Foschia75 Opinione inserita da Foschia75    21 Luglio, 2014
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L'endemismo narrativo di Paola Cereda.

Chi mi ha regalato questo libro, conosce ormai troppo bene i miei gusti, e sa che più i libri sono strani, imprevedibili e originali, più mi appassiono alla lettura, e quella storia popolerà i miei pensieri nei giorni successivi. Così è stato per Se chiedi al vento di restare di Paola Cereda, edito da Piemme. Una storia difficile da spiegare con poche parole, una lettura fuori dai soliti cliché (adoro perdermi su sentieri ancora poco battuti!!!), un insieme di ingredienti per dar vita ad una ricetta speciale, che profuma di mare, di salsa, di affetti e di dolore... ma anche di speranza e perdono. Un' isola senza nome, personaggi bizzarri e surreali, legami più forti di qualsiasi avversità, e la voglia di fermarsi, tornare o ricominciare. L'autrice ha saputo intrecciare una trama dolceamara e allo stesso tempo bizzarra, trasmettendo al lettore sensazioni davvero contrastanti, capaci di rimanere a lungo nell'immaginario. Dopo averlo chiuso, ancora mi tornano in mente dei passaggi, anche a distanza di tempo aggiungo una tessera allo strano puzzle che non smette di mutare sotto gli occhi della mia immaginazione. Non riesco a smettere di pormi dei Se e dei Ma...
Un'isola, i suoi abitanti, una compagnia circense, la salsa Agata... il vento. Questi sono gli ingredienti chiave con i quali Paola Cereda compie un'alchimia, una formula magica con la quale opera un sortilegio narrativo fuori dal tempo, capace di ammaliare il lettore e trasmettere sensazioni nuove e inaspettate. Ogni personaggio ha qualcosa da dire, un messaggio da lasciare come in un magistrale spettacolo teatrale. Quello che colpisce è il contrasto tra realtà e fantasia, perfettamente intrecciati a creare un artificio narrativo peculiare, capace di indurre nel lettore stati d'animo che cambiano repentinamente, dall'ilare stupore, all'improvviso magone. A un certo punto mi sono chiesta cosa stessi leggendo, ero entrata in una dimensione bizzarra ma al contempo irresistibile, il romanzo mi ha risucchiata, coinvolta e travolta. Ero disarmata davanti alla grandezza del suo carattere. Quando una storia è capace di lasciarmi sensazioni difficili da spiegare ma pur sempre amplificate, per me ha raggiunto lo scopo per cui è stata scritta: rimanere impressa nell'immaginario, facendosi ricordare, lasciando un messaggio forte e chiaro... e qui messaggi ce ne sono parecchi, forti, intensi, capaci di spingere il lettore a porsi delle domande anche a distanza di giorni.
Un'isola senza nome, una donna all'apparenza fragile. Se dovessi paragonare Agata, a qualcosa, la vedrei come una roccia di granito, esposta agli agenti atmosferici per decenni, modellata fuori, ma sempre uguale nell'essenza. La protagonista di questa storia vive e cresce, cambia e matura, vivendo sempre sull'isola che l'ha vista venire al mondo, bambina poco amata dal padre, senza una figura materna che la sostenga durante le fasi più importanti della propria vita, come il momento in cui una bambina diventa donna, o il momento in cui una donna diventa madre. Agata, "subisce" la vita in silenzio, senza mai lamentarsi, senza mai piangersi addosso, senza mai perdere la propria dignità. Da ragazza chiaccherata, diventerà il punto di riferimento per le donne dell'isola, l'esempio che nonostante tutte le avversità, il dolore e la perdita, c'è sempre un motivo per andare avanti, per ricominciare. Ho sorriso per le bizzarrie di certi passaggi e l'originalità di molti personaggi, ho sentito salire il magone quando Agata viene messa alla prova da vicende più grandi di lei, di quelle che non augureresti neanche al tuo peggior nemico... eppure lei stoicamente affronta le prove che la vita le impone, con una dignità e un coraggio che lasciano basiti, se si analizza per un attimo la sua essenza, il suo modo di essere, il suo passato.
In questo romanzo sono stati amalgamati degli ingredienti davvero particolari, l'insularità e l'isolamento felice dei suoi abitanti, la presenza di un carcere che tiene lontano il turismo di massa e il cemento, ma tiene insieme la piccola comunità dentro e fuori dalla cella. La vita scorre placidamente, l'economia si basa sulla pesca e tutte quelle attività che rendono l'isola indipendente dalla terraferma. Tutto comincia a cambiare quando il direttore del carcere invita una compagnia circense sull'isola, per allietare i carcerati, e Agata accidentalmente inventa la Salsa che la renderà famosa sopra e fuori dall'isola. La salsa è il collante che tiene unita la comunità, ma che attira l'attenzione di persone estranee alla vita dell'isola, un elisir che rende quasi magica l'atmosfera del posto, che attira i visitatori e rende felici i carcerati. Dumitru Serban, arrivato sull'isola con il circo, rimane colpito da Agata e dalla sua personalità (e non per la sua salsa!), al punto che tra loro si instaura un dialogo fatto di sguardi e intesa, non hanno bisogno delle parole. Il loro incontro spingerà Dumitru a voler restare sull'isola, il loro legame si farà ancora più forte quando Agata si troverà sola ad affrontare una situazione alla quale non è preparata, venendo additata dagli abitanti dell'isola, come una donna di dubbia reputazione.
Questo è stato per me il punto di forza del romanzo, i silenzi che valgono più di tante parole, gli scambi emotivi tra i protagonisti, sono talmente forti da non aver bisogno di ricorrere spesso a dialoghi superflui. Gesti che riempiono lo sguardo del lettore. Dumitru è un uomo nomade, Agata è una donna legata alla sua isola, eppure sembrano trovarsi, come se avessero sempre fatto parte di un intero. Sembrano accettare senza riserve, i limiti e le stranezze l'uno dell'altra, senza curarsi della diffidenza e dei moralismi della comunità. Le cose sembrano precipitare quando la vita di Agata verrà stravolta da un evento che influenzerà, non solo la sua esistenza, ma la vita di tutti gli isolani, e coinciderà con l'arrivo di un personaggio che cambierà il volto dell'isola e le abitudini dei suoi abitanti. Sarà proprio Agata con la sua dignità e la sua forza d'animo, coadiuvata dalla sua famosa salsa, ad aiutare gli isolani ad aprire gli occhi e riprendersi ciò che è loro di diritto. Non posso raccontarvi di più, perché c'è un particolare fondamentale che è il cuore pulsante di tutta la storia, un personaggio di cui vorrei parlarvi ma rovinerei la parte più intensa e vivida del romanzo. Posso solo dirvi che i legami, la famiglia, l'amore nelle sue varie sfumature, sono l'ingrediente chiave di tutta la storia. Agata è una donna che una volta chiuso il libro, rimarrà nei vostri pensieri a lungo, perché sarà difficile non immedesimarsi in lei, nel suo modo di affrontare la vita, nella forza interiore che ci spinge ad andare avanti nonostante tutto.
Un romanzo davvero fuori dal comune, a tratti quasi grottesco, a tratti struggente, meriterebbe di diventare uno spettacolo teatrale!!!
L'epilogo vi dimostrerà che è meglio non dare mai nulla per scontato...
Lo consiglio perché è un romanzo senza precedenti. Continuerete a chiedervi cosa avete letto, quanto è potente questo libro.
Potrei riscrivere la mia opinione, due, tre, cinque volte.... sarebbe sempre diversa, perché questo romanzo è magia, e ci sarebbero davvero tante altre cose da dire. Leggetelo, rimarrete a bocca aperta.

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