Saltatempo Saltatempo

Saltatempo

Letteratura italiana

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Dalla guerra partigiana al Sessantotto, dalla nascita della televisone al tempo eroico del rock, dal primo amore al primo amico perduto, sotto la profezia di un delitto che forse si compirà: è il tempo d'Italia che cambia, dei paesi che perdono la loro identità per divenire svincoli autostradali, del nascere e crescere dell'avidità e dei nuovi padroni, il tempo del consumismo che avanza, della trasformazione della politica e del mondo.



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Saltatempo 2015-01-22 21:10:58 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    22 Gennaio, 2015
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Un salto indietro nel tempo

Devo esser grato a Benni per questo suo romanzo, perchè ogni volta che sfogliavo le sue pagine era come se il mondo intorno a me si dissolvesse, tutti i pensieri, i problemi, gli impegni, le persone.. tutto cancellato, per lasciar posto a Saltatempo, al suo mondo, alla sua vita.
Lo stile con cui Benni descrive le vicende vissute dal protagonista, partendo dalla sua infanzia in un paesino immerso nei boschi sino alla prima gioventù maturata in città mentre ovunque si manifestano i primi segni della 'rivoluzione' del 68, lo stile è tale da far scaturire un sorriso, se non addirittura una risata, ad ogni pagina.. e non perchè Benni sia un comico, ma solo perchè riesce a presentarci i personaggi o le situazioni, anche quelle più tragiche, con sottile ironia evidenziandone le contraddizioni, esasperandole all'inverosimile e trasformandole quindi in una serie di racconti intrisi di un umorismo mai banale, intelligente ed efficace.
E a quelli come me, troppo giovani per aver vissuto il 68, allora avevo (-)4 anni, ma non abbastanza giovani da dimenticarne le ripercussioni più immediate, sia politiche sia di costume, questo libro di Benni non può lasciare indifferenti... perchè inevitabilmente fa riaffiorare quelle irripetibili sensazioni vissute durante la nostra adolescenza, momenti di sano divertimento, di ingenue paure, di sogni allora 'proibiti' che oggi invece farebbero sorridere persino un bimbo di 8 anni.
Ma quella era la nostra vita.
Quelle erano le nostre gite scolastiche:

"Ma come dimenticare quel ritorno in corriera, alla luce della luna... Sogno di giovani vite nelle sicure mani di Fangio, che timonava pacato, con la Zaini che lo guardava adorante. In un angolo alcuni spaiati dormivano, altri cantavano a voce bassa. Ma sugli altri sedili, l'eros corrieristico celebrava il suo trionfo. Realtà e finzione si mescolarono di poi nel racconto di quei 60 chilometri. Si dice che Gancio smutandò la gemella rossa e accadde di tutto. Che l'altra gemella resistette agli attacchi di Osso, ma alla fine gli permise di tenerle una mano sulla coscia e Osso si allagò. Persino la Rospa, complice l'ultimo cremifrutto, riuscì ad esplorare i pantaloni di Baco. Altre coppiette si sbaciucchiavano. Ma io e la Venerelli eravamo perduti in un mare di risucchi e saliva, baci interminabili, lingue che saettavano, per me fu un corso accelerato da cui trassi esperienza e benefici tutta la vita. E premendo contro le sue epiche tette, e rimbalzando indietro, e di nuovo allacciandomi respinto ma non troppo, provai piaceri e stupori che ancora mi commuovono. Poi, alle prime luci della città, dopo un ultimo duello di papille, io la vidi di profilo, bellissima, sudata, accalorata, con un ciuffo sull'occhio ed il golfino di lana che le lasciava scoperta una spalla.
- Ti amo - le dissi.
- Ma sarai scemo? - rispose. "

E quelle erano le nostre feste di compleanno:

"Un'ora dopo la festa era al culmine. Domineddio, insieme alla fidanzata borchiata che rimbalzava come una palla, insegnava il rock a tutti ed aveva già spaccato due sedie. Carpaccio aveva già massacrato le balle a metà dei presenti. Il gatto Teo si era palesato, aveva miaodetto ma che cazzo di miaocasino sta succedendo e se n'era andato. Osso era già alla settantesima pizzetta. Verdolin continuava a ballare il lento con la Schiassi anche quando mettevano su il rock. La Bottoni succhiava Nosferatu. Gentilini si era attaccato a Lisa, le riempiva il bicchiere di aranciata con solerzia da cameriere. e rideva qualsiasi cosa lei dicesse. Io facevo la conoscenza di un sacco di gente, bevevo moderatamente ed ogni tanto tenevo una mano a Selene. Capivo che ero abbastanza considerato, anzi qualcosa di più. Se ha portato due pupe così, pensavano gli uomini. Se ha portato due pupe così, pensavano le donne. In tutto questo Selene e Lisa erano considerate non molto più di due valigie, mancavano sei mesi e nove giorni al femminismo.
Insomma ero lì e stavo bene. Avrei potuto pensare, ma che storia è questa, prima ero niente, e poi perchè ho portato due belle fighette ecco che sono diventato un grand'uomo, cosa c'è da bearsi idi questo, ecco cos'è essere conformisti. Ma allora non lo pensavo, ci sono momenti nella vita che uno non si rende conto di essere ridicolo e sciocco, non puoi cancellarli dal curriculum, poi ti risveglierai, li ricorderai con un pò di vergogna, ma la vergogna è qualcosa che ci attacchi dopo. E se il merito era di Selene, bè che c'era di male? Lei non era solo bella, era luminosa. E io sapevo che era anche ironica, intelligente e viziata. La guardassero pure, solo io sapevo chi era davvero, non ero geloso."

E quelle erano le nostre sofferenze alimentate da una gelosia incontrollabile e che doveva essere pure trattenuta all'interno, determinando spaventosi crampi allo stomaco, perchè un vero uomo non doveva mai far capire alla sua donna quanto lei fosse unica e la sola per lui:

"Soffrivo come Otello, o come uno stronzo. Ci fu un altro lento, Georgia (R. Charles), e gli amanti diabolici non si staccarono, anzi lei gli aveva messo ben due mani allacciate al collo, la troia, io mi alzai barcollando e mi versai dell'aranciata ma non andò giù, la glottide era bloccata, mi domandai come facevo a respirare. Mi misi su una sedia da solo e pensavo: Selene no, per favore non farlo, ma lei non mi sentiva e sorrideva a lui, e R. Charlse non collaborava."

E quello era il nostro Dio, che devo dire non è cambiato granchè in questi anni, sempre lo stesso dispettoso di sempre:

" - Dio, Dio, non vedi come sono buono, come sono solo e come sono generoso, ridammi Selene. E subito sentii una lingua sul collo. Era Rufus (il cane). So interpretare i segni divini. Perciò andai a letto."

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Saltatempo 2014-05-30 10:47:31 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    30 Mag, 2014
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Storia, politica e malinconia

Un pezzo di storia italiana, dagli anni cinquanta fino alla strage di piazza Fontana, raccontata dalla penna critica, ironica, surreale e malinconica di Stefano Benni. Gli echi delle gesta partigiane aleggiano ancora nell'aria, la contrapposizione tra comunisti e fascisti è molto forte, la politica si fa dappertutto, al bar, al lavoro, in casa, tra i banchi di scuola. Il boom economico trasforma radicalmente la vita, la mentalità, perfino la stessa terra, ma non sempre progresso è sinonimo di miglioramento. Saltatempo è un ragazzino bizzarro e un po' incantato, dotato di uno speciale marchingegno, un orobilogio, che gli permette di intravedere spezzoni di futuro. Orfano di madre e figlio di un falegname comunista e beone cui è molto legato, cresce, si forma, fa le sue esperienze e diventa uomo in un periodo storico topico e delicato come questo. Dalle scuole elementari fino alla scelta della facoltà universitaria, lo accompagniamo nel suo percorso di vita tra sacrifici e rinunce, studio e lavoro, amori e amicizie, pesca e letture, calcio, sogni e rock’n’roll. Sono i tempi di Jim Morrison e di Sartre, delle assemblee e delle occupazioni, dell'amore libero e dell'emancipazione sessuale, della lotta di classe, delle manganellate, dell'eroina. Tempi al contempo belli e difficili, tempi di grandi speranze in cui però era facile perdersi, in cui bastava restare in acqua un attimo in più per essere trascinati giù dalla corrente. Saltatempo vedrà gente smarrirsi per strada, tremerà di rabbia davanti alla cementificazione selvaggia, si indignerà scoprendo quanto in basso è pronto a scendere l'uomo in nome del guadagno. Vedrà il mondo trasformarsi, cambiare padroni e intraprendere quella strada fatta di avidità, consumismo, corruzione politica e assenza di ideali che purtroppo ancora oggi continua imperterrito a percorrere.

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Saltatempo 2013-12-15 14:50:51 Marco Caggese
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Marco Caggese Opinione inserita da Marco Caggese    15 Dicembre, 2013
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La vita dei libri

Io credo che i libri siano vivi.
Un libro non è un parallelepipedo fatto di fogli di carta stampati. Un libro è materia viva, pulsa, ha un cuore che batte, una umanità che scorre. In quelle pagine è racchiusa una storia, in alcuni casi una vita, e poco importa che sia vera o inventata, ci trovi delle persone con le loro anime e le loro vicende. Qualche volta ti commuovi per un amore che esplode, a volte ridi a crepapelle, a volte senti che quello che stai leggendo è la tua stessa storia.
Un libro lo inizi a leggere e sei sospettoso, cerchi di capire chi e cosa hai di fronte, poi, quando entri in sintonia con la narrazione, quella storia la vedi, le persone ti passano davanti, le incroci e senti quello che loro sentono perché le conosci nell’intimo. Ed alla fine quella storia, quella vita l’hai vissuta anche tu ed in qualche modo fa parte di te.
La sera ti siedi, prendi il libro tra le mani, lo apri a pagina 77, ed ecco che le figure dei personaggi prendono vita dinanzi ai tuoi occhi, è come se un braccio ti afferrasse dolcemente ma con fermezza e ti tirasse dentro a viverla quella storia, perché quel libro è tuo, personale, è di ognuno che gira la copertina e comincia a leggere.
Perché quel libro lo hanno letto in migliaia, ma l’autore l’ha scritto per te.

Questo è Saltatempo, questo è Stefano Benni, il più grande “maestro delle parole”, un’autore che sa condurti per mano tra le miserie umane, tra le aspirazioni di un ragazzo, tra i tradimenti e l’amore vero. Il racconto di questo paesino divorato dagli interessi politici di pochi figuri senza scrupoli mostra quanto il progresso successivo alla Seconda Guerra Mondiale abbia creato un falso benessere, fondato sul sopruso e su fondamenta di paglia. In tutta questa vicenda, durante la quale l’autore torna a farci ridere fino alle lacrime come un tempo, sboccia e cresce un amore vero, forte, messo alla prova in ogni modo, ma mai vinto. E’ questo amore, forse, l’unico a vincere in questo splendido romanzo di Stefano Benni, divenuto definitivamente uno “scrittore di razza”.

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Saltatempo 2013-07-08 18:16:02 Giulio
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Opinione inserita da Giulio    08 Luglio, 2013

Crescendo

L'inizio di questo libro non mi ha entusiasmato: pieno di parolacce, apparentemente sconclusionato. Ma è stata l'impressione di un momento, che si è dissolta dopo poche pagine man mano che i momenti descritti e vissuti dal protagonista divenivano sempre più poetici e veri per qualsiasi lettore. Saltatempo è uno spunto di riflessione (praticamente ad ogni pagina), una storia avvincente per quanto "normale" ed un evidenziatore che marca i nostri difetti che ci rendono così uguali nelle nostre debolezze e così diversi nei nostri principi. Mondi diversi si scontrano inaspettatamente in una continua sorpresa per il protagonista e per noi (seppur spesso Benni ci fa intuire cosa sta per succedere).

Un libro consigliato, forse adolescenziale, nel senso che aiuta a crescere, ma chi non ne ha bisogno?

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Norwegian Wood, Noi siamo infinito
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Saltatempo 2012-05-07 12:39:26 isabella82
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isabella82 Opinione inserita da isabella82    07 Mag, 2012
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Il tempo, questo tiranno

Prima lettura di Benni, prima impressione: divertimento e riflessione al contempo. Impossibile non ripercorrere le follie linguistiche, le caricature, la dialettica canterina di un autore che si fa subito apprezzare per un genio creativo imparagonabile. A questa forte impressione, si affianca l'approfondimento di una certa visione del mondo e l'esperienza personale che matura come una biografia rivista tra le pagine d questo romanzo. C'è la vita tranquilla del paesino di montagna che nell'infanzia del protagonista e dell'autore è puro, incontaminato, scevro da tecnologie e presunte evoluzioni. L'adolescenza segna il distacco e viene affiancata dalla trasformazione, la lotta sociale e politica, gli interessi di pochi che sovrastano le piccole comunità e la modernità che con la violenza soffoca la tradizione e il senso di appartenenza ai luoghi. Qui il divertimento lascia spazio a una denuncia che resta sottesa in tutto il romanzo, nonostante la fantasia e la propensione all'esagerazione dell'autore.

Ho trovato questo libro spettacolare, ma anche intimo. Soprattutto perchè parla a tutti noi dell'inevitabile trasformazione che è da intendersi sia come crescita e passaggio obbligato nella vita di ciscuno di noi, sia come involuzione nel senso politico e sociologico di una cultura massista e industriale che non rispetta i piccoli centri, le tradizioni e la natura, grande protagonista di quest'opera e prima vittima dell'avidità umana.

Consigliatissimo.

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tutto Benni
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Saltatempo 2012-05-04 22:53:40 bassini
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bassini Opinione inserita da bassini    05 Mag, 2012
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Sogno ad occhi aperti.

Un romanzo semi-autobiografico scritto da Stefano Benni per i fan detto il Lupo,nel 2001.
Ambientato degli anni 50, la storia racconta di Lupetto, un ragazzino delle elementari e del suo paesino vicino al fiume tra tanto verde.Lupetto dopo uno strano incontro con un Dio si chiamerà Saltatempo, crescerà, maturerà, incrocerà gli anni sessanta, anni di ideali comunisti combattivi,sarà coinvolto in scioperi e occupazioni scolastiche, sarà contro le avidità del padrone e contro il progresso che rovinerà quel bellissimo paesino.

Straordinario è lo stile dell'autore quando soprettutto nella prima parte tira fuori dal cilindro termini da me mai letti e sentiti, termini molto particolari.Da non sottovalutare la fantasia, soprattutto quando il protagonista (Saltatempo), avrà apparizioni fantastiche come ad esempio un Dio altissimo che gli regalerà un orobilogio interno per vedere il futuro.

Un libro a parer mio divertente, scorrevole, fantasioso, capace di far ridere e riflettere sul tempo che inesorabile passa e porta via tutto con se.
Devo ammettere che all'apparenza il romanzo sembra semplice, leggerino, continuando con la lettura questa sensazione rimane, poi non so perchè, ad un tratto ti rendi conto che ti ha riempito l'anima di limpidezza fresca.

Estroso.

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Saltatempo 2011-10-24 16:39:53 Anna
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Opinione inserita da Anna    24 Ottobre, 2011

La libertà è un fungo che devi assaggiare

Un libro eccezionale in cui chiunque può trovare spunti di riflessione: il tempo che inesorabilmente avanza, le scelte cruciali per il futuro e il "destino" personale e sociale, la libertà, la comparsa della nuova società di massa che gradualmente trasforma il paese e i valori di un tempo tramite l'unico fine legittimo nella modernità, il fine economico. Lo stile è ironico e inconfondibile, la lettura scorre veloce, in alcuni tratti è davvero divertente, in altri più amaramente riflessiva. E alla fine non resta che seguire il consiglio del dio allegro: cercare di conservare i due orologi, quello che conta i nostri passi in terra e quello che misura i nostri sogni.

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Saltatempo 2011-07-17 09:55:04 R๏гy.o°
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R๏гy.o° Opinione inserita da R๏гy.o°    17 Luglio, 2011
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Leggerezza costruttiva

Adoro quella categoria di scrittori che riesce a rendere la parola leggera e umoristica ma importante. Benni fa sicuramente parte di questa categoria, e "Saltatempo" ne è l'esempio probabilmente più lampante.
Come al solito, non mancano i neologismi e il surrealismo più reale che ci sia.
"Saltatempo" è un romanzo di formazione, senza alcun dubbio. Non solo perchè assistiamo alla crescita fisica e intellettuale del protagonista Lupetto/Benni ma anche perchè il Lettore ne trae spunti per la vita reale.
Grandissima la descrizione degli anni '50 e '60. Benni è riuscito a farmi venire di nuovo la voglia di vivere il '68. O di farne uno tutto mio. Grazie.

"C'è gente che dice che vuol lottare e poi confonde il fischio d'inizio della partita con quello dell'ultimo minuto, e va a casa"

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Saltatempo 2011-01-27 10:45:12 Thomas91
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Thomas91 Opinione inserita da Thomas91    27 Gennaio, 2011
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SALTATEMPO

Il miglior libro di Benni in assoluto.Divertente inizialmente con parole stranissime e quel suo humor inconfondibile, man mano che ci si addentra nella storia prende piede la vena riflessiva di Benni, l'attenzione all'ambiente, alle amicizie, alla vita. Un libro consigliato a che vuole farsi due sane risate e riflettere sul mondo che ci circonda.

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Saltatempo 2010-12-10 22:01:16 patty81
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patty81 Opinione inserita da patty81    11 Dicembre, 2010
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benni dolce amaro

lettura piacevole, anche se a tratti dolce amara.ambientazione meno fantasy rispetto ai suoi precedenti capolavori, sembra quasi una sorta di autobiografia romanzata... saltatempo, giovane studente che vive i cambiamenti della società tipo il'68 e la fine delle illusioni, sembra quasi un alter ego del'autore.godibile ma credo che sia una una svolta stilistica di benni,che con ironia ha sempre fatto dei ritratti grotteschi ma veritieri della realtà odierna.

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la compagnia dei celestini,elianto,terra, spiriti,la grammatica di Dio,il bar sotto il mare
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