Sagittario
Letteratura italiana
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Però è ariete
In questo romanzo la Ginzburg ci presenta sua madre. La madre di Natalia non è cattiva, non è calcolatrice, non è subdola, ma gli altri difetti ce li ha tutti: invadente, ingenua, impulsiva, impicciona, rompiscatole, superficiale e così si potrebbe andare avanti all’infinito. La consolazione per le lettrici-sagittario è che il titolo non viene dal suo segno zodiacale ma dal nome del locale che avrebbe voluto aprire con la sua amica. Nemmeno a dire che l’amica, lei sì sagittario, se l’era andata a scegliere nel mazzo. Mentre la madre di Natalia, è un personaggio buffo da commedia, quasi caricaturale, la sorella Giulia, silenziosa e malinconica le fa da contraltare. La madre è raccontata in prima persona da Natalia con affetto e ironia.
Bello il finale con l’ultima frase dedicata alla sorella e riportata come pensiero di quella madre superficiale per tutto il racconto, finale escluso. Il finale rende il racconto meno sciocco dandogli un retrogusto malinconico e uno spessore.
Adesso mia madre capiva il senso di quel sorriso. Era il sorriso di chi vuol essere lasciato in disparte, per ritornare a poco a poco nell'ombra.