Sacrificio
Letteratura italiana
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Condividere... L’idea è partita così
Particolarmente attratto in questo periodo dal tema affrontato da Andrea Carraro nel suo ultimo romanzo (il rapporto genitore-figlio analizzato in una situazione drammaticamente al limite), ho letto Sacrificio con attenzione e coinvolgimento emotivo: l’opera narra la reazione che un padre, con la forza strenua dell’amore per la propria figlia, oppone all’immane tragedia della perdizione nella quale Carolina è precipitata a causa dell’eroina. Un nemico che sembra invincibile, perché approfitta degli spazi vuoti della vittima per tiranneggiare, soggiogare, annullare ogni volontà.
Il testo parte dai ricordi struggenti di un padre innamorato che confronta l’immagine infantile e felice di Carolina con la realtà presente e deteriorata dalla droga. Cosa può un padre di fronte a tale orrore?
Giorgio esamina la sua storia, si sente dilaniato dai rimorsi e si attribuisce anche le cause del dramma. Parimenti, esplora ogni possibilità di reazione: si sente impotente, si rifugia nella mistica, poi – deluso dalla religione che non dà esiti concreti - stringe un patto con il diavolo, tra echi letterari (“Caliban… è un personaggio di Shakespeare, certo, un mostro deforme, un essere delle tenebre, un semiuomo, figlio di una strega e di un diavolo - un diavolo! -, schiavo di Prospero, nella Tempesta”) e deliri umani. In questo modo Giorgio imbocca una soluzione estrema (“Ho pensato di condividere la sofferenza di mia figlia. L’idea è partita così”), che presuppone la condivisione totale di un’esperienza possibilmente letale.
Giudizio finale: intenso, tragico, da leggere!
Bruno Elpis