Ragione e sentimento
Letteratura italiana
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Eleonora & Marianna
Con un brio a dir poco incredibile, Stefania Bertola ha preso "Ragione e Sentimento" di Jane Austen e l'ha trasportato direttamente ai giorni nostri creando, ai miei occhi, qualcosa di fantastico.
Molti, volendo fare un omaggio alla grande scrittrice, si sono cimentati in varie adattamenti moderni delle sue opere, a volte con scarsi risultati. Stefania Bertola invece è riuscita brillantemente nel suo intento grazie, a mio avviso, ad un assenza totale di timore di accostarsi ad un grande classico.
Uno stile brioso e frizzante che fa ridere e sorridere in paragone alla storia così come la si conosce.
L'ho amato alla follia perchè non ha esitato un attimo a smantellare e a ricomporre un classico in una modernità così caotica come la nostra e il tutto senza sembrare forzato o fuori luogo.
Troviamo Eleonora che rappresenta la ragione:
"Per me l'amore è aprire un regalo piano piano,mettendoci un sacco di tempo.
Sciogliere tutti i nodi del nastro,poi arrotolare il nastro in una matassina e legare la matassina e posarla lì accanto. Staccare lo scotch senza rompere la carta.
Togliere la carta,piegarla seguendo le pieghe già presenti. Metterla da parte,insieme alla matassina.
Aprire la scatola. Ci vorranno mesi a fare tutto questo?
Bene, Preferisco così,piuttosto che strappare nastro e carta,e scoperchiare con violenza e consumare il regalo con avidità,per poi buttarlo via perchè non mi piace più."
e Marianna che rappresenta il sentimento:
"Credo che la mia idea di amore per voi sia incomprensibile. Non c'è posto per le cose assolute qui,no?
In questo tempo,cioè...in.questa società così com'è. Anche le passioni sono parziali. Le felicità parziali. Le scelte mai definitive. Si può sempre cambiare,tornare indietro. Oppure andare avanti.
Si può amare per un po' e dopo basta. Soffrire un po' e poi passa. Ma non è così per tutti.
Non è così per me. Io sono assoluta."
Un libro divertente, bello e intenso. Spero che la scrittrice abbia intenzione di rivisitare altri classici.
"La ragione e il sentimento.
Una delle grandi battaglie che ci tocca a combattere nella vita.
Non proprio a tutti,perchè esistono esseri fortunati senza ragione o senza sentimento.
Ma la maggior parte di noi ne ha un pò dell'una e un pò dell'altro e non sempre riesce a farli coesistere pacificamente."
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Astenersi dai paragoni
Se è vero che i romanzi d’intrattenimento, destinati allo scaffale più in vista delle librerie, si assomigliano spesso tra loro, sono proprio le storie d’amore, a mio avviso, che soffrono maggiormente di carenza d’inventiva. Si assume, di fatto, che le lettrici vogliano sempre le stesse cose: sesso più o meno esplicito, malattie più o meno guaribili, una gioventù più o meno muscolosa, superficiale, problematica. Invece il rosa può essere anche altro.
Lo dimostra intelligentemente Stefania Bertola che con “Ragione & sentimento” si cimenta nella riscrittura del famoso classico di Jane Austen in chiave moderna e sabauda e lo fa con grande leggerezza, ironia e freschezza.
Il tema è l’intramontabile scontro tra razionalità e passione, attuale duecento anni fa così come oggi. Perché, in fondo, l’amore è sempre lo stesso. Ci sono le ragazze come Eleonora, concrete e riservate, che affrontano la vita con senso pratico, senza abbandonarsi a sogni irraggiungibili. A costo di inghiottire silenziosamente le proprie speranze. E ci sono quelle tipo Marianna, ingenue e passionali, che inseguono sempre romantiche illusioni e si lanciano nel futuro con ardore, guidate dall’istinto. E quando comprendono la realtà dell’esistenza, si sono già ferite. E poi c’è la vita, naturalmente, con i suoi inganni e le sue sroprese, da affrontare e da scoprire.
Stefania Bertola ripropone questa storia universale con la propria cifra stilistica. La scrittura diventa contemporanea, scorrevole, parlata. Le ambientazioni attingono ai salotti della “Torino bene”, presentandoci una pletora di pettegole madame piemontesi, uomini infedeli e un po’ sbadati e vizi sottaciuti. Infine, la caratterizzazione dei personaggi si infarcisce di molti elementi umoristici e divertenti. A tratti, persino troppi.
E’ un romanzo nel complesso piacevole e scanzonato, destinato principalmente alle amanti del rosa, con qualche cautela. Sconsigliato alle anime romantiche, alla ricerca di emozioni travolgenti, perché in queste pagine non troveranno passione ma una rappresentazione davvero ironica e spensierata dell’amore e della società. Sconsigliato inoltre anche alle anime tradizionaliste, alla ricerca della grazia e delle atmosfere austeniane, perché ogni paragone è ovviamente impensabile, e, tutto sommato, anche ingiusto. A tutte le altre, buona lettura!
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La "nuova" Jane Austen torinese
Stefania Bertola si cimenta con un’impresa direi quasi titanica, quella di riscrivere in chiave moderna il famoso romanzo di Jane Austen, Ragione e sentimento. E in questo caso la Bertola si appropria anche dello stesso titolo per pubblicare la sua ultima fatica letteraria. Anche se le differenze costruttive e narrative sono molte.
Il romanzo è ambientato a Torino, e proprio come “Nel Surrey sul finire del Settecento, anche in Piemonte nel 2014, un gentiluomo morì, lasciando una vedova e tre figlie”. Il gentiluomo è il ricchissimo professor Gianandrea Cerrato, e sua moglie di secondo letto è Maria Cristina, vacua, svampita, incapace di rendersi conto di ciò che accade, e le tre figlie sono Eleonora, Marianna e Margherita. Ovvero, “una famiglia di femmine variamente deragliate”. Peccato che il gentiluomo di cui sopra le lascia completamente coperte dai debiti, perdono persino la villa di famiglia, ora di proprietà del figlio di primo letto, Edoardo. Che le abbandona totalmente a se stesse. Eleonora, l’unica a lavorare come insegnante elementare, “e lei, soltanto lei, a svolgere attività misconosciute quali stirare, comprare il pane”, e innamorata di un rampollo della società bene torinese, Giulio Balbis, che le darà un mare di grattacapi e di delusioni. Marianna, svampita, bellissima, crede nel grande amore a cui consegnerà la sua verginità, “il dono supremo, secondo quelli di Turris Eburnea. Marianna crede nell’amore eterno, punto. Nell’amore unico ed infinito, che unisce per sempre due creature umane, di qualunque sesso, purchè coordinate”. E Margherita, quattordicenne, “che si è trasferita negli anni Sessanta.” Innamorata follemente di George Harrison e Paul Mc Cartney. E nulla più. Tra misteri, drammi, tragedie in puro stile inglese, ognuna di loro riuscirà a trovare la propria dimensione di vita.
Il tema centrale del testo è proprio il contrasto tra ragione e sentimento, rappresentato dalle due vite narrate di Marianna e di Eleonora. Intorno a loro ruota una pletora di argomenti: il sesso, l’invidia, le maldicenze, la ricchezza, la povertà, le droghe, il perbenismo di certa classe borghese, come la madre di Giulio Balbis, che di fronte alla futura nuora nigeriana, pensa bene, quale estremo atto di disprezzo, di diseredare il proprio figlio e lasciare tutto il patrimonio alla pur odiata badante Olena. E poi Torino, la Torino dei salotti bene, dell’alta borghesia, dalla mentalità ristretta e retrograda, l’ovvietà di certi comportamenti. Una Torino un po’ sullo sfondo, ma sempre presente, perché lì, in fondo, si conoscono un po’ tutti, come nei grandi paesi di provincia.
Un romanzo leggero, rilassante, gradevole, molto ironico e sarcastico. Inoltre questa rivisitazione compiuta da Stefania Bertola ha il raro pregio di esaltare in modo netto e preciso la sempre attuale Jane Austen e le sue storie. Fantastico!