Ragazze mancine
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Ragazze mancine di Stefania Bertola
Subito dopo aver letto "Nessuno si salva da solo" della Mazzantini, nessun romanzo avrebbe potuto reggere il confronto. Tanto meno uno di quelli che io definisco "romanzi leggeri", da alternare alle letture più impegnate. Però non voglio farmi troppo influenzare dalla meravigliosa lettura precedente e voglio riuscire a "staccarmi" da tutto e semplicemente recensire questo libro.
Come ho già detto, fa parte del filone delle letture più leggere e dopotutto non è male.
La scrittura è fluida e ironica e l'autrice ci fa sorridere non scadendo mai nel volgare.
Le protagoniste, Adele ed Eva, sono due donne completamente diverse fra loro, che si incontrano per opera del destino e si fanno compagnia per un lasso di tempo sufficiente allo svolgersi del romanzo. Le accomuna il fatto di essere entrambe precarie: non solo a livello lavorativo ed economico, ma anche a livello affettivo e di sentimenti.
All'inizio del romanzo tutto sembra un pò confuso, con molti personaggi che si alternano nelle scene, poi pian piano la situazione si fa più chiara e la storia inizia a delinearsi.
Le protagoniste sono ragazze mancine non solo perchè scrivono con la mano sinistra, ma perchè hanno smarrito la loro strada e iniziano ad affrontare la vita in un modo diverso dal solito.
Quelle che vivono nel romanzo sono situazioni che prendono in giro le manie italiane di questi tempi, raccontandole in modo intelligente e ironico e dalla loro quotidianità capiamo che c'è un pochino di entambe in ognuna di noi. E' un susseguirsi di avvenimenti molto buffi e inaspettati, che portano le protagoniste (entrambe istintive e stravaganti) al miglior finale possibile per entrambe (in questo romanzo, troviamo infatti il cassico lieto fine). Sicuramente lo consiglio, per una lettura spensierata.
Alcune espressioni o frasi che mi sono piaciute:
"Il marito la guarda con rinnovata fiducia e ammirazione. Non è una donna che gli sia mai particolarmente piaciuta, ma sposarla è stata una grande idea";
"Ho sempre pensato che la sobrietà fosse una specie di onesto contrappasso alla scelta di non lavorare e farmi mantenere";
"Se il destino, con tutto il daffare che ha, ha piazzato quella ragazza in casa della migliore amica di sua madre, è evidente che ha delle cose in mente";
"Forse l'amore è una specie di corollario inevitabile della povertà. La donna povera, non avendo altri passatempi interessanti, si innamora";
"Sta per dirle qualcosa, uno di quei qualcosa che cambiano la natura del rapporto...";
"La mancanza di curiosità di Eva non finisce mai di affascinarmi: con lei il serpente non avrebbe avuto una sola chance";
"Volevo dirti che hai ragione tu, che non voglio una vita aggiustata con l'Attak. Ne preferisco una nuova";
"Succede qualcosa che scompagina la nostra vita, e invece di cercare di rimetterla insieme esattamente come era prima, forse conviene accettare la rottura, buttare i pezzi, e provare una vita nuova"
Indicazioni utili
da non comprare
Stefania Bertola scrive bene e i suoi primi romanzi sono gradevoli, almeno fino a "Biscotti e sospetti",
Quest'ultimo romanzo, a mio avviso, è invece scadente. La protagonista, Adele, è una donna che come massima aspirazione ha quella di farsi mantenere da un marito ricco. Questo marito, però, nota bene deve leggere solo "La Repubblica" e non "Libero" , perché Adele è una di sinistra, una radical chic e con i soldi non ci si vuole comprare gioielli ma libri o biglietti aerei per viaggi culturali. Secondo me un simile personaggio femminile è quanto di più negativo e offensivo abbia mai letto finora e mi meraviglio che esca dalla penna di una scrittrice che si definisce ex-lottacontinua... è proprio vero che per denaro ci si piega a tutto.