Questione di Costanza
Letteratura italiana
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Un titolo ambivalente
Alessia Gazzola, dopo aver firmato con successo i libri con protagonista Alice Allevi, torna in libreria con una nuova protagonista femminile: Costanza Macallè, in Questione di Costanza. Il titolo, volutamente ambivalente, gioca bene su due opposti fronti. Uno fa riferimento al nome della protagonista e il comportamento che adotta nella sua esistenza; dall’altra può tradursi con il significato di portare pazienza, attendere il destino. Già perché Costanza Macallè è una donna particolare. Ha appena ottenuto un contratto di lavoro con l’istituto di Paleopatologia di Verona, dopo aver superato un concorso, ed essere arrivata seconda in graduatoria … con due sole partecipanti! Il lavoro è precario, ma è pur sempre qualcosa. Lei, ragazza madre di Flora, dolce esserino di sedici kili, ha la responsabilità di una figlia da crescere e non è poco. Così lascia l’assolata Sicilia per recarsi nella oscura e brumosa Verona per iniziare una nuova avventura. Riuscirà, intanto, a rintracciare anche il padre della piccola Flora, assicurando alla piccola un po’ più di stabilità? E la storia illegittima tra Biancofiore di Honestaufen e Aldegar Von Dannemnerg cosa racconta agli studiosi, così tanti anni dopo?
Un libro fresco, travolgente, che ricorda da vicino quelli in cui era protagonista Alice Allevi. Un romanzo che è viva espressione di molti generi: dal romanzo storico alla commedia, al genere rosa. Ma è anche un libro che parla di attualità, della precarietà lavorativa di molti giovani d’oggi, di difficoltà sentimentali. Una lettura che ci emoziona e a cui ci si approccia con rinnovata simpatia come in altri libri firmati da questa autrice.
Indicazioni utili
Costanza, tra la Paleopatologia e la piccola Flora
Pensato come il primo di una trilogia, è un romanzo dal ritmo lento e su più piani di lettura: la vita quotidiana della protagonista tra il nuovo lavoro in Paleopatologia che sta cercando di farsi piacere e la vita famigliare insieme a sua figlia Flora di tre anni e a sua sorella Antonietta, e il secondo piano di lettura è quello relativo a Marco, di cui non vi svelerò nulla di più, e poi c’è il Medioevo e l’epoca di Federico II in Italia in particolare, vista attraverso le indagini e gli incisi storici che l’autrice pone tra un capitolo e l’altro. Nella vita quotidiana la presenza della piccola Flora vivacizza la storia, lo stile è il solito e quindi ironico e piacevole, le indagini storiche sono ben condotte. Il Medioevo in realtà è di contorno alla vita quotidiana della protagonista, non è il centro della vicenda con le sue avventure e le sue storie d’amore, qui si è voluto fare un mix tra le due cose che non sempre è riuscito bene, anche se anche la parte storica è interessante. Lo consiglio agli amanti di Alessia Gazzola, ma anche a quelli che non hanno ancora letto niente della sua produzione, vi piacerà, anche se c'è un po' di verve in meno rispetto alla serie su Alice e al romanzo su Emma la tenace stagista.