Questa storia
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 8
Poco appassionante
Alcuni aspetti di questo libro mi risultano poco nitidi. La trama è piuttosto semplice, ma l’autore le ha dato valore assegnandole dei significati profondi (non facili da afferrare, ritengo). Il tema trattato sono i sogni: sia il protagonista che gli altri personaggi agiscono in vista di un loro sogno, sempre piuttosto anticonformista e poco pratico: come a dire che ciò per cui ci agitiamo e che aspiriamo di raggiungere è sempre inconsistente e vacuo. Il protagonista è Ultimo? In realtà lui mi è sembrato piuttosto un “leitmotiv” o un filo conduttore, quasi un pretesto per presentare altri personaggi che di volta in volta assumono il ruolo di protagonisti temporanei. Ogni sezione del libro presenta un diverso stile narrativo, dal racconto al diario, dal saggio storico al testo poetico-filosofico. Tutto ciò ha reso la lettura (almeno per me) piuttosto sfuggente e un po’ faticosa. Ho apprezzato molto certi dialoghi e certi passaggi dove domina l’ironia; altre parti mi sono parse un po’ enfatiche e posticciamente didascaliche. Lettura non particolarmente appassionante.
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che la vita sia pari ai propri sogni
Ogni storia di Baricco è come una bandierina piantata sulla cima di un monte. E questa bandierina, secondo me, sta su una vetta altissima. Una progressione narrativa complessa, a tratti sincopata. Una storia che diventa causa o occasione per raccontare le nostra storie, quella amara e vergognosa di Caporetto, quella luccicante come un falò della rivoluzione industriale e la storia di Ultimo, quasi mai narrata, ma dedotta dalle storie di quanti si sono avvicinati a lui. Un finale sorprendente, romantico e dolcissimo realizzato da una donna algida. Una lezione di vita impareggiabile: vivere affinchè la vita pareggi con i propri sogni.
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La corsa verso la realizzazione di se stessi
Quando leggi un libro di Baricco a parer mio non sai mai cosa aspettarti.
Ed è così che è successo anche ora.
Stupisce sempre come l'Autore riesca a far combaciare ogni parte della storia, anche quelle che spesso sembrano così assordanti, in un finale stupefacente.
Se non è facile rivedere nella vita di Ultimo la nostra, è facile però comprendere a pieno cosa ci porti a vivere ogni giorno ("vivere davvero") : la realizzazione dei nostri obbiettivi e il raggiungimento dello scopo per il qual siamo nati. Combattiamo una continua guerra con il mondo che ci circonda che facilmente ci dissuade ma solo quelli che hanno chiaro il loro scopo non si arrendono. Ognuno di noi ha la sua pista da percorrere, solo i più forti riescono a crearsela da soli fuori da qualsiasi convinzione e forma geometrica.
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La storia, questa storia
Una storia, questa storia, una bella storia. Racconto intenso e ricco di significati, metaforico e allo stesso tempo molto concreto, reale per quanto riguarda buona parte del contesto storico.
Un padre con un’intuizione ed un figlio che lo segue e poi cerca la sua strada, la sua successione di curve, un susseguirsi di tratti di vita, drammatici, complicati, ma utili a raggiungere la meta, a realizzare il sogno. Una ossessione, una passione per le strade, per il loro tracciato che fa da metafora alla vita, una complicanza via l’altra e la continua voglia di proseguire.
Un romanzo bello e all’apparenza meno evanescente, meno onirico di altri di Baricco, eppure ho trovato anche in questa storia un alone di doppio significato, non si tratta di una storia fine a se stessa, ma di un sapiente insieme di emozioni, di punti di vista sull’esistenza, sull’amore. Molto bella e interessante la contestualizzazione storica dell’intera narrazione. Colpisce particolarmente la prima parte del romanzo, personalmente ho apprezzato le descrizioni dei rapporti fra padre e figlio, della passione di un padre che diventa fonte di una passione per il figlio.
Molto intensa anche la parte conclusiva che fa da resoconto e da completo senso al tutto.
Una bella scrittura quella di Baricco.
Una storia, questa storia, una bella storia.
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LA PISTA DELLA VITA
Io di Baricco ho letto praticamente tutto, anche i libri di critica musicale, ma quando ho letto "Questa storia" sono rimasto sinceramente colpito dall'enorme quantità di storie completamente diverse che l'autore sa raccontare senza scendere quasi mai di livello, qui in un solo libro racconta diverse avventure (la guerra, le corse, l'aereoporto, la sera alla locanda e via così) e non ne trovi una che non sia scritta alla grande.
La parte del libro che mi ha stupito di più è quella dedicata alla celebre disfatta di Caporetto, raccontata con mirabile maestria e con delle opinioni che ho trovato davvero molto interessanti. Tutte le idee che Baricco esprime sulla ritirata secondo me sono degne di riflessione e sono fra l'altro frutto di studi, come dimostrano alcuni articoli scritti per Repubblica dove fra vari libri ne analizzava anche alcuni dedicati a sconfitte e disfatte celebri.
Il diario di Elizaveta è un racconto capolavoro, una ragazza che per diletto disfa le famiglie. Si potrebbe prendere questa parte da sola è sarebbe già una storia meravigliosa, il modo in cui si raccontano i metodi della ragazza per seminare la discordia l'ho trovato glacialmente mirabile.
Bellissima è anche la parte ambientata nella pista d'atterraggio, Baricco cambia stile e si cala nei panni di un ragazzo ritardato scrivendo pagine di indescrivibile bellezza. Ricordo ancora benissimo la caccia alla moneta nella tasca, spettacolo.
Conclusione perfetta è la pista di Ultimo, la pista della vita. Mr Gwyn scriveva ritratti, Ultimo progetta la pista dell'esistenza. Ho trovato delizioso il momento in cui Elizaveta percorre la curva a lei dedicata, sarebbe bello essere capaci di disegnare una pista a mo' di mappa della nostra vita come fa Ultimo, chissà quanti percorsi diversi.
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Questa storia: la Nostra Storia
Quando decido di leggere un libro, sembrerà una cosa stupida, o forse limitativa, ma ciò che mi colpisce immediatamente è il titolo e stranamente il mio istinto colpito da esso, raramente fallisce. E così è avvenuto per questo magnifico libro di Alessandro Baricco. Inutile dire che di libri suoi ne ho letti tanti, ma questo mi è rimasto dentro più di chiunque altro. Perchè? Eppure non è così famoso quanto può esserlo Oceanomare o Castelli di rabbia, eppure nelle sue pagine risale lentamente una corrente molto simile a quella del sangue che scorre nelle vene di ciascuno e che ti spinge e convince a fare la cosa più semplice di tutte: vivere. Vivere con la V maiuscola, ossia fare, disfare, iniziare qualunque cosa, purchè sia ciò per cui sei nato. Il protagonista, Ultimo, nasce per creare una pista da corsa, e percorrerla come fosse il circuito della propria esistenza. Nasce per imprimere ogni curva e ogni linea con i fotogrammi della propria esperienza vissuta, senza tralasciare nulla. Nasce per vivere un amore impossibile, tanto tragico quanto maledetto, come sa esserlo soltanto la passione più profonda e mai consumata. Nasce per morire ormai vecchio portandosi addosso fin dentro le ossa la consapevolezza di aver visto e respirato ogni singolo frammento della sua storia, così come egli stesso voleva che fosse.
E così che c'è l'infanzia, l'adolescenza, la guerra, l'amicizia, l'amore, la morte, e soprattutto il Tempo.
Questa storia è una lezione sulla vita di ogni essere umano, è un racconto che viene sottilmente sussurrato che s'insinua nella mente dolcemente fino ad essere compreso nella sua semplicità così come è semplice l'esistenza se in essa non muoiono i sogni.
Il sogno di Ultimo era costruire la sua pista, il nostro Sogno qual'è? Questa storia è un libro che ci ricorda di non dimenticarci mai ciò per cui siamo nati e se non lo sappiamo ancora, di chiederlo a noi stessi finchè non diventerà tutto chiaro, talmente chiaro che niente della nostra vita potrà essere più sprecato.
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La vita, così com’è.
Quanto può essere abissale la vita di ognuno di noi… quanto essa può essere lunga o breve; quanto è profonda l’esistenza di una persona… quanto è immensa, e piena di ricordi, desideri, paure; e quanto siamo veramente soli…
Sono tutte frasi vaghe, sfumati interrogativi che vengono alla mente leggendo Questa Storia. Perché Questa Storia è la storia di ognuno di noi.
Ultimo è poco più di un bambino quando vede le prime macchine circolare sulle strade. La strada… sarà lo scopo di vita di Ultimo. Costruire una strada. Costruire una vita.
Ultimo è poco più di un uomo – un ragazzo costretto a diventarlo – quando va in guerra. La disfatta di Caporetto. La guerra lo segnerà per sempre.
Ultimo è poco più di un uomo invecchiato quando incontra Elizaveta. Elizaveta… un nome che sembra pieno di mistero, di sensualità, di amore…
Elizaveta. Ultimo. La morte.
Ho provato un irresistibile desiderio mentre leggevo questo libro. Un desiderio, una voglia immensa… di cosa?
Di vivere.
Di vivere e di chiedermi – chi sei? Cosa vuoi veramente?
Dio, che abisso, affacciarsi alla vita.
Grazie, Baricco.
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QUESTA STORIA. Che meravigliosa storia.
Lo so, Baricco non piace a tutti. C'e' chi ritiene che sia troppo pieno di sè e che dalla sua scrittura trapeli il suo presunto narcisismo letterario.
Io che lo amo come scrittore non convengo, ma ognuno la pensa a modo suo ovviamente.
Questa premessa per dire che QUESTA STORIA e' - pur essendo palesemente marchiato dall' inconfondibile penna dell'autore - uno dei suoi romanzi in cui la forma, quella scrittura immaginifica ed eccentrica, passa in secondo piano rispetto al contenuto.
C'e' tanto in questo splendido libro. Questa storia, non e' solo una storia. Tante storie, in una storia.
A PARTIRE DALL'ANNO 1904 .
Ultimo Parri, figlio di Libero Parri e Florence, anni sette.
Un ragazzino magro, gracile, occhi grigio cenere, grandi orecchie. Un'ombra d'oro.
Perche' Ultimo e' un bambino cui la gente non sa resistere, e' speciale, si distingue, stare accanto a lui e’ qualcosa di diverso, qualcosa in piu’.
Ultimo e la sua strada. Ultimo ed il suo sogno.
Libero, suo padre. Uomo di fatica che vende il suo tesoro, le sue mucche, per comprare le radici di un sogno. Perche' lui e' nato per quello e la gente e' davvero viva quando riesce a a fare cio' per cui e' nata.
Florence, bella nei suoi abiti da contadina asseconda il suo uomo, perche' amare non e' distruggere i sogni degli altri.
FRONTE ITALIANO, 1917- Caporetto.
Trincea. Baionette. Granate. Freddo. Fame. Terra. Morti. Tanti. Giovani.
Una lettere in tasca che verra' consegnata da qualcun altro , forse macchiata di chiazze porpora : " Padre vi ringrazio. Grazie per avermi accompagnato al treno, il mio primo giorno di guerra. Grazie per non avere mai pianto. Grazie dell'odore di castagne, quando tornavo dal collegio. Grazie per i giorni e gli anni. Mille volte grazie. Per sempre ".
Giovani uomini ingoiati dalla morte pur uscendo vivi dalla trincea, pur sopravvivendo alla guerra, pur salvandosi dalla prigionia.
2 APRILE 1923 - ELIZAVETA.
Ultimo ed Elizaveta. L'amore, visto dalla peculiare prospettiva di Baricco.
Vi sentirete eccitati, contrariati, inteneriti, scandalizzati da questa donna.
La strada di Ultimo e' una strada con curve e colline che non lascia indifferenti, bisogna viverla a tutta velocita', volare, alzarsi da terra, farsi strattonare dalla forza centrifuga pur mantenendo i piedi ben appoggiati al suolo.
Un libro bellissimo, da un autore che ha voluto unire storia e fantasia, sogni e vita, passato e immaginazione in un racconto intenso, che lascia inevitabilmente il segno.
Mi sono stupita che questo titolo non fosse inserito nel network. Inspiegabile. Un sito cosi' bello non puo' essere che vetrina per un romanzo come questo.
Buona lettura