Narrativa italiana Romanzi Quando la montagna era la nostra
 

Quando la montagna era la nostra Quando la montagna era la nostra

Quando la montagna era la nostra

Letteratura italiana

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Lena conosce ogni cima, ogni sentiero, il punto esatto in cui il fitto del bosco dirada per diventare dorso pietroso o alpeggio. Conosce a memoria ogni anfratto di quel paese e delle montagne che lo circondano. Perché lì è dove si sente a casa. Lì è dove è cresciuta, con una madre che le è sempre sembrata distante e un padre che, invece, le ha dato tutto l’affetto di cui aveva bisogno. Lì è dove, negli anni, ha accumulato tutti i suoi ricordi, sia quelli che sono una carezza lieve sul cuore sia quelli che pesano come un macigno. Proprio lei che ha messo in pausa la sua vita in una solitudine sempre uguale, avverte ora uno smottamento, come una piccola frana che fa sentire la sua eco fino a valle. Perché Corrado è tornato. Corrado che, molti anni prima, è andato via senza dire addio. L’uomo con cui Lena ha condiviso l’amore per le montagne come con nessun altro. Erano solo due ragazzi, ma il legame che li univa era profondo, saggio e maturo. È da tanto tempo che non si vedono, ma si sa che questo al cuore non interessa. E quando Corrado vorrebbe spiegare le ragioni della sua scelta, Lena non sa se ha la forza di sostenere il peso di quegli eventi taciuti. Per lei, ormai, sono porte chiuse, o così si è sempre detta. Ora che sua madre sta perdendo i suoi ricordi, lei non sa se vuole ridare una voce ai propri. Possono fare male. Oppure possono essere come un vento che, mentre si è in quota, spazza via le nuvole e finalmente riporta il sole.



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Quando la montagna era la nostra 2023-07-23 19:48:28 ombraluce
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ombraluce Opinione inserita da ombraluce    23 Luglio, 2023
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CAPIRE LA VITA

In questo romanzo, scritto in parte con voce narrante e in parte in prima persona dalla protagonista, Lena, si ritrovano tutti gli elementi che fanno parte dell’avventura della vita: i legami familiari, le esperienze che ci segnano, il coraggio di andare avanti, la gioia di sentirsi accolti, la delicatezza dei ricordi e, soprattutto, la fragilità delle storie di ognuno, così condizionate dalla realtà, dal quotidiano in cui ciascuno è immerso.
La scrittrice è bravissima nello sviscerare la complessità dei legami familiari, le sfumature delle cose non dette e il celato intreccio tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è e ciò che si crede di sapere. Pur in una realtà abbastanza usuale, in una vita semplice senza particolari eventi di persone come la famiglia di Lena, si nascondono tante cose non dette, tanti piccoli segreti, a cui si aggiunge poi, come un uragano, la vicenda più triste e drammatica di quella di Corrado. E alla serenità dei boschi, del rumore di rametti spezzati durante un cammino, della luminosità della radura baciata dal sole, fanno da contraltare i mille problemi che questo giovane ha dovuto affrontare fin da ragazzino, e che si sono riversati, per forza di cose, sulla giovanissima Lena, ignara di tutto ma coinvolta da tutto. E’ un libro sul mistero della nostra vita, sul come siamo chiamati a rispondere con amore anche quando ci pare non ce ne sia più, anche quando non tutti i tasselli sono ben chiari dentro di noi. Ma solo l’amore ci può salvare, prima di tutto quello per noi stessi, che ci porta a rispettare anche maggiormente gli altri. Le trame dei protagonisti si susseguono con grazia, accompagnate dalle riflessioni di Lena che impara, piano piano, a leggere la delicatezza e la premura anche in chi sembrava non averne affatto, impara a non giudicare troppo perché, come le dice suo padre ““gli uomini e le donne sbagliano, sbagliano continuamente”. E impara la necessità di conservare i ricordi e l’importanza, il bisogno vitale, di crearli questi ricordi. Finchè si può, finchè c’è tempo, finchè c’è la magia del momento.

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