Qualcosa di vero
Letteratura italiana
Editore
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Fiabe alternative
La dolcezza di una bimba di nove anni che cerca la compagnia di una vicina di casa, una giovane donna un po’ acida, nonché pubblicitaria scompigliata un po’ disillusa, nel cui cuore la bimba fa breccia. Attorno a queste due bellissime figure ruota la storia, costellata di personaggi secondari altrettanti interessanti, come ad esempio un giovane talento creativo ed un meno giovane attore shakespeariano. Una storia che inizia con leggerezza ed ironia, per toccare verso la fine l’importante tema della violenza familiare. La copertina raffigura una figura femminile, rannicchiata su se stessa, sotto la cappella di un fungo velenoso: un messaggio importante, perché la violenza sulle donne, in famiglia, è davvero veleno.
Indicazioni utili
Giulia e Rebecca
Dopo i fiumi alcolici della serata Giulia mai si sarebbe aspettata di dover dare asilo a Rebecca, la figlia della nuova vicina di casa. Di lavoro pubblicitaria di successo, ma pur sempre reduce da una serata brava, lascia un mezzo biglietto alla porta della madre per avvertirla che la piccola si trova sul suo divano e molto diplomaticamente chiude la questione. O almeno, pensa di averla chiusa. Perché quello con Rebecca diventa un rituale sempre più costante, in cui basta il bussare al muro per quelle due o tre volte di fila, o ancora quello stereo lasciato volontariamente acceso per far compagnia, a far sì che due anime apparentemente opposte si avvicinino per non separarsi mai più. Le due vite finiscono con il diventare un tutt’uno, e Giulia, mediante la voce di Barbara, si riscopre. Conosce un lato del suo carattere che non pensava di avere, trova il coraggio di lasciarsi andare al sentimento puro e genuino dell’amore rinunciando a quelle che al contrario erano relazioni passeggere e volontariamente senza impegno, riesce a far breccia nel vicino di casa – con l’aiuto di Rebecca, bisogna ammetterlo – attore in pensione e riesce anche a far luce sul mistero che ruota attorno alla figura di questa compagna di pianerottolo piena di segreti e di misteri. Il suo, sarà un intervento determinante.
E questo, è solo l’inizio. Perché a tutto ciò dovete aggiungere una penna precisa, puntigliosa, pulita, una penna chiara che accompagna, narra senza spiegare, immedesima nel suo scorrere e coinvolge in toto il lettore. Non ha pretese Barbara Fiorio ma state pur certi che se decidere di prendere tra le mani questo o un altro suo romanzo, difficilmente riuscirete a staccarvene prima delle fine. Anche se questo significa fare le due di notte, soprattutto se questo significa fare le due di notte.
Un elaborato ricco di tutto, dalla trama solida e ben articolata, dai personaggi veritieri e ben costruiti, dai giusti colpi di scena e dal ritmo rapido e ben cadenzato. Una pura e semplice piacevole scoperta.