Prendiluna
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Allucinato
Non è difficile credere che Stefano Benni tenga dei seminari sull'immaginazione. Nel suo "Prendiluna" c'è tanta di quella fantasia da rimanere spiazzati. Forse ce n'è anche troppa; e come ben sappiamo, il troppo stroppia. Capiamoci, Benni è sempre piacevole e scorrevole da leggere ed è uno degli autori italiani che apprezzo di più, ma questa sua ultima fatica è probabile che la scorderò così come l'ho letta: rapidamente. Ho apprezzato di più la sua ultima raccolta di racconti: "Cari Mostri", che pur ospitando più esseri soprannaturali, riusciva ad essere più logica e meno forzata. Sì, perché ci sono tante forzature evidenti in questa storia, e personaggi che cambiano da un momento all'altro quando per anni hanno condotto vite all'opposto. Per non parlare dell'allucinante finale.
Ripeto, il troppo stroppia.
Prendiluna è una ormai vecchia gattara, maestra di italiano in pensione. Una notte un vecchio gatto ormai morto, di nome Ariel, le appare sottoforma di fantasma e le comunica che se non troverà dieci Giusti a cui affidare i suoi dieci gatti, il mondo finirà.
Nel frattempo due ex alunni della maestra che ora sono chiusi manicomio, Dolcino e Michele, hanno avuto un sogno in cui sono venuti a conoscenza della Missione di Prendiluna. Hanno scoperto che lei incontrerà Dio una volta conclusa l'opera, e anche loro vogliono incontrarlo per dirgliene quattro. "Se vuoi trovare qualcuno, cerca chi lui sta cercando", per cui, partono alla ricerca di Prendiluna.
Avanzeremo quindi con loro in questo viaggio fatto di ironia, allusioni sessuali ed evidente denuncia alla società tecnologica dei tempi moderni, che chiude il proprio mondo nel ristretto schermo di uno "Smartafone". Si scontreranno con una strana setta, gli Annibaliani, che hanno come capo Chiomadoro, un uomo dal passato misterioso.
In conclusione posso dire, a malincuore, che non è proprio il miglior lavoro di Benni.
"Ogni notte è meravigliosa quando torni vivo da un campo di battaglia, o esci da un ospedale, o lasci una prigione, bella è la gioia degli scampati, dei guariti, dei salvi, anche se sarà breve."
Indicazioni utili
- sì
- no
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Diecimici per dieci Giusti
Questo è il secondo libro di Benni che leggo, avevo già apprezzato Cari Mostri e Prendiluna si è rivelato un libro all’altezza delle mie aspettative.
Tanto per introdurlo, è un romanzo fantastico pubblicato nel 2017 dalla Feltrinelli. La protagonista, fin dalle prime pagine, è proprio lei, Prendiluna. Ella è una amabile vecchietta, una maestra in pensione, che vive nel bosco in solitudine. Stava guardando fuori dalla finestra nel momento in cui le apparve Ariel, il suo gatto preferito morto qualche anno prima. Sarà proprio lui ad affidarle la Missione: dovrà salvare il Mondo donando ad ognuno dei dieci Giusti uno dei Diecimici. Ha solo otto giorni per farlo, dopodiché lei morirà e la Terra verrà distrutta. Fu così che Prendiluna partì dalla sua casa con una pesante valigia contenente ben 10 gatti, alla ricerca dei Giusti. Nel frattempo, però, anche Dolcino e Michele fanno lo stesso sogno e partono a loro volta. Loro sono due pazienti internati in un manicomio, ma sono stati studenti quando Prendiluna ancora esercitava la sua professione di maestra, la conoscono bene e vogliono trovarla per aiutarla a portare a termine l’importante missione. Intrighi, pedinamenti, scene grottesche, i nostri protagonisti vivranno tutto questo, fino ad un epilogo inaspettato e decisamente d’impatto.
Cosa mi è piaciuto di questo racconto? Tutto. L’ho praticamente divorato, non mi ha fermato nemmeno il sonno (ogni tanto) e cercavo sempre di arrivare almeno a fine capitolo. Benni è un abile narratore, inoltre mi ha sorpreso con l’inserimento di un linguaggio colorito usato soprattutto da Dolcino e Michele. Geniale il ribaltamento del ruolo di Dio, soprattutto l’idea di inserire delle imprecazioni camuffate abilmente: Diodue è solo una delle tante che troverete durante la lettura e sono sicura che vi faranno sorridere ogni volta. Come ogni missione che si rispetti, abbiamo anche dei cattivi che cercano di ostacolarne il compimento, ma i nostri protagonisti non sono degli sprovveduti e si riveleranno ricchi di incredibili qualità. Mi è successo rare volte di ridere durante la lettura e Benni è riuscito a farmi divertire davvero. Mi è piaciuto molto il ruolo di Prendiluna: non è solo la potenziale salvatrice del Mondo, è anche una persona dalle ampie vedute, dotata di mente aperta ed ingegno. È sensibile, è comprensiva e sembra incapace di disprezzare e giudicare. Dolcino e Michele sono a loro volta delle anime pure, se pur tormentate dai fantasmi dal passato e dalle loro patologie psichiatriche. Senza dubbio li amerete anche voi come li ho amati anche io, amerete la loro lealtà ed il loro coraggio, nonché le loro buffe elucubrazioni. Non voglio spingermi oltre con il commento perché non vorrei dire troppo, consiglio la lettura a tutti, anche ai lettori occasionali che non cercano niente di impegnativo. È leggero anche il linguaggio, la storia è coinvolgente ed i capitoli sono brevi. Acquistatelo o fatevelo prestare, ne rimarrete sicuramente soddisfatti!
Buona lettura.
Ps:
Ho dato un'occhiata anche alle recensioni già presenti su questo portale ed ho notato che sono tutte mediamente negative. Io non sono un'esperta di Benni e non conosco tutte le sue opere, però ho letto questo libro così com'è ed è proprio il suo essere eccessivo che mi ha fatto divertire di più. Non so se il suo intento fosse quello di far sapere a tutti che è un anticlericale che disprezza gli uomini potenti, io mi sono comunque divertita durante la lettura e spero di aver fornito un punto di vista diverso dai precedenti, per permettere agli indecisi di chiarirsi le idee.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Una Prof. tra gatti, sette sataniche e matti evasi
Prendiluna è una arzilla vecchietta, ex professoressa di liceo, che ora vive in una casetta nascosta nel bosco e colonizzata da dieci gatti (i Diecimici). Una notte le compare il fantasma del gatto Ariel, il progenitore di tutti, il quale le comunica che dovrà trovare dieci Giusti a cui affidare i Diecimici. Dopo di che lei morrà, ma così sarà riuscita a salvare il Mondo dalla catastrofe imminente. In questo modo inusuale parte l’avventura di Prendiluna nella sua difficile missione, alla ricerca di vecchi colleghi stimati, ex allievi meritevoli e diseredati di buon cuore classificabili come “giusti”. Cercheranno di rintracciarla due suoi antichi studenti, evasi dal manicomio (Dolcino, paranoico ed epilettico, e Michele, che si crede l’omonimo arcangelo!), perché vogliono essere presenti alla conclusione dell’impresa per poter dare due ceffoni al Diobono, affinché si capaciti del male che ha arrecato alla Terra. Molto più preoccupante è il fatto che Prendiluna sia anche pedinata da un misterioso personaggio incappucciato e… rovente che agisce in accordo con gli oscuri monaci Annibaliani, setta potentissima ed onnipresente in tutti i centri di potere, i quali cercano di ostacolarne il cammino.
In Stefano Benni albergano due tipi di scrittori. Uno è autore di talento (oserei dire geniale), umorista irresistibile, poeta onirico e stralunato, inventore di fiabe estrose, funambolo di situazioni strampalate, ma affascinanti, profondo osservatore della natura umana e delle contraddizioni che la agitano. L’altro è un predicatore manicheo che divide l’umanità in buoni e cattivi inserendo in questo secondo gruppo tutti coloro che non accettano la sua ideologia, che si oppongono al suo credo o che, semplicemente, risultano essere obiettori inconsapevoli dei suoi dogmi. Costoro sono posti alla berlina e fustigati con feroce sarcasmo, quantomeno per interposto personaggio. Quando in un suo testo ha la meglio il primo lato della sua personalità il risultato è un’opera godibilissima e divertente, quando sopravanza il secondo si è costretti ad assistere ad una farsa, fatta di dileggi e sardoniche stroncature, che, in breve, annoia anche chi condivide le medesime idee.
Io ho amato moltissimo il primo Benni, che mi ha fatto ridere sino alle lacrime o riflettere su situazioni osservate precedentemente solo con occhio distratto. Ho cominciato a disamorarmene quando l’altra tendenza si è manifestata con prepotenza e con predominanza sulla prima.
Per questo motivo, quando mi sono accostato a “Prendiluna” l’ho fatto con una certa titubanza, per tema di ritrovarmi tra le mani il Benni concionatore.
Al termine del romanzo sono restato interdetto sulla valutazione da darne. Indubbiamente “Prendiluna” vuol essere un libro “contro” anche se non ho ben compreso contro chi in particolare.Se escludiamo il palese ateismo anticlericale e gli onnipresenti attacchi ai potenti (qualunque potere essi detengano), non sono riuscito ad identificare un obiettivo preciso diverso da ciò che è il mondo, tutto il mondo, così come lo conosciamo oggi (ci piaccia o meno).
Dopo la partenza, abbastanza accattivante, tra l’onirico ed il fiabesco, seppur punteggiata da qualche facile passaggio demagogico, la storia comincia ad avvitarsi in situazioni sempre più strampalate e bislacche. Nel distaccarsi progressivamente da una realtà comprensibile ci si perde in situazioni difficilmente decrittabili (sogni, allucinazioni, allegorie?). Sul finire, poi, la narrazione parte per la tangente divenendo un misto di sconclusionata favola moderna e di allucinato incubo horror ad occhi aperti. Al punto che non è dato comprendere se davvero si sia letta una storia con un qualche senso e significato o si sia finiti in uno dei sogni Matrioska di cui si parla nel libro.
Il libro, in definitiva, è un collage disarmonico. Contiene bei guizzi d’inventiva graffiante. Ogni tanto infligge qualche ben assestata scudisciata, acuta e brillante, alla nostra società, tutta presa dalle “pozzangherine” che teniamo sempre in mano (i vari tablet e smatphone), dal consumismo, dalla realtà virtuale o da quella altrui che impudicamente ci viene sbattuta in faccia dalle televisioni. Ci sono capitoli esilaranti godibilissimi e qualche passaggio poetico. A tratti, poi, ci si trova immersi in altri brani che raspano in gola o che irritano e disgustano proprio, e si finisce, girata l’ultima pagina, con un grossissimo BOH?
Quello che non ho compresa, in fin dei conti, è la morale che si dovrebbe ricavare dalla storia, ammesso che ce debba essere una e non si tratti solo di un duello personale dell’Autore contro i suoi mulini a vento. In sintesi non è uno dei peggiori Benni che abbia letto, ma non è neppure paragonabile ai migliori. Piacevole, ma non piacevolissimo, stravagante, ma anche un po’ velleitario. Consigliabile, ma anche no. Leggibile, ma anche evitabile.
Indicazioni utili
- sì
- no
Prendiluna ed i suoi meravigliosi mici..
Prendiluna, anziana settantenne gattara, è una docente di italiano in pensione che una notte come tante sogna Ariel, un vecchio bianco gatto passato a miglior vita che le assegna una missione: deve trovare dieci Giusti a cui affidare i suoi dieci gatti (Hanta il rosso, gatto cacciatore e sessuomane, Nasone, filosofo e abile a mimetizzarsi, Sylvia, gatta poetessa e acrobata, Dolores, gattina seduttiva dagli occhi grigi, Gonzalo, gattino irascibile e guerriero, Emily, gatta bianca, solitaria e sofferente il mal d’auto, Cronopio, grasso e dormiglione, figlio di Sancho, Raymond, giocoso e rombiballe, Jorge, gatto esoterico e telepatico della stirpe di Durendal, Prufrock, gatto mangione, sopravvissuto e molteplici catastrofi) altrimenti il mondo finirà.
E mentre la donna dà avvio al suo incarico, due suoi ex alunni, Dolcino e Michele, laureati rispettivamente in Demonologia e in Schizofrenia (il secondo, in particolare, “con precedenti per furto continuato, oltraggio, interruzione di processione sacra, soggetto a pericolose crisi di delirio urlante, ipersensibile al rumore, altezza uno e novantaquattro”), scappano dal manicomio in cui sono ricoverati da anni. A loro volta hanno sognato del compito della maestra ed hanno scoperto che una volta concluso questo, ella, incontrerà Dio, soggetto a cui devono “dirne quattro”.
A concludere il quadro, gli Annibaliani, guidati da Chiomadoro, personaggio misterioso dal passato sconosciuto.
Sulla falsariga di un romanzo visionario e allucinante, Stefano Benni, ricrea una perfetta fotografia di quella che la società attuale, ponendo in essere una chiara denuncia a quei tempi moderni che si sostanziano nelle apparenze, negli apparecchi tecnologici, nelle futilità, nelle droghe, nell’alcol, e in tutti quegli escamotage atti a rifuggire dalle problematicità e dalla realtà.
Un romanzo godibile, ironico e rapido è “Prendiluna”, un romanzo che, nel suo arrivare, conquista solo a metà, forse a causa di talune evidenti forzature, oppure semplicemente, perché è così intriso di fantasia ed immaginazione da risultare – anche per le menti dedite ed inclini a queste ultime caratteristiche – a tratti sfuggente.
«[..] Non c’è un perché, solo qualcosa che manca, la pazzia è questa mancanza, è il pezzo tagliato via, prezioso, insostituibile. E fa male..» p. 81
Indicazioni utili
- sì
- no