Pianoforte vendesi
Letteratura italiana
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Questi fantasmi...
Un racconto tanto breve quanto delizioso dell’autore della “Figlia del podestà” vincitore del Bancarella 2006.
Un pianista, in realtà un ladro chiamato così per la lunghezza e la destrezza delle mani, si reca a Bellano per la festa dell’Epifania, si sa che con la confusione sarà più facile rubare. In paese passa davanti ad un palazzo dove legge il cartello “Pianoforte Vendesi”. Tornato dalla perlustrazione del paese, decide , credendo che sia una serata fredda quindi magra per
“i suoi affari” di dare un’occhiata al pianoforte.
Entrando nella casa viene sorpreso dalla vecchia proprietaria che credendolo interessato allo strumento l’invita a suonare con lei.
I vicini, disturbati dal suono, chiamano i Carabinieri e “il pianista” uscendo dalla casa si imbatte nel Brigadiere che lo accompagna in caserma.
Ma quando tenta di giustificarsi con i Carabinieri affermando che nella casa aveva suonato con la vecchia proprietaria, i militi gli ridono in faccia perché la vecchia è morta da un anno. Questo però non sarà l’unico fantasma della notte di tutti loro.
Romanzo delizioso ,scorrevole e agrodolce, l'ideale sotto l'ombrellone quest'Estate.
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Pianoforte vendesi di Andrea Vitali - Commento di
Nel clima prenatalizio dei prossimi giorni sarà piacevole (o controindicato!) (ri)leggere questo miniromanzo (o maxiracconto) dalle sfumature fiabesche. Una ghost story nella quale Andrea Vitali mette in liquidazione un pianoforte sulle rive del lago di Como, nella Bellano che è l’anfiteatro delle sue opere.
Ambientata nella notte dell’Epifania del 1966, la storia ha per protagonista un giovanotto che pratica un’arte ben delineata: non già quella del pianista, come il titolo lascerebbe presagire, bensì quella del lestofante (pronunciasi ladro).
Il personaggio ha un profilo grottesco. E per profilo (ma quanti doppi sensi hanno le parole!) non intendo né carattere né dimensione psicologica. Intendo proprio il profilo fisico! Il giovanotto infatti ha un naso che sembra il becco adunco di un rapace ed è dotato di due lunghe mani aggraziate, che gli hanno conferito il soprannome di “pianista”.
L’atmosfera è straordinariamente agrodolce: alla malinconia tipica delle feste natalizie si sommano il clima popolare e pregno di odori di una sagra paesana minacciata dalla neve e … l’ironia dell’autore.
Come recita un detto locale, durante la notte dell’Epifania i morti tornano. Quindi ‘si manifesta’ anche l’anziana proprietaria del pianoforte, che nutre ancora alcuni desideri irrealizzati: quello di suonare lo strumento musicale che ha tanto amato nella sua vita terrena, quello di gustare un piacere che le è stato negato nell’ultima fase vissuta in ospizio. Ma, per realizzare i suoi desideri, la defunta ha bisogno di avvalersi delle mani di qualcun altro!
Il racconto è struggente e consigliato a chi vuole infierire sulla propria ipocondria prenatalizia. Forse sarebbe meglio leggerlo (in una classe, per esempio) circondati da ragazzi o giovani che possano stemperare i sentimenti di nostalgia che in questi giorni affliggono molti di noi. Primo fra tutti …
… Bruno Elpis
Sul mio sito potete leggere l’intervista che ho realizzato con l’autore. Questo il link:
http://www.brunoelpis.it/le-interviste/197-intervista-ad-andrea-vitali
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Lettura piacevole, ma breve
Dunque, l'acquisto di questo libro è stato pressoché casuale. Ieri sera (27/10/'12) mi sono ritrovata ad assistere ad un incontro con Andrea Vitali: non lo conoscevo come autore (Galeotto fu il collier so esser suo, ma non mi sono mai particolarmente interessata, non ritenendolo il mio genere) e quindi la mia presenza all'evento è stata pura curiosità.
Vitali si è dimostrato da subito una persona molto simpatica, in grado di grande empatia col suo pubblico; mi sono trovata così coinvolta dai suoi frizzantissimi aneddoti, la maggior parte dei quali usati all'interno dei suoi romanzi.
Ma ad attirarmi veramente, ad un certo punto, è stata la domanda di una signora del pubblico:
«Da dove le è venuta l'idea per "Pianoforte vendesi"? Un libro così distaccato dal suo solito genere eppure così bello?»
É stato amore.
Se fino a quel momento avevo deciso di provare ad acquistare "Olive comprese" e provare a leggerlo, quella domanda ha fatto scattare in me l'irresistibile desiderio di possedere "Pianoforte vendesi"; oggi ringrazio il mio io interiore che mi consiglia quasi sempre nel modo giusto ;-)
Il Pianista è un ladro professionista, così chiamato a causa delle sue belle mani dalle dita lunghe e affusolate; è la notte dei Re Magi a Bellano e in occasione della festa egli pensa di riuscire ad arraffare qualche soldo, qualche orologio da taschino e qualche altro oggetto di valore. Ma il Pianista non ha fatto i conti col tempo; e con la casa con fuori esposto il cartello "Pianoforte vendesi". Una casa apparentemente disabitata e quindi probabilmente ricca di oggetti da poter rubare; una manna dal cielo, dato che il maltempo rovina la festa, ai bellanesi e al Pianista.
Così il ladro entra in questa casa, ma non è solo: una dolce, anziana signora, vi dimora. Un'anziana con un unico grande amore: la musica.
Una storia molto dolce e molto carina, con un po' di suspance e un po' di mistero. Il tutto concentrato in sole 88 pagine, che io personalmente ho letto in meno di quaranta minuti. Molti potrebbero dire che la brevità sia il punto debole di questo libro; io non sono d'accordo, in quanto più pagine avrebbero solamente "allungato il brodo". Così, invece, la storia è densa, quasi frenetica; una meraviglia.
Qualcuno magari può pensare che questo racconto non abbia un senso; e ci può stare. Ma perchè, una storia deve per forza avere un senso? Io sono dell'idea che un racconto (o romanzo, ecc) possa esser scritto per il puro piacere di farlo, per il puro piacere di raccontare una storia, appunto. Diciamocela giusta: quanti romanzi vengono scritti senza avere un vero senso?! Raccontano una storia, magari portano il lettore in un altro mondo e lo fanno viaggiare con la fantasia; ma non necessariamente devono avere un senso, qualcosa che si possa definire "un insegnamento"!
A me, questo racconto è piaciuto molto: ho apprezzato lo stile di Vitali, da leggere con attenzione a causa della numerosa punteggiatura; non per questo però ho avuto difficoltà, anzi la lettura è scorrevole e accattivante. La storia raccontata è davvero molto carina, mi è piaciuta la sua originalità e, sinceramente, mi ha lasciato una piccola grande emozione.
Consigliato!