Perduti tra le pagine
Letteratura italiana
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Un pò troppo sempliciotta
Scritto in un linguaggio semplice, quasi come una favola per bambini, questo piccolo libro racconta la storia di tre bambini, Leone, Orso e Giulia, che si perdono tra gli stand del Salone del Libro di Torino. Si prendono qualche ora di libertà dagli adulti, fanno amicizia, si raccontano delle storie, si leggono dei libri. Hanno gli occhi brillarelli e suscitano una gran tenerezza. Il libro è scritto in modo un po’ troppo semplicistico. La parte più carina è la pagina finale, quando i tre bambini riabbracciano i genitori: in una sola pagina ritrovi i caratteri degli adulti, che hai un po’ conosciuto nel corso del libro, ed i caratteri dei bambini. Però, da sola, non basta a promuovere l’intera storia.
Indicazioni utili
I tre bambini
Se la devo dire tutta questo libro mi ha delusa. Mi aspettavo di più da una scrittrice come la Oggero, ma forse questa volta mi sono lasciata ingannare dalla seconda di copertina. La storia c’è tutta, purtroppo lo stile adottato dall’autrice è totalmente sbagliato. Troppi dialoghi, troppe interruzioni nel fluire del discorso. Per sole centocinquanta pagine ho faticato come se ne avessi letto ottocentocinquanta. Racconta, si interrompe descrive un nuovo evento, sempre così, inarrestabile. Un caos nel cervello mai visto!
Storia semplice ed appassionante di due bambini, Minuccio e Leone che volontariamente si perdono tra la folla del Salone del libro di Torino, uno accompagnato dalla scuola materna e l’altro dalla baby-sitter, tutti e due annoiati dall’assenza dei grandi, si incamminano per ritrovarsi e unirsi nell’amicizia di una giornata. A loro si unirà una piccola compagna di Minuccio, Giulia, chissà perché lei li riesce a trovare subito a differenza dei grandi che si affannano nelle ricerche. I bambini sono amanti delle storie e dei libri, sono contenti di ritrovarsi lì e poter sfogliare e leggere, in effetti sa leggere solo Leone perché ha già compiuto sei anni, gli altri due ancora non vanno a scuola e quindi costringono l’amico trovato a leggere per loro. Passano le ore, tra una lettura ed un’altra, da un luogo ad un altro, ed anche quando verrà annunciata la loro scomparsa si guarderanno bene nel farsi trovare, anzi, si nasconderanno ancora meglio. La narrazione delle avventure dei tre piccoli viene interrotta dal racconto della vita dei singoli genitori, vite complicate, scelte difficili, compromessi per vivere in famiglia, ma una cosa è certa che tutti amano i loro figli. Da tutto ciò è costellato questo romanzo. Forse troppo materiale per racchiuderlo e sintetizzarlo in poche pagine. Forse questo è il reale limite della Oggero. L’unica parte realmente godibile è quando la scrittrice fa parlare i suoi bambini con fluire semplice, naturale e dolce, con i loro difetti di pronuncia , li vediamo, li osserviamo e ce ne innamoriamo per la grande tenerezza che ci trasmettono. La Oggero ce li consegna con una descrizione mirabile e godibile.
Se avete un po’ di pazienza , nonostante tutto, è consigliata la sua lettura.
Indicazioni utili
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- no