Per Isabel. Un mandala
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 5
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Cerchio dopo cerchio
“Un romanzo strambo, una creatura strana come un coleottero sconosciuto rimasto fossilizzato su un sasso." Così il compianto Maestro definiva questo romanzo che si portava dietro (e dentro) da diversi anni e che, purtroppo, viene pubblicato soltanto dopo la sua dipartita. Un'idea nata, narra l'autore, dall'aver osservato un monaco vestito di rosso disegnare per lui, sulla nuda pietra, un mandala della coscienza. Da alcune parole del poeta Horderlin sottolineate quella stessa notte. Notte culminata in un fantasioso volo su una Napoli illuminata da una luna rossa. Già la premessa è un romanzo in sé, e trattandosi di Antonio Tabucchi, c'è poco da stupirsi. "Ossessioni private, personali rimpianti che il tempo rode ma non trasforma, come l’acqua di un fiume smussa i suoi ciottoli, fantasie incongrue e inadeguatezze al reale, sono i principali motori di questo libro". Da Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore a Lisbona, per finire a Napoli non prima di essere passati per la Cina e attraverso le Alpi, in un susseguirsi di incontri fisici e metafisici, come in un mandala, un vortice di nove cerchi concentrici ognuno dei quali è un ulteriore passo verso quel centro che rappresenta la verità. Ma la verità su cosa? Su chi? Chi ha letto Requiem dello stesso autore ricorderà il nome di due personaggi secondari che, in un breve passaggio del breve romanzo, vengono a far parte dell'allucinazione del protagonista: Isabel e Tadeus. Bene, da comparse in quello, i due diventano protagonisti in questo. Isabel è lì, al centro del mandala. Per raggiungerla, Tadeus deve attraversare i vari cerchi che compongono il cosmogramma, incontrando una serie di personaggi che hanno conosciuto la donna nei vari step della sua esistenza: amiche d'infanzia, vecchie tate, secondini compiacenti, fotografi, preti missionari, fantasmi. Ad ogni incontro la figura di Isabel ci appare più chiara, ogni conversazione avvicina Tadeus e il lettore alla verità sulla sua sorte. Conosciamo una bambina cresciuta in fretta, divenuta subito indipendente e anticonformista, incapace, ormai studente universitaria, di piegarsi alle brutture del regime fascista di Salazar e perciò perseguitata, detenuta e torturata. Ci sono una possibile gravidanza e un probabile aborto, un verosimile suicidio, un plausibile scambio di identità, un'ipotetica fuga all'esterno. C'è un altro nome, Magda, ma a volte un nome non è altro che un'etichetta. Cerchio dopo cerchio, incontro dopo incontro, rivelazione dopo rivelazione, Tadeus raggiungerà infine il centro. Ma un Mandala che si rispetti è effimero per definizione e, dopo tanta ricerca, potrebbe bastare un soffio di vento sulla sabbia per riportare tutto al nulla sapienziale. "Le luci di Arrábida si avvicinavano. Il vaporetto fece tuutuu, fischiando. Era l’unico rumore che si sentiva in quella notte calda. Isabel mi sorrise, e mi strinse una mano. Il suo foulard bianco sventolava nella brezza notturna. A che scopo raccontarti la mia vita?, mi disse, tu sai già tutto, hai costruito con sapienza i tuoi circoli, e sai tutto di me, la mia vita è stata esattamente così, sono fuggita verso il nulla, ma me la sono cavata, ora mi hai ritrovata nel tuo ultimo cerchio, ma sappi che il tuo centro è il mio nulla in cui mi trovo ora, io ho voluto scomparire nel nulla, e ci sono riuscita, e in questo nulla tu mi ritrovi ora con il tuo disegno astrale, però sappi bene una cosa, non sei tu che hai ritrovato me, sono io che ho ritrovato te, tu credi di aver compiuto una ricerca per me, ma la tua ricerca era solo per te stesso."
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Ricerca di Isabel, ricerca di sè
Nella Giustificazione in forma di nota, Antonio Tabucchi consegna con chiarezza l’intenzione e il desiderio che hanno mosso la scrittura. Da lettrice convinta, perdono l’Autore per la vanità di volermi indicare la strada e gli occhi per leggere la storia surreale e lucidissima della sparizione di Isabel.
La giovane donna non si trova, arrestata e portata nella prigione di Caxias come prigioniera politica. Forse si è suicidata, ma negli archivi del comune non esiste un certificato di morte. Philip Marlow ripercorre i luoghi e interroga le persone che hanno attraversato, in modi diversi, la vita di Isabel.
Mi appassiono ad un’indagine femmina, dell’altra e di sé, alla ricerca senza pace del nucleo di verità che continua a rivelarsi e a svanire. Ogni conoscenza rimanda ad un’altra, in una catena che disegna una rete, una vita di presenze, ognuna, a suo modo, significativa. Isabel, detta Magda, l’antifascista, forse, aspettava un bambino.
Isabel è la parte che ogni persona nasconde dentro di sè come ombra, come suggestiva canzone, come luogo di rossi e di blu e di verdi. Isabel, come un mandala: segno, nota e colore di viaggi intrapresi per conoscere e per svelare.
Sempre, rimane il valore della ricerca come destino e salvezza di ogni esistenza umana.
“Aprì gli occhi. Il violinista stava in piedi davanti a me, sul giardino della stazione la luna era tramontata… È l’ora di rientrare, disse, la ricerca è finita. Si accoccolò sulle gambe e soffiò sulla sabbia. Il cerchio si annullò. Perché fa questo?, chiesi. Perché la ricerca è finita, e ci vuole il soffio del vento che riconduca il tutto al nulla sapienziale, disse lui…”p.117
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Un Tabucchi insolito
Voglio iniziare questa recensione con le parole che si trovano a "Nota a" di questo romanzo:
“L’aveva scritto nel corso di alcuni anni; ne aveva parlato con convinzione in varie interviste; l’aveva dettato integralmente a Vecchiano nel 1996; l’aveva definito, in un testo di finzione, “un romanzo strambo, una creatura strana come un coleottero sconosciuto rimasto fossilizzato su un sasso”. Nel frattempo si era messo a scrivere altre cose…l’aveva dato in custodia a un’amica cara; infine le aveva chiesto di restituirglielo perché lo voleva rileggere, forse lo voleva pubblicare. Ma era l’estate del 2011 e nell’autunno si ammalò”.
Scusate questa lunga premessa ma serviva a rendere omaggio a questo grande autore e a questo "strano" romanzo. "Per Isabel" racconta il viaggio di un uomo alla ricerca di informazioni su Isabel, una donna di cui si è perso le tracce molti anni fa.
Come mai la cerca e come mai ognuno ha una sua versione? Chi era veramente Isabel? Sono molti gli interrogativi che il lettore si pone. Il suo viaggio parte da molto lontano fino ad avvicinarsi sempre di più:
"Purtroppo non ho idea di chi fosse, non conosco il suo nome, ma può darsi che sia ancora vivo, forse può stringere ancora un cerchio attorno alla persona che cerca, io non saprei dirle di più.."
Come si può capire dal titolo completo "Per Isabel. Un mandala", la ricerca del protagonista è suddivisa in circoli che vanno sempre più restringendosi intorno alla figura di Isabel e richiama molto lo schema di un mandala.
Per chi come me ha letto "Sostiene Pereira", non è facile far ricollegare le due opere al medesimo scrittore. Se da una parte lo stile dell'autore è ben definito e sublime in entrambi, quello che può un pò stupire è la seconda parte di questo romanzo. Tabucchi va oltre. Se la prima parte si basa su scoperte tangibili e verificabili, nella seconda si va oltre. Mistero, animisti, telepatia e molto altro rendono questo romanzo insolito o come l'ha definito lui "strambo".
Lo consiglio sicuramente perché leggere Tabucchi non è mai una perdita di tempo, solo non vi aspettate il solito "scrittore" di "Sostiene Pereira".
Buona lettura!
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Les adieux, l'absence, le retour
Questo romanzo forse avrei preferito non leggerlo, almeno non in questo momento anche se è bellissimo dal punto di vista letterario. Parte come uno di tanti romanzi portoghesi post Salazar, con la ricerca di una persona di cui si sono perse le tracce durante la dittatura e che magari è stata in prigione o ha svolto attività clandestina. Per es. ho già letto Parlino le pietre che è di tema simile, apparentemente.
In realtà il romanzo è strutturato come un mandala per cui la ricerca della persona scomparsa, Isabel si svolge in cerchi concentrici avvicinandosi al centro sempre di più. I primi cinque cerchi sono una ricerca fisica, con colloqui con persone che hanno incontrato Isabel in tempi sempre più recenti. Dal sesto la ricerca si fa metafisica con colloqui telepatici, intervento di fantasmi, lama, animisti fino al violinista finale che è il direttore d'orchestra della ricerca che comunque arriva al centro, Isabel ma con risvolto buddista. Il romanzo è bellissimo, non immaginavo che Tabucchi scrivesse cose del genere.
Il romanzo è struggente, visionario e abbastanza disperato. Dietro la malinconia c'è la poesia del vuoto e l'addio. Come dice lui, l'importante è cercare. Mi fa impressione che l'abbia scritto poco prima di morire.
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la poesia non è in contrasto con i liquori.Cit
Un nome di donna, Isabel, ed un termine tibetano, mandala,
questi sono i primi indizi dell’ultimo libro inedito postumo di Antonio Tabucchi.
Il mandala rappresenta, secondo i buddhisti, la formazione del cosmo a partire dal suo centro ed i giri che lo circondano simboleggiano il viaggio di ricerca umano.
Per il nostro narratore il centro, l’origine del suo cosmo, corrisponde alla figura di questa misteriosa Isabel.
Siamo in Portogallo e stiamo accompagnando il nostro narratore attraverso i nove circoli del suo mandala, che corrispondono a nove incontri principali che delimitano nove fasi importanti per portare aventi la sua indagine su Isabel e su se stesso.
Di lui non sappiamo molto. Ci trascina per diversi ambienti, ad ascoltare musica jaz o Beethoven, a degustare: porto, assenzio, Vodka, cachaça, liquore al mandarino e a fumare tabacco e oppio.
Lo seguiamo fedelmente e, in parallelo alle sue avventure, si infittisce ancor più la storia del nostro oggetto di ricerca, Isabel. E’ una vita intensa, da bambina stravagante, da universitaria attivista, da rifugiata politica, da amante, da suicida, da viva ma scomparsa. Una giovane affascinante donna, la quale, ha ottenuto l’amicizia e la complicità di tutti i nostri interlocutori, lasciandogli un po’ di vita e di storia da raccontare al nostro narratore, audacemente attento a ricostruirne il puzzle.
Ma la figura di lei, il suo nome, Isabel, così ridondante, sembra voler distogliere l’attenzione dell’altro misterioso personaggio, colui che è alla sua ricerca.
Si presenta come Waclaw, Tadeus per gli amici, proveniente da Sirio nel paese di cane Maggiore, e dichiara tra i suoi più grandi peccati l’aver scritto dei libri con arroganza sulla realtà. E confessa al prete così il suo stato d’essere: Sono diventato pura luce … mi consideri un pulsare.
Queste presentazioni insolite stimolano la curiosità di noi lettori, forse ancor più dei suoi distratti interlocutori, che quasi sempre non approfondiscono oltre. Per noi lettori, al centro del mandala ai nostri occhi ci sono entrambi, Tadeus quanto Isabel. Il nostro primo cerchio è presto chiuso, scoprendo che Sirio, da dove dichiara di venire, è nella nostra realtà, una stella bianca della costellazione del Cane Maggiore, la stella più brillante del cielo notturno, ciò spiegherebbe il singolare misticismo, ne animista ne cristiano, e perché non compare nella foto che gli scatta il fotografo Tiago.
Questo nostro primo cerchio d’indagine ci indica le connessioni spirituale e confusionaria che intercorrono tra Tadeus e Isabel al centro del mandala: l’ora e l’allora si sono annullati.
Mentre, in quanto alla connessione con Isabel più carnale, sappiamo che Tadeus tradusse una poesia in polacco, la lingua d’origine del secondo uomo del triangolo amoroso della vita di Isabel. Che fosse lui il Polacco?
Tante informazioni prima di giunger al centro del mandala, dove solo lì, Tadeus e Isabel troveranno l’origine e la fine del loro viaggio.
Indubbiamente una lettura leggera, a tratti curiosa, ricca di ambienti familiari, ma reduce probabilmente delle troppe aspettative per la grande firma in copertina, l’ho trovato un po’ carente di dinamismo e di patos, tutto aleggia, forse anche troppo.