Pantera
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Il coraggio della sfida
L’ultimo libro di Benni, appena uscito nelle librerie, è un dittico: una coppia di racconti con due fanciulle per protagoniste. La prima è “Pantera”, imbattibile fenomeno del biliardo, presentataci attraverso gli occhi adoranti di un adolescente in fase ribelle che si è fatto assumere come cameriere nell’inquietante e magica sala da biliardo dei Tre Principi, ove la misteriosa giocatrice regna incontrastata. La seconda è Aixi, una ragazzina che vive sulla costa, sensibile e selvaggia, il cui padre sta morendo di un male incurabile e il cui destino sembra essere quello di adeguarsi alle abitudini delle sue coetanee, per cui lei non prova alcun interesse.
Non è facile cercare di classificare la scrittura di Benni. I temi trattati sono adulti, a volte persino rudi, grezzi, quasi volgari. La forma narrativa, invece, si avvale della struttura della fiaba, con le sue figure archetipiche e le atmosfere oniriche, ove tutto diventa possibile. Ne risulta una favola destinata agli adulti, che parla il linguaggio della narrativa d’infanzia affrontando tematiche profonde che solo una psiche formata può arrivare a comprendere.
“Pantera” potrebbe tranquillamente trasformarsi in monologo teatrale e d’altronde Benni è altrettanto famoso come fecondo scrittore di teatro. L’autore titilla l’emozione, stimola la capacità di vedere personaggi e ambientazioni come se prendessero forma tangibile davanti agli occhi del lettore. Non è possibile rimanere indifferenti quando vengono pizzicate corde tanto profonde e con tale maestria. La tensione emotiva delle sfide al biliardo, la complessità del cuore di una donna, gli affetti perduti e il coraggio di ribellarsi al destino…Una commistione di età e di atmosfere che costruisce un mondo al contempo brillante e immerso in un fango torbido, oscuro.
La sensazione si avverte con estrema chiarezza in “Pantera”, costruito volutamente in un luogo liminare ove la vita di tutti giorni viene lasciata da parte per immergersi in una sorta di grotta oscura dove vincere è tutto, come succede al ragazzo che adora Pantera, il quale cerca in ogni modo di sporcarsi, di affondare, diventando membro di un mondo sotterraneo che però sa creare i suoi eroi. Nell’apparente leggerezza del secondo racconto, questa oscurità di manifesta in maniera più subdola, sottile, nelle consuetudini banali e consumistiche che tolgono spontaneità all’infanzia, come un veleno che corrode la magia dell’essere bambini.
Le protagoniste di entrambi i racconti sono giovani donne che la vita non ha graziato di particolare fortuna. Pantera è reduce da un’infanzia di soprusi da parte del padre, giorni di sofferenza che sono diventati leggenda e di cui nessuno conosce davvero i particolari. E’ stato allora che la piccola ha imparato a giocare a biliardo con il suo tocco micidiale, trovando da sé un territorio in cui essere padrona, imbattibile e intoccabile signora. Il suo personaggio inarrivabile è stato costruito ad arte e il nero di cui si veste serve a caratterizzarla quanto a nascondere il vero sé agli occhi di coloro che la sfidano.
Non è un caso se l’unico momento di cedimento le verrà dal suo opposto e complementare, quel magnifico giocatore vestito di bianco (un David Bowie campione di biliardo) che per la prima e forse unica volta le farà apparire una vita a due qualcosa di desiderabile invece che una condanna da evitare.
Aixi vive sola con il padre ormai malato terminale. La madre li ha lasciati, stanca della dura vita del pescatore, delle privazioni. Aixi vive ancora in un mondo in cui sogno e realtà convivono, una spiaggia di personaggi segnati dalla vita, che sanno vivere di espedienti e conoscono i segreti del mare e delle sue creature. Quali sogni può conservare ancora questa ragazzina che tra poco perderà tutto ciò che ha sempre amato e in cui ha creduto? Un atto di coraggio e incoscienza sarà la sua sfida all’ineluttabilità delle cose, un’affermazione di se stessa contro il destino e le trame di chi dovrà occuparsi di lei.
Una parola sulle illustrazioni di Luca Ralli, bellissime immagini in bianco e nero con un tratto dal sapore vintage, che si sposano alla perfezione con l’atmosfera dei racconti. Per quanto sia evidente l’intento fumettistico e quasi caricaturale delle illustrazioni, questo non toglie alcuna dignità all’opera di Ralli, che anzi interpreta in chiave grafica proprio quella ironia e quell’atmosfera da sogno che fanno da fondamenta ai racconti.
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Recensione Utenti
Opinioni inserite: 6
Breve ma bello
Molto breve questo libricino di Stefano Benni e questa forse è l'unica nota negativa. Pur nella sua brevità vi sono incluse due storie, quella di Pantera che dà il titolo e la copertina al libro e una seconda con un'altra protagonista femminile, completamente differente dalla prima, la piccola Axis. La prima storia di svolge in una sala da biliardo in cui lavora il giovane protagonista, che assiste e narra le partite che lì si svolgono; ne esce una storia molto semplice nella trama, ma nella cui narrazione si riconosce la penna di uno scrittore supremo che fa delle descrizioni la sua arte. I personaggi che affollano la sala sono unici e particolari e sembra di trovarseli lì davanti, come sembra quasi di assistere dal vivo alle partite che tra i più famosi giocatori di biliardo di tutti i tempi. La seconda storia è invece un racconto breve dove di personaggi ce ne sono ben più pochi, nonostante forse siano tanti confrontati con il numero di pagine della storia; qui la penna dello scrittore si riconosce non tanto nei personaggi quanto nei pensieri della piccola protagonista, che farebbe di tutto per aiutare il povero padre morente e dargli ancora qualche giorno felice. Storie diversissime e se vuoi banali, ma che si leggono con immenso piacere e che ti coinvolgono, ben scritte proprio perchè uscenti dalla penna di uno scrittore degno di questo nome.
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Pillole di un nuovo Benni?
La creatività di Benni qui è insolitamente più lontana dall'ironico fiabesco, più cruda, ha saltato il C’era una volta per arrivare diretto al c’era poco fa e potrebbe esserci ancora. Eroine moderne per storie oltre tempo.
Due racconti brevi, forse anche troppo, che lasciano il sapore amaro di una lettura veloce ma piacevole e intensa.
"Era un posto così, di sogni che cadevano a terra come cappelli, e uno se li rimetteva in testa, sempre più sformati e impolverati. Ma ci sono quelli che con il cappello sembrano Bogart e quelli che sembrano Bertoldo. Io e Dèlon non avevamo il cappello, ma i sogni si. Mentre pulivamo i cessi, o raccoglievamo covoni di cicche, accendevamo la radio e ascoltavamo i Beatles....."
Adoro il nostro primo narratore. E’ un ragazzo di 15 anni, è in quella fase della vita in cui ogni incontro, ogni lavoretto, segnano una lezione di vita, questo stato d’animo lo rende una finestra limpida in direzione dei nostri protagonisti. Lavora ai “3 principi”, un mondo sotterraneo nebbioso e misterioso, una terra di scontri e di incontri, un luogo esclusivo, dove ogni sera, uomini e donne dalle più svariate origini, lanciano a sorte la loro vita, una discreta, intima, sala da biliardo di altri tempi.
I personaggi, sono a dir poco mitologici, caricature sociali, annebbiate tal volta da un lontano look alla Tarantino, decisamente ben raffigurati dal disegnatore Luca Ralli.
Il nome del libro, fa riferimento alla nostra Dea dei 3 principi, Pantera. Una giovane donna, che con ipnotica bravura ha imparato a frapporre tra lei e il dolore un tappeto verde da biliardo. Pantera ha un aspetto seducente, porta con se l’inaspettata prevaricazione femminile, uno sguardo magnetico e un passato ingombrante. Questo personaggio è vicino alla figura femminile della seconda storia di questo nostro piccolo libro, mi riferisco ad Aixa.
Entrambe, si trovano immerse in due mondi aridi, Pantera,nei fondi sporchi di una società maschilista e cruenta, Aixa, in una povertà di mare, fatta di poca pesca, di malattie, e di duro lavoro. La nostra seconda protagonista, a differenza di Pantera, è poco più di una bambina, minuta, ma con determinazione e responsabilità da grande donna. La forza di queste due bambine/donne sta nel fatto che nonostante la sofferenza, delle regole terrene o marittime, mantengono sempre un elevato grado di purezza, si elevano al disopra dei loro ambienti e delle loro storie, la loro forza d’animo, le purifica e le lascia incontaminate.
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Pantera e Aixi, 2 ragazze coraggiose
Due storie apparentemente distanti una dall'altra, ma con protagoniste due giovani ragazze , tenaci a pari livello.
Nel primo racconto( Pantera) il mondo dei bar, di cui Benni si sa è un notevole narratore, e soprattutto i giocatori di biliardo sono il fulcro del romanzo; grazie all'occhio disincantato e sognante di un cameriere adolescente, l'autore ci descrive: comportamenti, stranezze varie, tic e abitudini a riguardo degli amanti della goriziana. Fra tutti i giocatori spicca Pantera, ragazzina decisa e dal passato burrascoso che affascina sia con i suoi colpi da biliardo che col suo charme. Memorabili le narrazioni dei presfida , fatte di sguardi intensi e poi di concentrazione e di determinazione feroce.
Nell'altro racconto, Aixi, la protagonista è una dodicenne amante del mare e della pesca, che non si perde d'animo quando viene a sapere che suo padre è gravemente malato e, sfidando i pareri di tutti, tenta pesche eroiche e miracolose.
Una variegata gamma di sogni adolescenziali rappresentano il cardine di questo romanzo e Benni è abile a fare da portavoce.
Qualche frase del libro che mi ha colpito, pag 32 riguardo a Pantera
...""era nata per quello, aveva nelle mani, nel cervello, nel cuore talento meraviglioso. Il Dio del biliardo l'aveva eletta sua amante""...
pag 78 a riguardo di Aixi
...""i goffi, torpidi, sghembi fenicotteri perennemente chini a setacciare la sabbia col becco pregando Santa Artemia , la crostacea della loro dieta. Ma se si alzano in volo diventano angeli . Come Aixi nell'acqua, a terra corre a gambe storte , quando è in acqua è una sirena""...
Particolare
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Una pantera sul tappeto verde
Il nomignolo di pantera, utilizzato anche nel linguaggio corrente, è stato affibbiato a diversi personaggi del mondo dello spettacolo: per sottolinearne movenze feline ed eleganti, per connotarne ora l’aggressività, ora la sensualità, ora l’alone di mistero che le avvolge.
Stefano Benni cavalca quest’onda semantica e dipinge la storia di una donna dal passato sofferto, calando l’icona della “Pantera”… in una sala da biliardo: “L’Accademia dei Tre Principi era un vasto sotterraneo scavato un secolo prima… C’erano quarantatré laghi di smeraldo, illuminati da una luce fredda, quarantatré biliardi di marca… Tombe intorno alle quali un’umanità malinconica e disillusa consumava i suoi rimpianti”.
La narrazione è affidata a un ragazzo (“Io e Delon eravamo i garçons tuttofare”) che, con occhi ammirati, vede oggetti (“I Principi erano tre biliardi a fondo sala”: Azzurro, Nero e Maggiore), soggetti con pseudonimi evocativi (Faraone, Tamarindo, Mummia, i fratelli Bandiera…), giochi (“Alcuni avevano come specialità la carambola, altri la goriziana, altri il biliardo americano o la piramide russa”) e misteri del locale (cosa mai si celerà dietro la Porta Verde sempre chiusa?).
Naturalmente il ragazzo viene folgorato dall’apparizione di Pantera (“Snella, flessuosa, pallida”), che ben presto diviene la guest star della sceneggiata (“Si allungò sul biliardo con felina leggerezza, e colpì, un colpo infernale, di tre sponde”). Le gesta vittoriose della donna si susseguono. Poi arriva lui, l’inglese, l’uomo della sfida culminante e conclusiva: “Se Pantera era la nera principessa, lui era il cavaliere bianco… gli occhi di colore diverso, uno azzurro e uno grigio…” (ma non è la descrizione di David Bowie? Ah no! Quello è duca, non principe…).
A questo punto, il lettore si sente croupier e ammonisce: messieurs-dames, les jeux sont faits, rien ne va plus!
Il finale è drammatico, i due antagonisti giocano una partita che ha i meccanismi più del poker che del biliardo, una gara senza (o con?) esclusioni di colpi, un duello carico di allegorie (“Cerchiamo di dimenticare giocando che c’è un gioco più grande di noi”) e di tensione (“Ci sono partite che si giocano una volta sola”).
Nel volumetto c’è un altro racconto, Aixi: la triste storia di una bambina pescatrice, alle prese con un padre moribondo…
L’abilità narrativa di Benni consiste nel creare suggestioni sfruttando i “topoi” dell’immaginario collettivo, che qui viene trasfuso rispettivamente negli ambienti del gioco e del mare. Le illustrazioni in bianco e nero di Luca Ralli materializzano queste evocazioni: personalmente avrei preferito affidare il compito alla mia fantasia...
Bruno Elpis
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Il fumo delle sale biliardo
Troppo breve questo libro di Benni.
Questa volta "Il Lupo" ci regala due racconti, due storie di donne, una più affascinante dell'altra.
Il primo racconto, ambientato in una accattivante e fumosissima sala biliardo, racconta di un'umanità surreale fatta di giocatori di biliardo, tutti uomini smarriti, dal principiante al professionista. Le descrizioni delle storie dei personaggi sono la vera forza di Benni che riesce con poche parole a riassumere le vicende umane degli strampalati avventori di questo luogo magico. Poi un giorno arriva una giocatrice senza rivali, Pantera, una donna bellissima e con un vissuto tutto da scoprire...
Il secondo racconto narra di Aixa, una ragazzina figlia di un poverissimo pescatore, ma ricchissima nell'anima. Anche questo racconto, particolarmente drammatico, si avvale di una scrittura poetica e sognante, che le ultime opere di Benni stanno mettendo in evidenza.
Per me, che ho sempre amato il Lupo, la malinconia che traspare da questi ultimi scritti, è un essenziale valore aggiunto che la maturità ha portato in dono a Benni, arricchendo le sue storie con la profondità e l'armonia dei sentimenti, anche quelli più sofferti.
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Pantera e Aixi eroine in bilico
E' da quando abbiamo scoperto che c'è un bar "sotto il mare" che non possiamo
più fare a meno dei personaggi che lo abitano, quelli che partorisce la fantasia prorompente di Stefano Benni. In questi due racconti imparerete a conoscere e ad amare Pantera e Aixi, le due eroine di questi mondi fatti di mare e di...biliardi. Sul panno verde che ricopre i "Tre Principi", questo il nomignolo dato dagli habituè del circolo "L'Accademia" ai tre biliardi più eleganti, si consuma la rivincita di "Pantera" contro il sesso forte (forte?). Bambina presa a calci dalla vita che, divenuta donna, armata di stecca (immagine acutamente castrante) , mette in riga ogni genere di giocatore, i maschi diventeranno stupidi birilli da abbattere al suo cospetto, fino a quando i suoi occhi caramboleranno nello sguardo sbagliato, quello di un uomo diverso dagli altri, diverso davvero?
"Aixi", ragazzina magra e sottile come un'acciughina, vive in un tugurio in riva al mare, il padre fa il pescatore e ha scoperto di avere un cancro, il maledetto si è annidato nei polmoni e come il paguro che ha trovato nuova tana, non ha alcuna intenzione di passare ad altra. Aixi è chiamata a reagire a questo dolore, a scoprire che la speranza come le stelle, c'è , si deve coltivare sempre, prima o poi il buio s'illumina e la sofferenza si spegne.