Palomar Palomar

Palomar

Letteratura italiana

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"Rileggendo il tutto, m'accorgo che la storia di Palomar si può riassumere in due frasi: 'Un uomo si mette in marcia per raggiungere, passo a passo, la saggezza. Non è ancora arrivato'." La vertigine dell'uomo davanti agli inesorabili misteri dell'universo nei pensieri del taciturno signor Palomar, trasparente 'alter ego' di Calvino. Uno dei romanzi più profondi della nostra letteratura.



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Palomar 2018-12-01 17:33:46 ChiaraC
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ChiaraC Opinione inserita da ChiaraC    01 Dicembre, 2018
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Da leggere quando ci si sente soli

La verità è che non ho niente da ridire su "Palomar".

E' un libro scritto in terza persona onniscente in cui si segue la vita di un uomo, con le sue introspezioni e i suoi dubbi. Il signor Palomar indugia su tutto quello che vede e che sente e cerca di smontarlo e analizzarlo, al fine di costruirvi sù le proprie considerazioni sul mondo.

Cerca una risposta, un senso che purtroppo non troverà. Perchè Palomar è un uomo comune.

Non aspettatevi quindi "slanci poetici" o massime illuminanti sulla vita: lui non è un saggio e i suoi pensieri si sviluppano allo zoo o in fila al banco dei formaggi. Non sappiamo nulla di lui, eccetto che nonostante la sua stramberia è sposato, e ha una famiglia.

Tuttavia c'è qualcosa di familiare nella sua indecisione in cui tutti noi ci rispecchiamo: quelle piccole considerazioni quotidiane sul senso della vita, il nonsenso che spesso affrontiamo di fronte alla vastità del mare o del cielo stellato...Tante piccole cose piene di significato inafferrabile, per noi.

Calvino ha quindi voluto descrivere l'irrequietezza dell'uomo comune, e lo stile del libro ci permette di leggerlo senza troppi sforzi in ogni momento della gionata, in fila per il tram o mentre aspettiamo che si liberi il bagno. E' una piacevole compagnia, l'ho letto quando mi sono lasciata con il mio ragazzo e mi ha aiutato a stare meglio. Quindi, se siete in un periodo della vostra vita in cui volete solo chiudervi in voi stessi, leggete Palomar, qualcosa vi resterà.

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Palomar 2017-12-27 15:38:53 68
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68 Opinione inserita da 68    27 Dicembre, 2017
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Viaggio insondabile e definente

Palomar, ultimo scritto di Italo Calvino, pubblicato da Einaudi nel 1983, come dichiarò l’ autore stesso, è una riflessione cosmica sulla vita ed i segreti dell’ universo che declina in una visione soggettiva e pessimistica per sfociare in precarietà e silenzio.
La trama è suddivisa in tre aree e tre tematiche. Una prima con elementi visivi focalizzati sugli oggetti della natura, una seconda antropologica a considerare il linguaggio, i significati ed i simboli, una terza fondata sull’ esperienza.
A ciascuna parte corrispondono forme diverse: descrizione, racconto, meditazione.
Palomar, il protagonista errante ( deve il proprio nome ad un famoso osservatorio astronomico ), è un uomo nervoso, discreto, tardivo, diligente, che vuole evitare ogni sensazione vaga ricercando un principio originario unico ed assoluto.
Per fare questo è disposto ad annullare il proprio io parziale e dubbioso, ma si rende conto che tutto, dentro di se’, ha un altro modo di essere, e che da sempre è esistito ed esiste un mondo prima di lui che oltrepassa la pura soggettività.
Il silenzio esprime qualcosa che supera il linguaggio, ma il linguaggio forse non è che un punto di arrivo ed allora in lui si insinua un senso di sconforto.
Cerca di abbandonare la soggettività rifugiandosi nella osservazione del mondo naturale e dei corpi celesti, ma di fronte al cielo stellato tutto sembra sfuggirgli in una prospettiva che rischia di degenerare. Ed allora non gli resta che fissare il particolare e descrivere ciò che vede.
Guarda la città dall’ alto come fosse un uccello perché …” solo dopo avere conosciuto e descritto la superficie delle cose, che è inesauribile, ci si può spingere a guardare quel che c’è sotto “…
Sonda le piante, i fiori, il volo degli uccelli visualizzando la città e lo smantellamento delle vecchie botteghe sostituite da anonimi supermagazzini, mentre la gente si fa largo con quei …” visi impazienti e sfuggenti concentrati esclusivamente su se stessi “...
Estrae di tasca un taccuino e comincia ad annotare nomi, cose, qualifiche, perché …. “ ogni negozio è un dizionario ed in ogni oggetto esposto vi è la presenza di una civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma “….
Finisce per cadere in balia degli automatismi della civiltà di massa con uno stato d’ animo tra gioia e timore, desiderio e rispetto, preoccupazione egoistica e compassione, e cerca di parlarne con chi incontra, ma nessuno gli dà ascolto.
Lo assale il pensiero di un tempo insostenibile al di fuori dalla nostra esperienza ed ecco sopraggiungere domande eterne sul significato di morte, vita, continuità, passaggio.
Palomar trascorre intere settimane in silenzio, avvalorando l’ arte di osservare, non pone domande ne’ domande gli vengono poste ed ha una palese difficoltà nel parlare ai giovani.
Capisce quanto ogni suo tentativo di definizione lo rimandi a se stesso, quanto la conoscenza degli altri passi attraverso la conoscenza dell’ io più profondo e quanto gli manchi l’ essere in pace con se stesso.
Non amandosi ha cercato nell’ universo ciò che doveva cercare dentro di se’ con l’ inevitabile constatazione di non potere conoscere l’ esterno scavalcando il proprio io.

…” l’ universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò’ che abbiamo imparato a conoscere oggi”….

Un viaggio travestito di analisi microscopica e telescopica, un volo trasversale, un flusso a determinare il tutto, riflessioni filosofiche ad afferrare e definire un senso estraneo alla soggettività, una radiografia della pura materia per finire con l’ essere estranei alla materia stessa, rigettati nella soggettività.
Un testo complesso da leggere, digerire e definire, un piccolo gioiello, con una dettagliata e stupefacente ricercatezza linguistica, ed il peso del linguaggio e delle minuziose descrizioni di oggetti e situazioni travalicano gli oggetti stessi, spogliati e radiografati per rivelarne l’ essenza più pura, ma traspare anche una malcelata impossibilità relazionale ed una critica ad una contemporaneità mal sopportata e supportata dal nostro protagonista.

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Palomar 2014-09-25 12:25:59 siti
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siti Opinione inserita da siti    25 Settembre, 2014
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La fortuna dei libri

Palomar " tende a ridurre le proprie relazioni con il mondo esterno e per difendersi dalla nevrastenia generale cerca quanto più può di tenere le sue sensazioni sotto controllo".

Chi è Palomar?
E' un personaggio fuori dai canoni anche se è lui l'indiscusso protagonista in un susseguirsi di azioni (minime ed essenziali ) ma soprattutto di riflessioni. Il suo nome è quello di un famoso osservatorio astronomico in California. Il suo ragionamento continuo gli rovina il piacere di alcuni gesti ma ci regala infinite possibilità di pensare.
Muovendoci in un insieme di nove racconti per tre sezioni, per un totale di ventisette bozzetti, tutti rigorosamente senza cornice, ci affidiamo al suo essere pensante.
Gustiamo la certezza dell' illusione dei sensi e della mente nei tortuosi suoi pensieri e cerchiamo di cogliere tutte le considerazioni verso le quali Calvino ha voluto che ci soffermassimo.
Coni e bastoncelli e teoria del colore, rilettura dell' EROS, considerazioni ambientaliste, fine semiologia.
Il ritratto di un Io molteplice: l'Io megalomane, l'Io egocentrico, l'Io depressivo, L' Io autolesionista, l'Io parziale....

Una perla di rara e raffinata intelligenza, una scrittura poetica, un saggio sull'animo umano che ti strappa anche momenti (quasi tutti nei finali) di squisita ironia. Spesso la discrepanza tra ciò che Palomar fa e ciò che appare stia facendo genera ilarità in chi lo vede all' azione- contemplazione.

Una efficace e sintetica guida alla lettura è contenuta prima dell'indice e aiuta a capire il tenore delle aree tematiche affrontate e la tipologia di scrittura verso la quale tendono.

Ho gustato tutto prediligendo l'area dell'esperienza visiva ( "Le vacanze di Palomar" ) ma mi sono divertita maggiormente tra Roma e Parigi in " Palomar in città (" Palomar fa la spesa" è squisito!!).
Lo consiglio anche perché è un'opera d'arte, nascosta dallo strano destino e dall' ingiusta Fortuna, che merita di essere conosciuta e, spero, apprezzata.

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