Ottanta rose mezz'ora
Letteratura italiana
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Una strana tariffa
Ottanta rose mezz’ora è il romanzo edito di Cristiano Cavina. Un testo molto crudo e molto spietato, che narra dell’amore tra Sammi e Diego. E detto così pare essere tutto normale. Ma non è così, perché si tratta di un amore tra un uomo, Diego e Sammi, una “puttana”.
Diego è uno scrittore, che cerca alla meno peggio di sopravvivere, padre separato, affetto da grosse lacune nel rapportarsi alla cieca rabbia della ex moglie e con l’adolescenza della figlia. Sammi è una bella ragazza, molto attraente, sexy, con una coda di cavallo che ondeggia con movimenti che incantano. Il suo vero nome è Chantal, ed è titolare di una scuola di danza che è sull’orlo del fallimento. Per sopravvivere a tali incombenze Sammi ha un’idea: prostituirsi tra una lezione di danza e un turno al centro commerciale dove lavora. Il compenso richiesto è di euro 80 per mezz’ora. Diego diventa complice attento e scrupoloso, a scapito, però, della scrittura che risente parecchio dell’essere parte attiva di un gioco così perverso e discutibile.
Con una stile e una prosa, a tratti imbarazzante e parecchio volgare, la narrazione di una storia “per così dire” di amore che non mi ha coinvolto e non mi ha convinto, ma che è sicuramente frutto dei tempi moderni, dove le difficoltà economiche, talvolta, costringono a scelte difficili. Una lettura scarsamente piacevole non tanto per gli argomenti scabrosi e discutibili trattati, quanto per il linguaggio usato e per una trama che si rivela insipida ed amara.