Ombra bianca
Letteratura italiana
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Gli invisibili d'Africa
Per parlare di Ombra Bianca, di Cristiano Gentili, devo iniziare un po’ da lontano.
Non ho mai considerato la lettura come un semplice passatempo, una distrazione, un’evasione (anche se alla base ci deve essere sempre il piacere di leggere, altrimenti non lo faremmo) .
Nemmeno mi interessa diventare più sapiente, più colto, più intelligente.
Probabilmente il vero motivo per cui leggo è perché credo che questo mi cambi la vita.
Leggere i classici ti mette a confronto con le leggi, le pulsioni e i sommovimenti che da sempre abitano il cuore umano. Leggere autori contemporanei ti mette in comunicazione con chi abita il tuo tempo avendo punti di vista ed esperienze simili ai tuoi oppure diversissimi.
Ma c’è un terzo modo con cui un libro ti può cambiare, almeno un po’. E’ quando esso si fa testimone di fatti storici, episodi di cronaca o realtà sociali che non conoscevi, o di cui avevi sentito parlare superficialmente.
Ombra Bianca appartiene a questa terza categoria di libri. L’ho letto sei mesi fa, dopo essere stato contattato direttamente dall’autore su un social network. Ora sembra che ci sia il progetto di realizzare un audiolibro, tramite un app scaricabile in rete dove ognuno può leggere una frase del libro. Così si avrà un “audiolibro sociale in perenne trasformazione”. Solo i brani letti da alcuni personaggi famosi (tra cui Papa Francesco!) non potranno essere riletti e rimarranno invariati in tutte le versioni dell’audiolibro.
Ombra Bianca è un romanzo, ma purtroppo racconta l’orribile tragedia che ancora stanno vivendo migliaia di uomini, donne e bambini africani. Gli albini d’Africa, pelle bianchissima, occhi chiari, capelli biondi sono oggetto di superstizioni, discriminazioni e spaventose atrocità nei villaggi più remoti dell’Africa.
Nonostante i mass media non ne parlino, l’albinismo è tutt’altro che poco diffuso in Africa. Basti pensare che in Tanzania riguarda un individuo ogni 1.400 contro una media mondiale di uno ogni 20.000.
Gli “zeru zeru” , così sono chiamati gli albini nella lingua swahili, sono considerate “non persone”, la loro vita non vale nulla, ma ogni parte del loro corpo vale decina di migliaia di dollari. Guaritori e stregoni realizzano pozioni magiche nelle quali occhi,orecchi, naso, lingua, arti e genitali degli albini contribuiscono a realizzare l’antidoto a qualche maleficio, il rimedio per qualche disgrazia, la cura per qualche malattia.
Gli albini subiscono l’emarginazione, il ripudio dalle famiglie e dai villaggi. Diventano presto dei reietti, invisibili, preda di cacciatori criminali che li cattureranno per commerciare le loro parti del corpo o consegnarli agli stregoni. Per non parlare degli stupri, visto che congiungersi con una donna albina è considerato un rimedio contro l’Aids.
Ombra Bianca è la storia di Adimu, bambina nata in un villaggio della Tanzania. Appena venuto al mondo, il padre, Sefu, la saluta mentalmente così: “Come ho fatto a procreare un essere simile? Sono stato posseduto da spiriti malvagi mentre mi univo con Juma? O forse quel demonio è frutto del seme di un altro uomo? Deve essere così. Una maledizione scagliata dagli Spiriti del lago in seguito al tradimento della mia seconda moglie. sentenziò Sefu.”
Con la madre Juma non va molto meglio: “Prese la neonata con le due mani e la porse a braccia unite alla levatrice per farla calmare. L’anziana la rifiutò con un cenno del capo. Juma volle tapparle subito la bocca, annientarle la voce e, se gli Spiriti l’avessero desiderato, anche il respiro. In un gesto di stizza le premette al viso l’estremità del panno nel quale era avvolta. Il senso materno fu però più forte di lei e la strappò di prepotenza dalle mani della follia, addomesticandola alla legge della natura. Forzò lo sguardo alla sua destra, avvicinò la figlia al seno sinistro e la sentì succhiare con forza. Con la coda dell’occhio scrutava la creatura attaccata al capezzolo. Vide il contrasto fra la pelle candida della bambina e quella scura della mammella. E’ successo di nuovo, pensò. Ho partorito un figlio morto. Se vive, mio marito mi lascerà”.
Per fortuna, Adimu ha anche una nonna, Nkamba, che ha un ricordo doloroso, una pena che ancora le pesa nel cuore. Nkama trova in Adimu l’occasione per lavare la sua antica colpa e la difenderà con tutte le sue forze. Fin che durano.
Questo l’avvio della storia che Cristiano Gentili ha saputo sviluppare con competenza (Cristiano ha lavorato in Africa come operatore umanitario) e buona tecnica narrativa.
Una storia che ti cattura e ti lascia incredulo e sbigottito come il peggiore degli incubi e che purtroppo per troppe persone è la cruda realtà di ogni giorno.
Una storia nella quale si sente tutto l’influsso di “quel punto della terra dove una biologia esuberante e instancabile lavora, produce, prolifera e fiorisce senza sosta e senza sosta si ammala, si decompone, si tarla e marcisce” (Ryszard Kapuscinski, Ebano)
Da leggere e divulgare, per una buona causa.
Indicazioni utili
Ma soprattutto lo consiglio a chi legge non per fuggire dal mondo, ma per conoscerlo meglio.