Ogni cosa alla sua stagione
Letteratura italiana
Editore
Enzo Bianchi (1943), fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla tradizione di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Scrive su «La Stampa», «la Repubblica» e «Avvenire». Per Einaudi ha curato Il libro delle preghiere (1997), Poesie di Dio (1999), Regole monastiche d'occidente (2001), e ha pubblicato La differenza cristiana (2006), Il pane di ieri (2008), Per un'etica condivisa (2009) e L'altro siamo noi (2010). Nel 2010 esce sempre per Einaudi Ogni cosa alla sua stagione e Insieme, che raccoglie La differenza cristiana , Per un'etica condivisa e L'altro siamo noi.
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La vita
“Ma l’inverno è anche stagione prodiga di insegnamenti, se solo lo si vuole ascoltare: è sufficiente pensare che tutto ciò che appare come una morte è in realtà un riposo, un modo diverso di operare, carico di attesa. E capace di sorprese: gli alberi, per esempio, così spogli da apparire secchi, o i prati ingialliti dal gelo, non appena sono baciati dalla galaverna si rivestono di brillanti e scintillano tra le nebbie mattutine.”
Già dalle prime pagine, con il prologo in cui Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, ci parla della sua cella, dell’importanza di quelle quattro mura che, senza imprigionare, racchiudono l’esistenza di un essere umano, si viene avvinti da un profondo senso di serenità, si avverte chiaramente che le parole non sono solo strumento per comunicare, ma sono anche note di una sinfonia profonda, un lungo splendido adagio sulla vita.
Ogni cosa alla sua stagione e non Ogni cosa ha la sua stagione è quasi un impercettibile, ma importante spostamento del senso, perché in tal modo prende corpo la nostra realtà, fatta di sentimenti, di umori, di passioni, di cose che ci accompagnano, tangibili, immote, ma che riempiono il nostro quotidiano, insomma noi siamo fatti come siamo, così, umili soggetti nel percorso che dall’alba ci conduce al tramonto e che ci fa appartenere al tempo, quel tempo che cerchiamo invano di aggirare, di velocizzare, nell’illusione di essere protagonisti e insieme creatori del disegno divino.
E quella cella è fatta di cose, che finiscono con il ricordarne altre, analoghe, ma non uguali, come tavole antiche, robuste, realizzate per ospitare numerosi commensali, perché il mangiare insieme è l’occasione per una reciproca conoscenza, per capire gli altri e quindi noi stessi.
E’ evidente che il tema del ricordo è il filo conduttore di questo libro, ma non si esaurisce in semplici riproposizioni di eventi e persone del passato, anzi da questi trae spunto per riflessioni che non sono un mero esercizio stlistico e filosofico, ma l’opportunità per una maggiore conoscenza interiore, per comprendere la nostra evoluzione, per seguire o interrompere un percorso intrapreso, per dare un senso non banale alla nostra vita.
Sono pagine che faranno la gioia dei credenti, ma che di certo daranno risposte più che plausibili anche agli atei, perché è sempre presente il rapporto con un’entità superiore come ciascun animo la può creare, un Dio per ogni uomo anche se infine queste immagini del Supremo poco a poco si fondono per rientrare in un’unica grande visione di chi presiede a tutto il perfetto caos dell’universo e anche, quindi, alla nostra vita.
Guardare dentro di noi, seguendo la traccia di questo bellissimo libro, è scoprirci poco alla volta, è quasi un’autoconfessione da cui usciremo, sempreché siamo stati sinceri nel giudicarci, uomini nuovi, consapevoli del proprio destino, e allora riusciremo a dare valore a tante piccole cose che ci accompagnano, ritrarremo da loro piaceri e sensazioni prima mai provate, come quando, sorseggiando insieme ad amici un bicchiere di vino buono, troveremo che ne beneficiano il nostro palato e la nostra anima, grazie a quelle poche parole scambiate fra i silenzi dell’assaggio,
magari davanti a un focolare scoppiettante, tra le cui fiamme potremo cogliere la visione del nostro passato.
Amo questo libro, così profondo e pur così lieve nell’esposizione – la mano dell’autore è felice e indulge alla poesia - , perché, fermando quella corsa per il fatuo in cui tutti più o meno siamo coinvolti, consente di addentrarmi nel mio intimo, per sapere chi sono e dove vado, domande che prima o poi tutti gli uomini dovrebbero porsi, e questa possibilità che mi è offerta dalla grande serenità di Enzo Bianchi è un’esperienza rara e di straordinaria importanza.
Leggere queste pagine è come tornare a nuova vita, una resurrezione che porta alla speranza che un mondo migliore non sia solo un’utopia, ma che si possa realizzare, a cominciare con il senso che ognuno di noi deve dare alla vita, troppo bella a saper cogliere i suoi molteplici aspetti per essere sprecata nella continua rincorsa di nuovi obiettivi che risultano sempre essere illusori.
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Dare senso...
Momenti delle stagioni di un uomo ispirato da Dio che ci regala tante riflessioni donandoci un punto di vista sulle cose e sul mondo senza giudizi sommari, senza alcun rimpianto per i momenti passati, ma sempre con la gioia di guardare avanti con speranza e con un senso più profondo dell'esistenza.
Un racconto che si snoda attraverso quelle cose semplici, ma essenziali, che spesso ognuno di noi perde di vista.
Attraverso questo viaggio, il priore di Bose, ci ricorda il valore prezioso della vita, "quella vita che continua, e siamo noi, uomini e donne , con il susseguirsi delle generazioni, con i nostri errori, a dare senso alla terra, a dare senso alle nostre vite, a renderle degne di essere vissute"
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Sperare è possibile solo se si spera per tutti
Le parole e i racconti di Enzo Bianchi riescono, come dicevano i latini, a "re ligàre",a parlare di ciò che unisce gli uomini,di ciò che ci rende umani:la religione. La Bibbia e il Vangelo sono il fondamento dei suoi discorsi che nella narrazione si "incarnano" nel presente, nella vita di tutti i giorni. Mi ha colpito, fra i tanti, il racconto dell'incontro fortuito con un viticoltore. Enzo Bianchi era raccolto in preghiera in una chiesetta e il canto ritmato delle forbici da potatura di un vecchio contadino aveva attirato la sua attenzione. Bianchi, uscito dal suo angolo di preghiera, si era avvicinato al vecchio e aveva cominciato a discorrere amabilmente con lui di vino e vitigni, della terra e dei suoi frutti. Il contadino ,finita la potatura, lo aveva invitato in casa e gli aveva offerto un bicchiere di vino. A fine serata Enzo Bianchi per ringraziarlo gli aveva regalato un Vangelo. Il vecchio accettando il dono aveva confessato al monaco che aveva solo la quinta elementare,nella sua vita aveva letto solo i segni del tempo che cambia e della terra che chiede cura, temeva di non esserne degno. Qualche tempo dopo Enzo Bianchi, Priore della Comunità Monastica di Bose, tornò a trovare il vecchio contadino che lo accolse a braccia aperte e gli disse:"Sai ho letto quel tuo libretto, disse proprio così, e ci ho travato una parola buona anche per la mia vita. Ci son dentro tante cose che fan parte del mio vivere: quelle che mi fanno soffrire e quelle che a volte mi rallegrano... Dopo averlo letto uscendo in campagna mi accorgevo di guardare in modo diverso gli alberi su cui fanno il nido gli uccelli, il fico che mette le gemme poco prima del caldo e annuncia l'estate, ma che a volte senza motivo apparente secca.
Ho scoperto che Dio pota come me, fa la vigna come la faccio io e una volta mentre offrivo il solito bicchiere di vino ad un amico ho pensato che anche Gesù aveva fatto la stessa cosa. Del resto se esco di casa incontro quelli che incontrava Gesù: nella cascina qui sotto c'è un bambino paralitico; più in là la moglie di un amico che dà di testa e fa impazzire tutta la famiglia, in paese c'è una donna che fa la vita...Che strano nella mia vita non è cambiato nulla eppure nella testa ho l'impressione che il tuo Gesù sia vissuto come è toccato a me , a noi. Questo mi fa piacere.Sai cosa ti dico: "Il Vangelo mi ha letto la vita...Quel contadino monferrino aveva capito quello che millenni prima ci dicevano i Sapienti d'Israele: si deve leggere la Bibbia come un libro che ci legge la vita.
Capitoli brevi, linguaggio chiaro,testo scorrevole, contenuti accattivanti.