Nàccheras
Letteratura italiana
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I profumi della terra sarda
La trama mi aveva subito colpito per la storia, ambientata in Sardegna negli anni Cinquanta/Sessanta (non abbiamo un piano temporale conosciuto, ma da alcuni passaggi del libro non credo di andare molto lontano) e più precisamente a Santa Lucia di Siniscola in provincia di Nuoro.
Si narra la storia di Caterina e Francesco, due ragazzini appena tredicenni, alle prese con le prime avvisaglie della vita e dell'amore. I due ragazzi, durante l'arco di un'estate, si scopriranno capaci di amare e di vivere in un mondo che non sempre è magnanimo. Infatti, i due protagonisti, sono orfani, da parte di madre Caterina che vive con il padre ciabattino e la nonna "Maistu" raccoglitrice di bisso, una sorta di filamento setoso che si trova dentro le "Náccheras" che stanno in fondo al mare; da parte di padre invece Francesco, morto anni prima in miniera lasciando lui e la madre Remedia con un negozio di alimentari da mandare avanti.
Durante i giorni caldi e soffocanti dell'estate, succederanno alcuni fatti che avvicineranno i due giovani e li porteranno ad iniziare la loro vita assieme.
Questo libro è di una poesia sconcertante. Lo dico subito, così capite subito il motivo per il quale ho dato quasi il massimo di stelle. Leggendolo, ho più volte sospirato forte, leggendo parole leggiadre e a tratti evanescenti, luminose come solo può essere un'aria calda di scirocco sulle coste della Sardegna. Evocativa. Ecco la parola che associo a questo romanzo: una scrittura evocativa. In parecchi momenti, chiudendo gli occhi, mi sono immaginata dentro le pagine a navigare tra le righe del racconto, sentendo i profumi del mirto e del corbezzolo, della salsedine o il puzzo di sudore dopo una corsa a perdifiato di Francesco. Leggendo questo libro si ha proprio l'impressione, fortissima, quasi fisica, di essere lì assieme ai protagonisti e ai loro comprimari, a spiare come Francesco fa con Caterina a Cala dei Mori, quando verso il calar del giorno lei si reca a fare il bagno e a cercare, in apnea, di raggiungere le náccheras per chiedere loro il piacere di poter prendere il loro frutto.
Contando che questo è il romanzo d'esordio della giovane Ilenia, posso dire che mi aspetto grandi cose dalle sue prossime prove letterarie. I personaggi sono descritti magistralmente, così come i paesaggi e le situazioni. Non ci si annoia mai durante le poco più di duecento pagine del romanzo. Anzi, scorre talmente facilmente che ci si ritrova alla fine quasi senza rendersene conto. Non ci sono, secondo me, punti deboli in questa prova.
Avevo qualche problema di lettura nell'ultimo mese, forse per via della situazione di quarantena, ma con questo libro sono riuscita a recuperare un piacere, quello della lettura, che vorrei non dover abbandonare mai per nessun motivo.
Quindi, ora, non mi dilungherò troppo se non per dire che, purtroppo, dovrete aspettare ancora fino al 21 aprile (almeno, però con la situazione che stiamo vivendo per via del Covid-19, non si sa mai, per ora mentre scrivo, la data ufficiale è questa) prima di poter aver in mano questo gioiellino e poterne godere come ne ho goduto io.
Ve lo stra consiglio.