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Notturno indiano

Letteratura italiana

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Un'ipotesi dell'autore - una giustificazione per un modo di raccontare così allusivo - è che questo libro potrebbe servire da guida per un amante di percorsi incongrui. E vi è certo dell'incongruo in questa ricerca di un amico disperso, ombra di un passato segnato - s'indovina - da una qualche definitiva rottura; in quest'India conosciuta solo nelle camere d'albergo, negli ospedali, e che pure balugina attraverso i colloqui essenziali con profeti incontrati sui pullman, con gesuiti portoghesi, con gnostici di una società teosofica.



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Notturno indiano 2018-03-22 10:40:53 Lyda
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Lyda Opinione inserita da Lyda    22 Marzo, 2018
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Siamo tutti in viaggio

La vita è un insieme di strade che possono intrecciarsi o meno, un potpourri di percorsi razionali, voluti, decisi a tavolino o anche incongrui e vagamente contradditori, proprio come in questo libro.
L'India è una terra che ispira possibilità altrove additate come pazzie, come scelte inopportune, per antonomasia è la terra dove noi occidentali potremmo trovare, tastare con mano la via alternativa e fuori da ogni schema, regola e/o controllo, è un luogo il cui particolare e corposo fascino attira individui 'in cerca di qualcosa' per periodi brevi o per sempre.
In India si sono perse le tracce di molte persone che hanno deciso un bel giorno di fuggire dalla costrizione di una società soffocante e onnipresente; qua tutto è possibile, anche il postino americano che da Filadelfia, dove per anni consegnava posta ai signorotti fugge o meglio si lascia catturare dalla nuova vita senza obblighi, vagabonda ma finalmente serena e appagata, che dal suo pittoresco luogo di surrealtà scenderà di tanto in tanto coi piedi per terra solo per spedire cartoline con i propri saluti ai destinatari cui una volta consegnava lettere e plichi sognando ad occhi aperti la libertà.
E infatti il filo conduttore di quest'opera è la ricerca di un amico del protagonista, un certo Xavier di cui si son perse le tracce da oltre un anno, o forse è possibile sia solo una scusa per intraprendere un viaggio alla ricerca di se stesso, un momento in cui il protagonista (che potrebbe essere lo stesso Tabucchi) decide di aprire una parentesi e di lasciarsi ispirare da quei luoghi di consistenza e seduzione.
La cosa che ho adorato maggiormente nel breve romanzo è che l'autore riesce in modo egregio ad illuminare chi legge sulle possibilità, le vie di fuga, le opzioni ultime ma non per questo fallimentari, relative all'esistenza di ciascuno di noi, semplicemente raccontando le vite di individui incontrati durante il suo tragitto in bus, tra camere d'albergo, ospedali e varie città attraversate.
E' tutto semplice, tutto fattibile, basta saper cogliere, saper assaporare ciò che non si conosce senza timore, la diversità è un'utopia, siamo tutti normali ciascuno nella propria originalità.
Ne è prova anche l'episodio del 'mostro', quel simil-scimmia in perenne spostamento verso i templi frequentati da pellegrini, appollaiato sulle spalle del fratello più piccolo che lo porta in giro a leggere il karma degli occidentali a pagamento: uno scherzo della natura che non si ferma nella propria casa o in istituto ma erra in un continuo vagabondaggio d'amore scegliendo ogni giorno la libertà.
Libro di facile scorrimento, breve, corposo, sapiente, assolutamente dozzinale, coinvolge e ispira profonde riflessioni sull'essenziale.
In fondo la vita di ciascuno di noi è un grandissimo viaggio anche se c'è chi lo da per scontato rimanendo eternamente all'oscuro della implicita magnanimità della cosa.
Da leggere sicuramente!

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libri e saggi sull'esistenza umana
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Notturno indiano 2011-04-09 13:59:40 orso
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orso Opinione inserita da orso    09 Aprile, 2011
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Notturno Indiano

“Questo libro, oltre che un'insonnia, è un viaggio. L'insonnia appartiene a chi ha scritto il libro, il viaggio a chi lo fece”.

Un piccolo ed intenso libro scritto da Antonio Tabucchi (tra i maggiori scrittori italiani) che racconta la storia di un viaggio attraverso la terra dell’india alla ricerca di un amico scomparso ma…….l’inizio di un viaggio può essere anche l’inizio di qualcos'altro: di un viaggio nel viaggio!
Sicuramente un libro non facile, la cui comprensione passa su livelli, piani ed emozioni diverse e che lascia ampissimi spazi alla riflessione.
Fa da sfondo alla storia l’India in tutto il suo splendore, magia e contraddizione; ricchezza e miseria splendidamente descritta da Antonio Tabucchi, che in questo romanzo dà una grande prova del suo talento di scrittore.
Questo romanzo è un viaggio nella solitudine umana ma non quella triste ed abbandonata che risulta essere solo uno sterile tormento dell’anima; questo viaggio invece attraverso il silenzio della solitudine porta alla percezione del sé, porta all'osservazione per conoscersi.
La storia è il resoconto di viaggio narrato in prima persona, il narratore percorre l’india alla ricerca del suo amico Xavier attraverso varie tappe che lo porteranno da Bombay a Goa e durante il viaggio si sviluppano gli incontri più disparati.
Ricorrerà spesso nel libro il tema degli incontri casuali ma decisivi per gli eventi, incontri che avvengono così per caso e con persone che non vedrai mai più ma con le quali si instaura una immediata confidenza.
Il viaggio del protagonista è anche un viaggio interiore che lo porta a ritrovare e a riconoscere se stesso; Roux partito alla volta dell’India per cercare un altro (Xavier) finisce per trovare se stesso in un’imbarcazione con tante luci ma…………… il colpo di scena finale lo scoprirete solo leggendo il romanzo.

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Consigliato a tutti perchè: è la vita il vero viaggio.
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