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Non credo al Paradiso
Non credo al Paradiso
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Letteratura italiana
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Quando Eleonora si risveglia dal coma seguito all’incidente d'auto in cui ha perso la vita il suo unico figlio Philippe, nulla è più come prima. Un lungo ricovero in ospedale, poi un convalescenziario di lusso sul Lago Maggiore, dove scivola nella depressione. L'unica persona a frequentare la stanza in cui si è autoreclusa è Sahar, una giovane infermiera palestinese: porta con sé un'aura di mistero e sofferenza che finisce per strappare Eleonora alla sua apatia. Le due donne iniziano a conoscersi, ed Eleonora intuisce che qualcosa la accomuna a quella figura entrata casualmente nella sua vita. Sahar pare sentire qualcosa di simile e si lascia andare a confidare che suo figlio Bilal, che ha più o meno l'età di Philippe, vive clandestinamente in Italia, poco lontano dalla clinica. L'incontro con Sahar e Bilal si trasforma lentamente in un'opportunità di rinascita, tanto che Eleonora decide di contattare una vecchia amica di Gerusalemme, avvocato, che spesso ha difeso cittadini palestinesi: le chiede di cercare l'altra figlia di Sahar, di cui l'infermiera non ha più avuto notizie da quando nella Striscia di Gaza è iniziata l'operazione Piombo Fuso. Quando Sahar sparisce all'improvviso, Eleonora parte per Gerusalemme. Da qui, malgrado le difficoltà si sposta a Gaza, determinata a trovare ciò che resta della famiglia di Sahar. Il viaggio la porta a confrontarsi con la propria storia e con i lutti degli altri: il dolore inespresso di Leah, l'amica ebrea, quello infinito di Ghalya, la madre di Sahar che ha perso gran parte della famiglia durante gli attacchi. La sconvolgente realtà che le si presenta la spinge a compiere un gesto di altruismo e insieme le dà la forza di convivere con il dolore per la perdita del figlio.
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Opinioni inserite: 1
Non credo al Paradiso
2012-12-11 17:22:56
Pelizzari
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Alleanze femminili
Una mamma perde il suo bambino e l'assenza di Philippe annulla il suo desiderio di guarire e di stare al mondo. Conosce una donna, silenziosa, con un'altra vita, un'altra storia e tanti punti di contatto in questo fragile equilibrio. Libro toccante, che ti fa scendere a tratti un velo di lacrime, scritto veramente bene, come ne ho letti pochi. A tratti talmente introspettivo da rendere un pò difficoltosa la scorrevolezza, ma vale la pena di soffermarsi. Per capire la profondità del dolore di donne che soffocano con il dolore fisico quello dell'animo. Per penetrare nei sentimenti di donne catapultate oltre un punto di non ritorno. Ricorda "Mille splendidi soli" ed è stata una piacevole scoperta in un panorama che non mi aspettavo.
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