Noli me tangere
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Non mi toccare
Questo è il mio esordio con Camilleri, so già che è un romanzo differente dai suoi soliti gialli d’autore, ma inizio con il dire che mi è piaciuto tanto. Un romanzo composto quasi esclusivamente da dialoghi che, il grande maestro del giallo italiano, sapientemente organizza per raccontarci una vicenda. Una donna, palesemente volubile e facile all'amore, che solo poche persone capiscono fino in fondo. Camilleri dipinge un ritratto di una donna complessa e lo fa utilizzando lo strumento a lui più famigliare, il giallo, ma questo non affatto un romanzo giallo. Laura ci affascina e a tratti ci ripugna, sappiamo che è molto bella e anche lei lo sa, usa il suo corpo scindendolo da quello che la sua intima natura, usa il suo corpo per mettere a tacere la sua essenza. Una donna colta, profonda, estremamente intelligente, e allo stesso tempo apparentemente lasciva, pennellata dopo pennellata, dialogo dopo dialogo, Camilleri ci fa un’analisi completa di questa complessissima personalità.
Noli me tangere, non mi toccare, quasi una necessità disperata di annullare il corpo troppo scisso dall'essere dalla sostanza intima dell’esistenza.
Molto incisiva e decisiva la nota finale dell’autore, della quale dirò solo che è per me la perla che fa meritare la lode a questa storia. Solitamente non amo particolarmente i dialoghi nei romanzi, per mio gusto preferisco il racconto degli eventi, certo qualche dialogo ben organizzato può risultare piacevole. Per paradosso ho apprezzato moltissimo questa storia composta in prevalenza da dialoghi, discorsi, ritagli di giornali, lettere e notizie, tutto ciò mi ha fatto riflettere su quanto sia complesso strutturare dialoghi perfetti e piacevoli. Camilleri, con questo romanzo mi ha dimostrato che una storia può essere fatta esclusivamente da parole dette e non raccontate. Mi ha fatto sentire ogni singola parola, ogni suono di ogni singola frase, nelle mie orecchie risuona la voce del marito di Laura, del commissario Maurizi e di Laura. Questo grande scrittore mi ha portato nel centro delle indagini, a casa del signor Todini e nei suoi più intimi turbamenti, tutto questo grazie alla sua maestria nel congegnare dialoghi perfetti.
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Opinioni inserite: 6
Rosa o Deserto?
Al mio esordio nella lettura di Camilleri temo di aver sbagliato libro, perché mi è ora difficile scindere la competenza narrativa - senz'altro notevole - di quest'Autore, dalla istintiva noia che mi ispirano questa Laura e molti dei personaggi che concorrono a definirne il ritratto attraverso parole, lettere, frammenti di memorie.
Laura è sparita. E' una donna colta, bella e volubile, sicché la sua sparizione scoperchia una vasta gamma di disperazioni, risentimenti ed interessamenti talvolta artificiosi. Il marito, istituzione nel mondo letterario, rivela in verità una condizione di patetica sudditanza psicologica verso Laura.
Il Commissario dispiega ogni risorsa allo scopo non tanto di trovare, bensì di comprendere Laura, travisando dunque totalmente il proprio ruolo istituzionale. L'amica del cuore, l'amico psicanalista, l'avvocato dimostrano un atteggiamento reverenziale e acritico nei confronti di Laura.
Infine questa Madonna ci degna di una tanto breve quanto sgarbata apparizione, per rivelarci che intende elevarsi al sacrificio del corpo e della mente individuale a favore di un nobile slancio umanitario. Peccato che la sua immaturità emotiva lasci dietro di sé una tale scia di legittime domande irrisolte, di comunicazioni mancate, di responsabilità rigettate, che l'espressione "noli me tangere" sembra alludere a una inafferrabilità dettata unicamente da scarso spessore.
Lo stile di Camilleri è chiaramente tanto buono e collaudato da potersi permettere di ricorrere senza sbavature a escamotage narrativi assolutamente moderni: dialoghi, testi di sms e articoli di giornale sono gestiti con maestria, rendendo il testo piacevole e stimolante.
Mi domando dunque quale fosse l'intento dell'Autore rispetto a questo personaggio; se fosse sua intenzione destare ambivalenza ed emozioni vivide, considero la missione perfettamente riuscita.
Se invece ha desiderato raccontare di un viaggio di crescita interiore, se ha voluto presentarci - attraverso un punto di vista narrativo inedito - una sorta di romanzo di formazione, bè... con dispiacere ho percepito una certa assenza di profondità.
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Uscire dal ghibli
Splendida storia di uno degli autori italiani che più amo. Scritta in modo molto moderno, come forma, utilizzando capitoli brevi, alternati ad articoli di giornale, lettere, testi di sms, messaggi anonimi, questa storia mira a dipingere il ritratto di una donna moderna, giovane, sposata con uno scrittore anziano, donna dall’irrequietezza incontrollabile, che vive un profondo disagio sentimentale che lentamente evolve in un disagio esistenziale. Attraverso le parole del marito, quelle dell’amica, quelle degli amanti, passando per i ricordi del professore che ha curato la sua tesi all’università ed anche grazie ai pettegolezzi raccontati dalla domestica, noi cerchiamo di conoscerla meglio, per capire non tanto dove è finita, quando è sparita, cosa che è sempre meno importante di mano in mano che avanzi nella lettura, ma perché ha voluto sparire. Finchè la incontriamo nella parte finale del libro, in armonia con se stessa e con il mondo. Ed in questo viaggio attraverso di lei, scoprendo appieno anche le ragioni del titolo di questa storia, ritroviamo un autore che, pur senza la spalla di Montalbano, sa sorprendere, che sa affascinare e che al dialetto proprio nun po’ rinuncia’!
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Sparizione di mistero vestita...
Quello che per buoni tratti sembrerebbe un thriller, un noir, un intricato poliziesco che, dalla improvvisa e misteriosa scomparsa della bellissima ed enigmatica Laura, figura assente nel racconto ma sempre indirettamente al centro della scena, finisce per essere altro, inserendo tra le pagine pezzi di trama, interrogativi inquietanti, ricostruzioni intricate e vicende irrisolte.
È una narrazione che vive di suspance, di attesa, di domande e risposte insondabili, seguendo una propria linearita' che si apre da subito ad un ritmo incalzante e progressivamente ad un racconto ex novo.
Ne nasce, e si sviluppa, un affresco meticoloso, psicologico, profondamente spirituale, di una donna, misteriosamente scomparsa, forse rapita, forse no, forse assassinata, non lo sappiamo, sicuramente inquieta ed antitetica a quello che di lei pensano i più ed, in genere, il mondo maschile, che spesso vive di stereotipi, di oggettività e superficie, oltre che dell' immagine di se' da lei stessa mostrata.
La scomparsa di Laura è un enigma e per risolverlo e' indispensabile arrivarne all' essenza, lei sposata con un affermato e maturo scrittore, a sua volta aspirante scrittrice, con una laurea in storia dell' arte, un tormentato passato famigliare ed una drammatica storia d' amore, mangiatrice di uomini, donna dai contrasti evidenti, con una forte fragilita', una altera sensibilita', un distaccato coinvolgimento, tanto viva nel corpo quanto insondabile e complessa nell' animo.
Comprenderla significa avvicinarla, leggerne i sentimenti, entrare in quell' universo labirintico di segni e tocchi pittorici, quasi fosse un quadro da studiare ed interpretare, oltre l' ovvietà' di forma ed apparenza.
E allora sono indispensabili sensibilità' e unicità', riuscire ad aprire quella scatola della memoria e guardarci dentro, scovare un universo parallelo, decifrare e comporre un puzzle apparentemente irrisolvibile, o, semplicemente, capire una donna e quel quid che ne racchiude significati e destino.
Ci riuscirà il commissario Maurizi, uomo colto e sensibile, indagatore del profondo, cosi' interessato all' animo umano ed alle sue mutevoli inclinazioni?
" Noli me tangere " è un testo sui generis, apprezzabile per linearita' descrittiva e profondità narrativa, per la sensibilità con cui racconta i desideri e le inquietudini di un universo femminile che aspira ad armonia ed autorealizzazione, per le connessioni amore-morte-mistero-arte.
E' una lettura veloce, piacevole, che affronta i percorsi labirintici di una vita che forse tanto misteriosa non è e riesce a farci amare una protagonista che, pur nella propria assenza materiale ( nel testo ), si rivela talmente presente da condizionare le figure di contorno.
Noi lettori, lentamente ma inesorabilmente, ne apprezziamo la semplice complessita', il dramma umano, lo spessore culturale, il quadro psicologico, addentrandoci in un mondo, quello di Laura, protagonista solo narrativamente silente, cosi' complesso eppure di facile lettura ad occhi e cuori sensibili ed attenti.
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Giovanni 20, 17
Andrea Camilleri in questo racconto (romanzo sarebbe dir troppo) mi ha davvero stupito.
Tutto è basato sul dialogo, sul discorso diretto. Se si escludono le lettere, anch'esse dirette, non esiste una narrazione di base. Eppure alla fine del racconto non sembra mancare nulla, la bravura dell'autore e la magia della lettura riempiono i vuoti in maniera naturale poiché è il lettore stesso il collante. Quanti autori, oltre Camilleri, avrebbero osato tanto? Questo lo considero il punto di forza per un racconto la cui trama non è proprio accattivante.
La figura di Laura, con le sue debolezze e le sue crisi, è ben decritta. Su diversi altri siti ho letto recensioni di donne che la rappresentavano con un carattere "sensibile" e "particolare". Diciamo che man mano che leggevo le lettere dei suoi amanti, mi venivano in mente ben altre (e censurabili) parole, in questa sede mi limiterò a dire che è una donna molto complicata.
Il commissario Maurizi, personificazione meno irruente di Montalbano, ha trovato subito la mia simpatia per la discrezione e l'eleganza con cui conduce l'indagine fatta sostanzialmente attraverso il puro accostamento di conversazioni e lettere, portando l'indagine più verso la persona, che su un delitto vero e proprio. Il finale è un po' scontato o meglio si delinea man mano senza colpi di scena. Forse in questo caso non è un grande difetto per chi, come me, crede che l'importante non è la destinazione ma il viaggio.
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Laura non c’è
«Laura non c’è,
è andata via,
Laura non è più cosa mia…»
così gorgheggia la canzonetta.
“È scomparsa in modo misterioso Laura Garaudo, moglie del notissimo romanziere Mattia Tondini.”
“Laura, perché te ne sei andata?”
“Era il suo modo di amarmi”,
così annota Andrea Camilleri.
Proprio come nelle canzoni d’amore, Laura ha un profilo adatto a far disperare l’innamorato di turno: è bellissima, volubile (“Diceva che aveva il ghibli… quando non aveva voglia di fare niente e se ne restava per ore a letto a guardare il soffitto”), sensuale, infedele (“Laura è facile alle infatuazioni”), ambigua (“Ognuno dei suoi amanti mi farebbe di lei un ritratto diverso”), irraggiungibile (“Era soprannominata Noli me tangere”).
Cosa si nasconde dietro la sua sparizione (“Quindi lei suppone si tratti di un’altra messinscena?”)?
La chiave di lettura dei suoi gesti sembra nascondersi nel quadro del Beato Angelico che ha costituito oggetto della tesi di laurea (“Si è laureata a Bologna in Storia dell’arte con una tesi sul Beato Angelico. Centodieci e lode”).
Ho trovato intrigante la prima parte del romanzo, evanescente l’evoluzione, pregevoli l’intendimento dello scrittore e il suo messaggio.
Giudizio finale: curioso, figurativo, socio-mistico.
Bruno Elpis
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Una donna alla ricerca di sè stessa
Una singolare ed enigmatica figura di donna, Laura, è la protagonista di questo bel romanzo di Camilleri. E’ studiosa appassionata di arte (si è laureata con una apprezzata tesi sugli affreschi del Beato Angelico nel convento di San Marco a Firenze), è autrice di un romanzo ed è la moglie di un notissimo scrittore, molto più anziano di lei. I comportamenti della donna fanno discutere. Pur amando il marito, si lascia travolgere da avventure occasionali, alternate a momenti di depressione, nei quali passa ore a letto, a contemplare il soffitto, come travolta e annientata da quello che lei chiama ghibli, paragonando quei momenti alla tipica tempesta di sabbia nel deserto. E’ una creatura tormentata, apparentemente fragile ed insicura, alla ricerca disperata di uno scopo nella vita e di sé stessa. Appare soprattutto affascinata da quelle opere d’arte, e sono numerose dislocate in vari musei, in cui celeberrimi Artisti (Tiziano, Giotto, Beato Angelico, Tintoretto…) interpretano il celebre “Noli me tangere”, la frase del Vangelo di San Giovanni rivolta da Gesù appena risorto a Maria Maddalena che gli si accosta implorante. Laura improvvisamente scompare, si teme un gesto sconsiderato, un commissario indaga, si interrogano gli amici più cari. Quella che sembrava una fuga ingiustificata si rivela invece un meditato pellegrinaggio per l’Italia e l’Europa: Laura annullerà sé stessa, donandosi totalmente agli altri, e la magistrale penna di Camilleri ci spiegherà come. Laura non è soltanto, come ha affermato l’Autore in una intervista “ una donna che si vuole liberare dall’essere stata anche libertina”, ma una creatura che ha cercato di capire il vero senso della vita e, dopo anni tormentati, l’ha finalmente colto. Un bel romanzo, che parte in sordina e piano piano tiene il lettore sulla corda sino al finale inatteso e liberatorio. Da notare che Camilleri l’ha interamente dettato, per una malattia agli occhi. La lettura è senz’altro da consigliare.