Narrativa italiana Romanzi Nina sull'argine
 

Nina sull'argine Nina sull'argine

Nina sull'argine

Letteratura italiana

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Caterina è al suo primo incarico importante: ingegnere responsabile dei lavori per la costruzione dell'argine di Spina, piccolo insediamento dell'alta pianura padana. Giovane, in un ambiente di soli uomini, si confronta con difficoltà di ogni sorta: ostacoli tecnici, proteste degli ambientalisti, responsabilità per la sicurezza degli operai. Giorno dopo giorno, tutto diventa cantiere: la sua vita sentimentale, il rapporto con la Sicilia terra d'origine, il suo ruolo all'interno dell'ufficio. A volte si sente svanire nella nebbia, come se anche il tempo diventasse scivoloso e non si potesse opporre nulla alla forza del fiume in piena. Alla ricerca di un posto dove stare, la prima ad avere bisogno di un argine è lei stessa. È tentata di abbandonare, dorme poco e male. Ma, piano piano, l'anonima umanità che la circonda - geometri, assessori, gruisti, vedove di operai - acquista un volto. Così l'argine viene realizzato, in un movimento continuo di stagioni e paesaggi, fino al giorno del collaudo, quando Caterina, dopo una notte in cui fa i conti con tutti i suoi fantasmi, si congeda da quel mondo.



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Nina sull'argine 2024-08-19 09:19:02 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    19 Agosto, 2024
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L'argine

Nina sull’argine è un romanzo bellissimo che riesce ad appassionare il lettore a un problema insolito, la costruzione di un argine in contrada Spina. A seguire i lavori troviamo Caterina, giovane ingegnere, alle prese con il suo primo incarico importante, con la difficoltà di farsi valere in un mondo dove le donne non sono ben viste. Assessori, geometri, colleghi e superiori sono tutti prevenuti sulle sue capacità, in quanto lo studio e il lavoro sono due diversi mondi e finita l’università i brillanti risultati conseguiti da una donna non contano più nulla.
La descrizione del cantiere e dei lavori è affascinante, innestata nel contesto non urbanizzato in modo all'inizio invasivo. Alla fine però l’argine quasi scompare integrandosi pienamente nel paesaggio. In tutte le pagine del romanzo la natura con le sue nebbie, istrici, uccelli, lepri e con i suoi alberi arbusti è sempre presente. In un certo senso la natura è il primo giudice di Caterina e della sua capacità e volontà di difenderla da se stessa e dalla rapacità del mondo. Sono descrizioni malinconiche, perché il cantiere e il paesaggio si armonizzano con l’umore di Nina, in crisi con il compagno, in crisi con il lavoro che ama, tesa nella gestione dei rapporti di lavoro. Nina non si sente perfetta, non si sente di acciaio ma ha un'anima di ghisa, fragile: giovane, puntigliosa, pignola. E' fuori posto in un mondo senza scrupoli con il collega che non esita a mettere in giro voci false sulla sua inesistente gravidanza. Un romanzo davvero molto bello. Non pensavo di appassionarmi tanto alla costruzione di un argine, anche se non è la prima volta che mi faccio prendere dai lavori edili, mi è capitato anche con il cantiere di Onetti e con la costruzione della strada di Eggers.
Un libro finalista allo Strega che si sarebbe senza dubbio meritato.
Ho letto con sorpresa recensioni critiche nei confronti dello stile e del linguaggio tecnico usato dall'autrice. Io non sono assolutamente d'accordo. Il linguaggio e lo stile sono perfetti e rendono il libro molto originale anche dal punto di vista stilistico, cioè meno convenzionale. Unico pelo nell'uovo a volerne proprio trovare uno: l'operaio. Avrei preferito che fosse di carne e ossa.

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