Narrativa italiana Romanzi Niente e così sia
 

Niente e così sia Niente e così sia

Niente e così sia

Letteratura italiana

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E' la vigilia dello sbarco sulla Luna e sulla Terra si continua ad ammazzarci come mille, diecimila anni fa. Una donna, una giornalista, parte per la guerra dove si trova subito dinnanzi al dramma di una fucilazione e poi dentro una sanguinosa battaglia: quella di Dak To, villaggio ai confini della Cambogia con il Vietnam. Qui comincia il suo diario, che è il diario di un anno della sua vita e vuole rispondere alla domanda di una bambina: "La vita cos'è?". Giorno per giorno, tra la morte sempre in agguato, la donna va alla ricerca di una risposta quasi impossibile e annota tutto ciò che vede o che ascolta: insieme alla sua paura, la sua pietà e la sua rabbia. Ne nasce un racconto che narra il primo anno trascorso in Vietnam da Oriana Fallaci.



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Niente e così sia 2015-06-19 12:40:11 Mephixto
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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    19 Giugno, 2015
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Eroica Fallaci

Da qualche parte ho letto che non si può cercare nel buio con un fiammifero … Così Oriana Fallaci parte per Saigon: crede che non si possa spiegare la vita senza avere davanti agli occhi la morte, sempre. Parte forse per dare una risposta vera ad una domanda ancor più vera: cos’ è la vita ? questa tenera e ingenua domanda le venne posta poco prima di partire, dalla sorellina di cinque anni. Oriana le rispose li per li un po’ cinicamente; in parte pentita di questo suo atteggiamento si recò in Vietnam con il proposito di dare, anche se pur minima, una risposta concreta ad un domanda tanto complessa nel sua semplicità . Quello che ci troviamo tra le mani è il risultato di tre periodi in Vietnam del Sud: dalla fine del 1968 al marzo del 1969. Un diario di “guerra” che cerca di dare una risposta vera. Ma al quale non sarà il Vietnam a risponderle ma ben si una rivolta studentesca in Messico.
Il diario di questi giorni bui è diviso in capitoli, ogni inizio di capitolo ha un breve sunto e alcune considerazioni a freddo che spiegano i giorni e le emozioni espresse nei paragrafi successivi i quali a loro volta sono suddivisi in giorni e momenti mattina, sera notte, ecc ecc..
Va da sé che ci troviamo tra le dita un testo crudo,vivido, difficile e profondo. Sicuramente coinvolgente.
La Fallaci non si risparmia e affronta il pericolo dei mortai, dei razzi , e il canto della mitraglia, sia a Saigon che alla battaglia di Dak To; non si lascerà sfuggire i colpi migliori: bombardare il Delta del Mekong a bordo di un A37 con ai piedi i mocassini, oppure atterrare sotto il fuoco dei mortai Vietcong su una pista crivellata oppure andare assistere all’offensiva del Tet in diretta mentre i ‘cong fanno il tiro al piccione. Non mancheranno i sentimenti, le delusioni, la rabbia , tenerezza, la pena e l’eroismo .
Un testo che non è solo la cronaca lapidaria di un preciso momento storico, no! E’ l’analisi e la ricerca a una domanda ben precisa: cos’è la vita? Ma poi questa domanda muta e si trasforma diventando forse più difficile ma più “corretta” : cos’è l’uomo ? E quindi Oriana, strenua sostenitrice del essere umano come divinità, si trova costretta a ricredersi, a rivedere le sue convinzioni. Perché in guerra l’uomo riesce a dare il peggio di se… ma anche il meglio…
La ricerca non avverrà in totale solitudine, anzi, troverà in Vietnam un gruppo di giornalisti/e redattori affiatati, delle Frence Presse in Vietnam ormai da lungo tempo, ai con i quali collaborerà per ottenere informazioni, dritte, e anche tanto conforto.
Francois Pelou sarà il suo Virgilio in questo inferno fatto di fichi, banani e Napalm, è l’aiuterà, grazie ai pensieri di Pascal, a rivalutare l’idea di totale negatività ormai radicatasi in lei. Conseguenza delle atrocità di cui è stata spettatrice. Leggendo queste pagine non potremo che ammirare e amare gli eroici Vietcong (non i vietnamiti del nord) grazie anche alla fortunata traduzione di alcuni lettere e un diario di un milite ignoto, che non lasciano indifferente. Non mancheranno le interviste ai potenti dei di Saigon,signori della guerra; proprio grazie alla sua splendida amicizia con questo capo redattore, Francois, dalla cultura straordinaria e dalla mente brillante.
In conclusione un testo profondo, vero , che passa dalla cruda e vivida cronaca alla filosofia senza stancare, senza cadere nella retorica o nella demagogia anzi appassionante e avvincente fino all’ultima pagina.
Un testo imperdibile che resterà prova di quanto grande, coraggiosa e sensibile, fosse questa giornalista. lascio la poesia che diventerà un pò il filo conduttore, la massima espressione della crudelta della guerra secondo la Fallaci.
Padre nostro che sei nei cieli / dacci oggi il nostro massacro quotidiano, / liberaci dalla pietà, dall'amore, dalla fiducia nell'uomo. / Dall'insegnamento che ci dette tuo Figlio. / Tanto non è servito a niente, / non serve a niente. / A niente e così sia.

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Niente e così sia 2014-11-19 17:33:18 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Novembre, 2014
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Quale modo migliore per riflettere sull’importanza della vita se non con ciò che per definizione rappresenta l’abnegazione dell’esistenza, dolore e morte? La guerra è il tema principale di “Niente e così sia”, sono trascorsi molti anni dal giorno in cui ho sfogliato per la prima volta le sue pagine ma indelebile è nella mia mente, e ciò non è determinato dal fatto che esso costituisce il mio battesimo con i testi di Oriana Fallaci bensì dallo scopo per cui l’autrice ha deciso di scriverlo. L’obiettivo della giornalista non era solo quello di dar vita ad un mero reportage di guerra con il tripudio di morti susseguenti le une alle altre e mixate con atrocità di ogni tipo, bensì quello di darsi e dare risposta all’interrogativo più vecchio del mondo e cioè quello di comprendere le ragioni che possano spingere gli uomini a farsi la guerra l’un l’altro arrivando a decidere di combattere per uccidere.
Quando l’autrice giunge in Vietman ha sulle spalle il bagaglio lasciatole dalla Seconda Guerra Mondiale, esperienza che aveva vissuto dalla parte della Resistenza tra morti e torture (in primis del proprio padre) e una forte inesperienza nel campo del giornalismo. Il suo lavoro si concentra soprattutto nelle zone intorno a Saigon e le sue giornate sono scandite dalla paura, dalla testardaggine e dall’ingenuità tipica dei primi giorni sul fronte. Nel tentativo di raccontare l’esperienza vissuta metterà a nudo la sua anima perché solo così ella ritiene di poter spiegare cosa si prova a stare su aereo che getta il napalm sulle persone o a parlare con vietcong e dittatori delle più svariate categorie. Immancabile la domanda del perché la scelta della guerra. Un tripudio di emozioni si annideranno in lei; si commuoverà davanti ai diari d’amore dei vietcong e resterà scioccata nel vedere bambini giocare con cadaveri, nel constatare il dolore della perdita del proprio figlio da parte delle madri e nel trovarsi in prossimità dei defunti ammonticati nelle fosse comuni. Lo stesso emblematico generale Loan scaturirà in lei impressioni contrastanti per poi mostrarsi nella sua fragilità umana.
Il romanzo si sostanzia in undici capitoli, al termine di ognuno si apre una riflessione personale relativa anche alla facilità con cui l’uomo si lascia affascinare dall’idea della guerra. Ogni sua parola esprime il suo profondo desiderio di capire una realtà così vera quanto lontana; la smania e l’incapacità di abbracciare l’essenza della morte per comprendere le ragioni della vita sono protagonisti indiscussi in quei giorni di guerra.
Il romanzo va letto solo e soltanto se è il suo tempo e non una ma più volte. Soltanto così è possibile percepirne ogni sfumatura, apprezzarne ogni aspetto ed assimilarne la portata. I temi trattati lasciano ampio spazio alle riflessioni filosofiche e teologiche; significativo è infatti il passaggio in cui la giornalista dialoga con un sacerdote e quello in cui si interroga sull’esser stata presente alla morte di un uomo con cui solo pochi minuti prima aveva parlato. Sarà infine coinvolta in quel meccanismo di bassezze umane in cui protagonisti indiscussi saranno la vigliaccheria e le meschinità e ce ne mostrerà con naturale sincerità le conseguenze.
Un romanzo non semplice da leggere, scritto senza remore e con lucida crudezza ma che tutti dovrebbero aver il coraggio e la voglia di leggere, oggi più che mai.
Vi lascio con un piccolo ma significativo incipit:
"Padre nostro che sei nei cieli, dacci il nostro massacro quotidiano.."

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Niente e così sia 2012-01-30 14:12:23 Iomilla
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Iomilla Opinione inserita da Iomilla    30 Gennaio, 2012
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Niente e così sia

« … La Vita … è una condanna a morte … e proprio perché siamo condannati a morte bisogna attraversarla bene, riempirla senza sprecare un passo, senza addormentarci un secondo, senza temer di sbagliare, di romperci, noi che siamo uomini, né angeli né bestie ma uomini …»

“Niente e così sia” è un libro crudo che racconta la guerra in tutta la sua mostruosità, ma attraverso la sua atrocità glorifica la vita.
Non è un semplice reportage di guerra, ma una mirabile riflessione sulla vita. Infatti, ciò che spinge la Fallaci a trascorrere un anno in guerra in Vietnam è la volontà di capire cosa spinga gli uomini a farsi la guerra l'un l’altro, perché decidano di combattere e di uccidere. Per farlo si spingerà dove nessun altro inviato di guerra è mai stato prima, non esiterà ad andare al fronte, a salire sugli aerei da combattimento e trovarsi faccia a faccia con chi brandisce un fucile e se ne infischia se tu hai solo una macchina fotografica.
E’ un libro che mostra la guerra in tutta la sua brutalità, la sua efferatezza e la sua disumanità, ma lo fa affinché chi lo legge possa apprezzare davvero la vita.

« … Ma ecco cosa ho imparato in questa guerra, in questo paese, in questa città: ad amare il miracolo di essere nata»

(Entrambe le citazioni sono tratte da "Niente e così sia" di Oriana Fallaci).

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Niente e così sia 2010-06-29 12:51:51 gio gio 2
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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    29 Giugno, 2010
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niente e cosi sia

"Vivere senza l'amore e' come vivere in un deserto,e' come morire di sete,e' come morire di fame di sete,come soffrire mille volte di piu'.E' come piangere soli nel buio,come ignorare che siamo nati,amare in fondo vuol dire ragionare.Amico,lo sai,ci sono tanti amori.C'e' l'amore per la democrazia l'amore per i suoi governanti l'amore per la giovane moglie,pei figli l'amore per i compagni in arme e tutti questi amori son belli perche' nascono dall'idea dell'amore.Perche' si ama per affrontar la battaglia,per far fiorire i fiori,per continuare la vita con i nostri bambibini.Pero' amico non dimenticar di combattere perche' pensi all'amore.O non ci sara' puu' amore su questa terra." Una delle poesie preferite di Sam, un soldato che Oriana Fallaci intervista nel nel primo anno che trscorse come corrispondente di guerra in Vietnam durante la battaglia di Dak To,l'offensiva del Tet,l'assedio di Saigon dove rimase gravemente ferita.Una libro-testimonianza che e' stato definito brutale e forse lo e',diceva lei,...."volevo solo racconare la guerra a chi non la conosce". Un libro che ci pone davanti a tanti interrogativi,straordinariamente UMANO,l'uomo sbraca sulla luna,si fanno milioni di scoperte in campo scientifico,inseminazioni artificiali per nascere figli a chi altrimenti non potrebbe averne...e anche questi figli "del futuro" saranno costretti un giorno ad andare a combattere,ad uccidere altri uomini,altri esseri umani come loro in nome della patria?Perche' nonostante tutto,la guerra,questa crudele e barbara invenzione non morira' mai.Letto parecchi anni fa,un libro che ci lascia con mille parole da dire eppure se ne riescono a dire molto poche.

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