Narrativa italiana Romanzi Niente è più intatto di un cuore spezzato
 

Niente è più intatto di un cuore spezzato Niente è più intatto di un cuore spezzato

Niente è più intatto di un cuore spezzato

Letteratura italiana

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Dušan e Radmila Balval, due giovanissimi rom, sono i protagonisti di una straordinaria epopea che prende il via negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando Dušan, che ha poco più di quindici anni e un incredibile talento per il violino, vive e viaggia con la sua famiglia e altre affini – la sua kumpania – nella Serbia affidata dal Reich al generale filonazista Nediç. La kumpania si sta spostando verso sud, con la speranza di sfuggire alla violenza razzista al momento riservata agli ebrei, in una rocambolesca peregrinazione da un paese all’altro in cui i rom portano musica e abilità di calderai, maniscalchi, acrobati. Intanto, l’apocalisse della guerra incalza. Storie di vita vera, musica e miseria, amori e orrori, dall’olocausto rom alla rivolta dello Zigeunerlager di Auschwitz-Birkenau dove, alla fine di aprile del 1944, quattromila zingari (fra cui il giovanissimo Dušan) lottano contro i tedeschi per non finire nelle camere a gas. Drammi e avventure si mescolano al racconto vivido di tradizioni, folclore e costumi, in un’indimenticabile odissea. Che parla di ieri per raccontare anche l’oggi.



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Niente è più intatto di un cuore spezzato 2014-02-16 21:36:47 ant
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ant Opinione inserita da ant    16 Febbraio, 2014
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Il fascino di vivere da nomade


Un romanzo che narra del popolo forse più discriminato in assoluto, cioè i Rom.
La storia è ambientata nel 1944, i personaggi principali sono due ragazzi Dušan e Radmila che vivono in un gruppo(la kumpania) che si sposta verso il Sud della Serbia per scampare ai rastrellamenti dei nazisti.
La loro storia d'amore è vissuta in un momento storico a dir poco cruento, suggellato dal famoso Zigeunerlager di Auschwitz-Birkenau dove, alla fine di aprile del 1944, quattromila zingari (fra cui il giovanissimo Dušan) lottarono contro i tedeschi per non finire nelle camere a gas.
Quello che mi ha più colpito del romanzo è stata la descrizione del quotidiano e degli usi e costumi dei protagonisti, bello anche l'alternarsi dell'io narrante tra le storie del 1944 e quelle attuali in cui a fare da portavoce è Jorvanenka che vive in un campo Rom alla periferia di Torino. Per concludere voglio estrapolare uno stralcio di un dialogo tra un gagè(civilizzato) e uno zingaro che mi ha fatto molto riflettere.
Rivolto ai Rom:
""Siete un popolo pacifico, non avete mai fatto guerra a nessuno, non avete eserciti,non avete creato le galere, non torturate non vi è mai venuto in mente di impiccare qualcuno come facciamo noi. Per voi la violenza è male , al massimo vi scazzottate, ma non vi riunite in bande di assassini come facciamo noi. E' strano , sai? Certe volte penso che siate qualcosa di misterioso e intatto rimasto a galleggiare sul fiume della nostra storia di gagè, fatta di stragi, di potere, prevaricazione, soprusi, popoli che si ammazzano gli uni con gli altri. Guarda solo le guerre di religione. Eppure noi, che abbiamo lastricato di sangue la nostra storia, vi guardiamo come se foste poco più che merda"...Dusan(il rom): ..però rubiamo" ...Freud: .."Certo brutti ladroni che non siete altro, ne sanno qualcosa i contadini e i loro polli. Al contrario di noi comunque non avete inventato armi da guerra, lance, spade, cannoni, carri armati e bombardieri""
Certo non farà cambiare idea a tanti, cmq il vivere nomade il suo fascino ce l'ha e non vuol dire essere dei delinquenti x forza.
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libri che narrano delle persecuzioni razziali
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Niente è più intatto di un cuore spezzato 2013-05-09 14:14:23 Melandri
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Melandri Opinione inserita da Melandri    09 Mag, 2013
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ZIGEUNERLAGER

Zigeunerlager, campo di sterminio per razza zingara, razza ritenuta inferiore al pari di quella ebrea nel periodo di dominio nazista della seconda guerra mondiale, razza interessante per divenire cavia degli esperimenti di Mengele, razza superflua al mondo per così dire.

Non ho mai provato pena per questo popolo che ha scelto il nomadismo come modo di vivere, in quanto risposta al loro desiderio di libertà. Non ne ho mai provato stima perchè il furto, la sporcizia, l’elemosina sono anch’esse frutto di una scelta e non di una condizione. La leggerezza con cui si muovono su questa terra come piume che non toccano mai il suolo, li rende ai miei occhi colpevoli di una superficialità e di una assenza di contributo che vanno oltre il mio concetto di libertà. Questo romanzo ha certo la virtù non di avermi fatto cambiare idea, ma di avermi fatto capire molto di più di chi sono ma soprattutto di chi erano.

Il romanzo della De Angelis è una sberla. Questa storia, realmente accaduta, non fa sconti a nessuno, né ai rom, né ai nazisti, né al lettore. Apre le porte del privato dei rom forse contaminando buona parte dei loro tabù. Racconta di una kumpania, una famiglia, nel quotidiano di usi e costumi, nel cambiamento che la guerra porta, loro così sfuggenti toccati per la prima volta da ciò che accade attorno a loro.

E’ un racconto durissimo e davvero molto intenso dove oltre alla fame, alle torture, alla violenza e a tutto ciò che può essere collegato a nomi come Himmler e Mengele, spiega come seimila rom nel maggio del 1944 riuscirono a evitare le camere a gas facendo ciò che non avevano mai fatto prima, reagendo.

Ci sono parole di questo libro e immagini che questa storia ha evocato, che sicuramente non dimenticherò più.

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