Nel silenzio delle nostre parole
Letteratura italiana
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L'AMORE TRA UNA MADRE E UN FIGLIO
Voglio fare una premessa, ho letto questo libro senza nessun pregiudizio e senza aver letto nessun'altra recensione.
Conosco Simona Sparaco, come autrice, da moltissimi anni e prima che fosse la compagna di Gramellini e questo è sicuramente il suo romanzo di maggior successo, un po' tutti ora si sono accorti di lei e del suo talento.
Lo stile di scrittura di Simona è molto scorrevole e curato e attraverso la sua penna ci conduce nel cuore della storia e ci trasmette moltissime emozioni attraverso i personaggi che ha creato.
La trama del romanzo è incentrata principalmente sull'amore che si instaura tra una madre e un figlio, in varie forme ma è pur sempre un legame indissolubile e unico.
"Quante parole ci diciamo che sono solo silenzio? Perchè vorremmo dirne altre ma non abbiamo il coraggio di dargli voce?"
Alcune volte manca proprio il coraggio di parlare, di dire un ti voglio bene ad un figlio o ad un genitore, prima che non lo si possa fare più.
Tutto si svolge in un giorno il 23 marzo, quando la vita delle quattro protagoniste cambia per sempre, l'autrice ci racconta le storie di Alice, Naima, Polina e Hulya.
Quel giorno il destino di queste quattro donne sarà in mano ad evento indipendente dalla loro volontà e si troveranno ad essere inermi davanti ad un incendio, scaturito da un frigorifero in un appartamento del secondo piano della palazzina in cui vivevano.
Come Simona stessa ha detto questo è il suo primo romanzo corale, ma al di là del raccontarci le storie di queste quattro donne, che vengono accomunate da questo evento tragico; loro sono per età, per religione, per nazionalità molto diverse e non hanno nulla in comune.
Credo che dietro a questo libro ci sia un messaggio più profondo.
A me ha colpito in particolare la storia di Alice e di Naima, due donne diverse ma che mi hanno emozionato, mentre non posso dire lo stesso per Polina e Hulya che non mi hanno trasmesso molto.
L'evento che l'autrice ci racconta è tragico e molto drammatico, in pochi minuti la vita si può spegnere oppure se si riesce a sopravvivere, queste donne si porteranno dietro una ferita molto profonda che non si rimarginerà più.
Al centro del libro ci sono i legami famigliari, quante volte siamo incapaci di dire quello che pensiamo ad una persona cara e quante volte rinunciamo ad esprimere i nostri sentimenti?
Il silenzio alcune volte è carico di parole, in alcuni casi rimarranno sospese per sempre se non riusciamo a tirarle fuori subito.
Un libro che ho trovato molto emozionante nella parte finale, a mio avviso tutti i personaggi sono ben delineati e credibili anche se alcuni spiccano sugli altri, la storia di Alice e quella di Naima sono sicuramente più coinvolgenti.
In alcuni punti, purtroppo, la storia che veniva raccontata non mi ha entusiasmato moltissimo e mi dispiace ma credo che gestire quattro punti di vista diversi sia una cosa alquanto difficile.
Simona Sparaco con uno stile semplice ma molto curato, crea un libro che vuole essere un omaggio e un ricordo per tutte le vittime e per le loro famiglie, che in un modo così atroce e spaventoso hanno persona una persona cara. Infatti, questa storia ricorda molto l'incendio alla Grenfell Tower di Londra del 2017.
Inoltre mette in luce quanto sia forte e indissolubile il legame tra una madre e un figlio, anche se a volte ci si perde di vista, o per incomprensioni varie non ci si parla più.
Un libro che consiglio di leggere, non tanto per le storie che vengono raccontate ma per il messaggio che contiene il romanzo.
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Scene madri
Libro meraviglioso, potente, emozionante, vibrante. Racconta di un incendio in un palazzo. Di vite che si spengono. Di vite che sopravvivono. Di vite che ricominciano a nascere. Racconta la forza dell’istinto, che non concede spazio ai ragionamenti razionali, e la forza dell’amore fra genitori e figli. Non c’è morte che non presupponga una rinascita: imparare a decifrarla, anche di fronte al dolore più grande, può dare un senso a tutto ciò che resta, perfino alla cenere. E’ un libro che ti insegna a guardare ai vuoti della vita non come a qualcosa che manca, ma a qualcosa da riscoprire, cercando in essi l’opportunità di esistere ancora, seppure in modo diverso. Il pensiero va immediatamente alla tragedia della Grenfell Tower di Londra, e a Marco e Gloria che, nel momento estremo, hanno cercato e voluto sentire vicina la voce della mamma.
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Labile vita...
Tutto ha inizio da un articolo di giornale scritto da Massimo Gramellini, compagno dell’autrice, nel 2017 e avente ad oggetto storie di uomini e donne, di madri e di figli coinvolti nel rogo della Grenfell Tower di Londra. Da questi fatti hanno avvio le vicende che si snodano nella capitale tedesca e che vedono quali protagonisti Alice, la giovane ragazza di Tivoli che si trova a Berlino grazie al progetto Erasmus e che aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama, Bastien, il figlio della signora che occupa un altro degli interni custodendo un segreto che non ha il coraggio di rivelare perché capace di spezzarle il cuore, Polina, l’ex ballerina classica che non si riconosce in quel nuovo corpo provato da una gravidanza inaspettata e particolarmente difficile, Naima, che ha lasciato la famiglia in gioventù togliendosi il velo e cambiando religione per amore di un uomo che da tanti anni le dorme accanto e Hulya che ancora una volta sta pensando a quell’ex danzatrice a cui non ha mai confessato i suoi pensieri ma verso cui nutre un gran desiderio di farlo.
Tanti volti, tanti personaggi, tanti dolori, tante anime a confronto fatte di ferite mai risarcite, vuoti mai colmati, sorrisi offuscati da lacrime e malinconia e troppo spesso mancati. Tante storie, tante vite che si intrecciano e tante altre che non sono destinate ad incontrarsi, ma che sono tutte accomunate da un unico denominatore comune: il fatto che quella potrebbe essere l’ultima giornata della loro vita.
Un progetto ambizioso, quello della Sparaco. Un progetto che ci invita a guardarci dentro e a interrogarci sul nostro comportamento, sul nostro essere, su quella chiamata a cui non abbiamo risposto, su quel sorriso che non abbiamo concesso per un’arrabbiatura che non siamo riusciti a placare, a quel sorriso che non abbiamo ricambiato, a quel saluto che non siamo riusciti a dare a quel familiare che forse non avremo più modo di incontrare.
Ma “Nel silenzio delle nostre parole” è anche un’analisi su quella che è diventata la nostra società attuale, una società fatta di individui sempre più egoisti, egocentrici, accentratori, assenti, distratti, chiusi nel loro orticello e per questo sempre più incapaci all’empatia, all’emotività, alla condivisione, all’ascolto.
«Ti ricordi, Alice, quando ti ho detto che la morte è una soglia che si attraversa nudi?»
Attraverso una penna fluida e leggera che accompagna chi legge pagina dopo pagina, Simona Sparaco dona ai suoi lettori un romanzo di gran contenuto e gran riflessione, un testo che si sviluppa in modo perfettamente equilibrato, che non si arrischia, che non pretende altro che ricordarci quanto la vita sia un bene prezioso e che talvolta un sorriso può fare più di mille parole.
Uniche due note che deboli che ho ravvisato nel componimento sono state una partenza lenta, caratterizzata da un’eccessiva tendenza descrittiva che può trasmettere una sensazione di ridondanza e un finale un po’ forzato, per un lieto fine che non era necessariamente una prerogativa assoluta e che per questo stona un po’.
«Mi piacerebbe che anche tu fossi in grado di guardare ai vuoti della vita come a noi ha insegnato la zia Amira. Non solo come a qualcosa che manca. Cerca piuttosto in quei vuoti la tua opportunità di esistere ancora, e in maniera diversa»
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Silenzi e parole
Vincitore del Premio Dea Planeta 2019, Nel silenzio delle nostre parole di Simona Sparaco, è un romanzo che entra, di prepotenza e in profondità, nel vissuto umano di una serie di abitanti di un condominio a Berlino.
Da notare la contrapposizione del silenzio a cui fa riferimento il titolo e l’ululato, forte ed assordante, delle sirene accorse a domare l’incendio dello stesso condominio. Metafora del vivere umano, tramite le parole si narrano le vite di alcuni degli abitanti del condominio: da Polina, ballerina giovane con un figlio appena nato da una relazione con il suo coreografo; a Naima e suo marito che assieme al figlio compongono la famiglia Bastien; ad Alice, studentessa Erasmus nativa di Tivoli, che lì vive una relazione appassionata con Matthias, estroso pittore. Di fronte al palazzo c’è un locale sempre aperto, dove lavora Hulya, giocatrice di ruby, segretamente innamorata di Polina. Di ognuno di loro sono raccontate le speranze, i drammi interiori, i segreti, la quotianità, il loro sentire e vivere. In un percorso introspettivo, profondo ed intimo, si snoda un mosaico di vita, di razze, di abitudini e di costumi differenti. Fino alla tragedia ultima, che tutto sconvolge e capovolge.
Un ottimo approfondimento psicologico dei personaggi caratterizza il romanzo, scritto con perizia e sapienza narrativa. Un romanzo dalle molteplici e variegate forme , che descrive i rapporti tra madri/ figli e figlie, tra donne speciali e donne inadeguate. E su tutto vola nel cielo il collante universale degli esseri umani: l’amore, declinato all’ennesima potenza.