Mia nonna fuma
Letteratura italiana
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Interessante spunto di riflessione
Il romanzo (completamente autobiografico, sospetto) è strutturato in diversi capitoli e racconta la storia di questo ragazzo molto particolare: sotto molti punti di vista, la società lo definirebbe il classico "bastian contrario" in quanto, leggendo, vi imbatterete spesso in pensieri o azioni che vanno totalmente controcorrente; cosa che io, personalmente, apprezzo molto.
Inoltre il nostro protagonista soffre di forte deficit dell'attenzione il che trasforma, nella sua testa, normali conversazioni con normali interlocutori in voli pindarici sconcertanti anche per lui, a volte.
Questo deficit gli impedisce anche di memorizzare il nome di una persona, spesso anche dopo innumerevoli incontri: ognuna delle persone da lui conosciute e raccontate in questo romanzo, non saranno identificate dal loro "nome proprio" bensì da un nome che lui decide in base a particolari caratteristiche (fisiche o non) della persona stessa. Un tratto apprezzabilissimo di questo romanzo è sicuramente il fatto che non sono solo i nomi propri delle persone a non comparire MAI, ma anche quelli di città e, a volte, cose; trovo questo modo di narrare davvero carino e originale: molto spesso il lettore sa benissimo di cosa l'autore stia parlando, ma non vedere scritto il nome (che renderebbe tutto più semplice anche per l'autore stesso) lascia leggermente straniti e alza il liello di concentrazione. Il che non è di sicuro un fattore negativo: se l'autore è già deficitario, non può esserlo anche lettore!
Il romanzo nasconde, nemmeno troppo velatamente in realtà, una critica alla società moderna, alla politica italiana e anche alla religione: per quanto i concetti espressi siano molto soggettivi, devo ammettere che il romanzo viene maggiormente apprezzato da chi condivida almeno in parte i pensieri dell'autore.
La lettura è scorrevole e le risate sono assicurate; lo consiglio perchè oltre ad essere scritto in maniera molto ironica e pungente, credo che queste pagine possano servire come spunto per una riflessione personale su chi siamo e cosa ci circonda.
Indicazioni utili
E' un libro divertente.
Ho appena finito di leggere questo bel libro con un titolo altrettanto bello.
Il protagonista è un ingegnere quasi trentenne, viaggiatore, cinico ed ironico. Intelligente, ma con pure un forte deficit di attenzione.
Questo problema lo costringe a non ascoltare un discorso per più di due minuti, a non ricordare i nomi e a fare del casino con i ricordi.
Il deficit scompare solo quando il protagonista, sempre diffidente e critico verso la società e i suoi connazionali, tenta di mescolarsi con l'italiano medio(-cre). Si sforza a prendere parte a futili conversazioni, afferma come dice la tv che tutto è fashion e cool e se ne frega più o meno di tutto diventando "normale".
Il periodo non dura comunque molto e decide definitivamente di trasferirsi all'estero, dove tutt'ora vive quasi felice ma soprattutto libero. Libero dagli orari lavorativi, dalle religioni, dalla politica, dalla morale, dalla tv,... Libertà insomma.
Una storia quasi autobiografica, come scrive nella prefazione l'autore Alessandro Raschellà, che diverte soprattutto nella seconda parte quando il protagonista, perdendo ogni speranza di una vita felice in un paese civile, comincia a cantarle a tutti.
Ma è anche una storia grottesca ed avventurosa se siete stati all'università. Se non ci siete stati vi verrà voglia di andarci e, se non ci siete stati e avete dei figli, dubito che li manderete fuori sede o in Erasmus. Ma a meno che non siate ricchi non è più un vostro problema.
Ora, prima di salutarvi, devo fare una confessione al mondo. Sono quasi sicuro di soffrire anch'io della stessa sindrome da deficit di attenzione del protagonista.
Buone letture
Ico