Mi ricordo
Letteratura italiana
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Storia del dentro e del fuori
La Capriolo è scrittrice essenziale, un'artigiana della parola che sfocia nell'arte pura. Ciò era per precedenti lavori come "Il nocchiero" e "Il doppio regno" , così come in certi passaggi di "Mi ricordo". Come sempre i personaggi sono intensi e veri, carichi di vita vissuta e ricordi, dolori e sentimenti contrastanti, che l'autrice ci svela con l'andare del romanzo, ritmico e piacevole come una canzone, musicale anche nei drammi personali che si svolgono in un filo conduttore che mai ci lascia, intersecandosi ne finale con la fusione delle storie parallele delle due protagoniste, Adela e Sonja. Pian piano le conosciamo nelle loro debolezze e nella loro intimità, nelle loro speranze e nelle loro illusioni, comunque coraggiose nel solcare le pagine più nere della storia con una sorta di levità, nonostante la tragedia dei popoli e le miserie umane, la guerra, la necessità di sopravvivere a costo di spezzarsi dentro senza mai più riaversi. La Capriolo è originale nel linguaggio e nella scelta di rendere il ritratto di una delle due protagoniste mediante l'epistola. Così facendo riannoda il passato con il presente, fatto sia di luoghi che di personaggi. Ci da anche una speranza di ripartenza, se non di rinascita, con la possibilità di trarre dal vissuto personale intimo almeno l'acquisizione di una consapevolezza dell'esistere che la protagonista ha perso suo malgrado. Gli ambienti e i rimandi sono degni della migliore letteratura classica. Con un'autrice come questa occorre però saper leggere tra le righe, poiché il livello è molto alto e ad una lettura non preparata questo romanzo, come tutti i lavori della Capriolo, potrebbe apparire etereo e kafkiano, senza un significato preciso, che invece trapassa le pagine come la luce di un faro nel Novecento delle protagoniste e nel nostro.
Indicazioni utili
Indimenticabile
Un libro, a mio parere ineguagliabile, splendido nel suo approfondire l'animo umano. Una storia dalle vicende drammatiche ed esistenziali ambientata in un'epoca importante e incisiva per inorgoglire un romanzo di impronta storica.
Nonostante legga molti generi diversi e moltissimi libri, non avevo mai incontrato la sublime sensibilità che questa autrice mette in ogni riga mischiando un abile stile narrativo con la sapienza aulica e poetica di una letteratura d'altri tempi.
Qualcosa di antico e inestimabile proprio per la sua capacità di rendere l'autentica preziosità di un libro impareggiabile e concreto, ma soprattutto completo da tutti i punti di vista.
Un capolavoro odierno narrante le difficoltà di un' infelice anima che vive nel quotidiano, ma che si sdoppia raccontando le storie di un'altra figura femminile vissuta durante la seconda guerra mondiale.
All'inizio il lettore può sbagliare e riuscire a far combaciare i lembi della personalità di entrambe, rischiando di farle sembrare la stessa identica persona, ma soltanto in seguito e arrivando alla fine comprenderà che sono due entità perfettamente distinte.
Due entità distinte, però facenti parte dello stesso cerchio di vita.
La prima, Sonja, una cinquantenne che vive nel nostro tempo e fa l'infermiera, narra la sua nuova esperienza al fianco di un anziano malato un po' serioso e scorbutico, ma che con il tempo le aprirà una piccola parte del suo cuore.
Dall'altra Adela, una ragazza ebrea vissuta ai tempi del secondo conflitto mondiale e che intrattiene un rapporto epistolare molto profondo con un poeta tedesco dell'epoca.
Ma tutto l'amore che mette nelle sue lettere verrà dimostrato dall'altra parte? Una ragazza ancora giovane, legata ai suoi sogni un po' infantili, e con un'esistenza scandita dalla noiosa e troppo tranquilla routine quotidiana. Figlia di un medico e amica di Kurt, un ragazzo anch'egli promettente e futuro 'dottorino', che le fa la corte e sembra non 'etichettarla' per il solo fatto di essere nata 'ebrea'.
Ogni capitolo è uno slancio nel presente e subito dopo si ritorna con un tuffo nel passato esaminando ogni stato d'animo o pensiero delle protagoniste, e posso dire che di essermi incantata dello stile usato per le lettere di Adela: una scrittura aulica e davvero molto pregiata, perfetta per rendere bene anche l'idea dell'atmosfera poetica del destinatario.
E Sonja, come mai è capitata proprio in quella casa sul fiume? All'inizio il lettore capirà che ha tante similitudini con quella di Adela, ma sarà la stessa identica abitazione?
Il tutto è reso davvero misterioso ed enigmatico da questa villetta affacciata su un giardino, dove un corso d'acqua vibra di incessante vita fra oblio e realtà.
L'autrice ha incoronato veri protagonisti anche la casa e il fiume stessi, ma cosa più importante porta il paragone filosofico di una reale esistenza sfiorando in modo eccellente il poetare di questo Grande Poeta dell'epoca, di cui Adela si è segretamente invaghita.
L'ha conosciuto una sera durante un incontro poetico,senza aver avuto il piacere di parlargli, ma lui risponde sempre brevemente alle sue lettere e spesso le ignora senza risponderle.
Ed ecco che questa domanda aleggia fino in fondo al libro: ''la bellezza salverà davvero il mondo?''
Quella bellezza che la stessa Adela possiede e Sonja anela ad avere, ma che per la prima avrà un qualcosa di funesto e triste da incidere sulla vita stessa.
Già, quella stessa bellezza che l'ha salvata, pur avendone pagato a caro prezzo la dignità per tutto il corso della sua esistenza.
Grandi temi profondi ed esistenziali per un romanzo che resterà certamente indimenticabile, quindi lo consiglio vivamente a chi adora le storie fra passato e presente con quel mistico silenzio denso di rimpianti e dubbi.