Narrativa italiana Romanzi Mesolino. Il pianto dei noccioli
 

Mesolino. Il pianto dei noccioli Mesolino. Il pianto dei noccioli

Mesolino. Il pianto dei noccioli

Letteratura italiana

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Un romanzo che, al pari dei suoi noccioli, affonda le radici in una terra al cui richiamo ancestrale non ci si può sottrarre, quella terra che ci accoglie nell’ultimo, indissolubile abbraccio. La terra che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.



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Mesolino. Il pianto dei noccioli 2013-12-03 08:06:24 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    03 Dicembre, 2013
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Gli anni cambiano le persone

Che mi interessino, e non poco, le storie ambientate in una piccola realtà è un dato di fatto, e infatti, fra le mie letture figurano romanzi come Fontamara, Cristo si è fermato a Eboli, La luna e i falò, senza contare tutti quelli scritti da Piero Chiara.
Amo, forse perché anch’io abito in un piccolo paese, le atmosfere locali, gli usi, le tradizioni, insomma tutto ciò che è così comune e al tempo stesso difforme, e che non è possibile trovare nell’anonima grande città.
Non è un caso quindi se questo romanzo ha destato in me da subito un particolare interesse, anche perché non conoscevo questa zona dell’Irpinia in cui svolge la vicenda..
A onor del vero, il romanzo è strutturato in modo strano, con una prima parte che sembra un memoriale, un succedersi di eventi riguardo a un personaggio (l’io narrante) che abbracciano un lasso di tempo abbastanza lungo, di circa una quarantina d’anni, ma poi, arrivati a quello che nelle intenzioni dell’autore rappresenta il presente, si trasforma in un giallo, in una indagine serrata per scoprire chi ha assassinato un amico di vecchia data del protagonista principale. Questa parte è la più lunga dell’opera e non si discosta dalle tipiche indagini dei polizieschi, tuttavia con una differenza: l’ambiente. Sì, perché in quei luoghi, se non c’è forse omertà, c’è sempre reticenza, soprattutto per un atavico timore nei confronti di uno stato che appare così lontano da quelle lande.
In tal modo le indagini procedono fra alti e bassi e ogni volta che si è convinti di trovare il colpevole, vengono alla luce altri filoni e altri possibili rei.
A un certo punto appare più che logico al lettore di conoscere finalmente la verità, ma Angelo Sirignano riserva un’ulteriore sorpresa, con un finale del tutto imprevedibile, ma che impreziosisce l’opera, e che a ben guardare e riflettere appare plausibile, anche se agli appassionati di polizieschi potrebbe risultare deludente; invece, osservate sotto l’aspetto letterario, le ultime pagine mi trovano d’accordo e consentono meglio di comprendere lo scopo per cui il libro è stato scritto.
Comunque, al fine di non ingenerare equivoci, preciso che non ci troviamo di fronte a un capolavoro o a un romanzo particolarmente bello, ma nella capacità di ricreare le atmosfere, di descrivere paesaggi e di tenere sempre desta l’attenzione, l’opera ha una sua dignità che ne rende consigliabile la lettura.

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