Marta nella corrente
Letteratura italiana
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Le pietre profumate per attraversare il torrente d
Un romanzo che si legge tutto d'un fiato, scritto benissimo in un ottimo italiano (Elena Rausa insegna Lettere in un Liceo scientifico in Brianza, dove vive). In esso il tema dominante, quello che accomuna Marta, bambina di sette anni che non vuole accettare la morte della madre, e si chiude in un mutismo ostinato, e la psicologa a cui il giudice l'affida, Emma Donati, è il SILENZIO: anche Emma, infatti, non riesce a parlare dell'esperienza vissuta ad Aushwitz, dove ha vissuto un trauma da cui dopo 50 anni (la storia si svolge nel 1982, l'anno dei mondiali di calcio in Spagna, vinti dall'Italia) e da cui non riesce a venirne fuori. Comprimari, ma non meno importanti, sono il marito di Emma, un medico, e il nonno di Marta, che non avendo più visto la propria figlia, la madre di Marta, da oltre 10 anni, non aveva conosciuto la nipote. Tutto il romanzo è attraversato da flash-back delle protagoniste, Emma ripensa a quando entrò nella Resistenza, in Val d'Aosta, e si rifugiò con Giuliana e due giovani in uno chalet di montagna, Marta ripensa all'infanzia vissuta in Liguria in una pensione a picco sul mare....
Il finale, a sorpresa, ma non tanto, vedrà le due protagoniste uscire dal silenzio, una grazie all'altra, ma...c'è di più: la figura di Emma si ispira ad una donna realmente esistita, Luciana Nissim Momigliano, come realmente esiste lo chalet in montagna... Basta così, se ho incuriosito qualcuno gli consiglio caldamente di leggersi il libro, che è uno dei più belli che abbia letto quest'anno!