Manola Manola

Manola

Letteratura italiana

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Ortensia, spettrale e nerovestita, e Anemone, raggiante e coloratissima: due gemelle talmente diverse da rappresentare gli opposti archetipi della femminilità. Introversione contro estroversione, profondità contro superficie, tanti problemi contro nessun problema. Ma con tutte le loro differenze, Ortensia e Anemone sono accomunate da un'esilarante capacità di raccontarsi, da una gustosissima rappresentazione-confessione della propria femminilità. E non solo. Si scoprirà che i ruoli si possono benissimo invertire: che la donna nera e la donna variopinta non sono due entità distinte, due estranee sorelle, ma le due facce della luna.



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Manola 2014-06-12 10:39:24 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    12 Giugno, 2014
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Mazzantini a briglie sciolte

Sconsiglio, innanzitutto, di affrontare questo romanzo se non si è ancora letto niente della Mazzantini: di sicuro non è qui che la scrittrice esprime il meglio di sé e - sebbene non sia del tutto da scartare - il libro dà l'impressione di essere materia grezza su cui lavorare di lima.
La prima parte è surreale e demenziale nella descrizione di una famiglia strampalata, in particolare di Anemone e Ortensia, due gemelle eterozigote, due facce della stessa medaglia.
Bella, formosa, boccolosa e senza un pensiero al mondo la prima, brutta, rinsecchita, pelosa e fobica la seconda. C'è poi un tacchino antropomorfizzato che fa un po' effetto cartoon e tutta una serie di personaggi secondari sopra le righe, compresa la psicanalista freudiana fuori di testa (la critica satirica ai metodi psicanalitici ispirati a Freud è abbastanza esplicita).
“Io adoro le chiacchiere, adoro il suono delle cose a vanvera, dei barattoli spinti da un piede, a caso”, rivela la gemella Anemone a Manola, maga silenziosa a cui entrambe le sorelle si rivolgono per avere consiglio.
E il libro all'inizio altro non è che un insieme logorroico di situazioni assurde e riflessioni, non esenti peraltro da luoghi comuni.
Si riprende nella seconda parte, con una buona dose di ironia tagliente che punta l'indice su certe fragilità femminili, come la tendenza a vedere un principe azzurro anche dietro un rospo, con annessi e connessi di sapore masochistico che la scrittrice riesce a riportare in maniera esilarante e talvolta anche brillante. Nei momenti migliori ricorda la Nothomb ma - ahimé - senza il dono della sintesi.
La scrittura è scoppiettante e variegata, con frasi articolate, volutamente ridondanti, ed espressioni gergali: “La casalinghitudine è così densa di emozioni. Ho appena lavato i boxeroni di Poldo, e nel bagno ho vissuto un momento inebriante”.
Forse questa è l'opera in cui in cui la Mazzantini rivela più senso dell'umorismo, ma la prolissità e l'esasperazione di certi contenuti smorzano l'efficacia del messaggio di fondo.
Piuttosto di bassa lega la trovata finale di un autobus pieno di neri che liberano l'ex racchia (perché i ruoli a un certo punto si rovesciano) della sua ingombrante verginità: “...ho sentito che quello che stava accadendo era l'archetipo di ogni desiderio femminile”. Mah.
Il destino dell'altra sorella - va da sé - non sarà altrettanto appagante: effetto delle arti magiche di Manola o incontro di due estremi inaspettatamente vicini?
Spetta al lettore capirlo, ammesso che abbia voglia di fare un tuffo nell'immaginazione a briglie sciolte della scrittrice.

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Daniel Pennac, Amélie Nothomb.
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Manola 2014-04-07 07:22:00 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    07 Aprile, 2014
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Manola di Magaret Mazzantini

Con Manola ho avuto a che fare con il terzo bel romanzo della Mazzantini. Molto diverso dagli altri due che ho letto, meno passionale e coinvolgente, ma grottesco, ironico, dissacrante e intelligente. Questo romanzo è la storia di due gemelle eterozigote totalmente diverse l’una dall’altra, Anemone e Ortensia: la luce e il buio, l’estroversa e l’introversa, la bella e la bestia, la gioiosa e la depressa. E’ interessante il parlare a due voci delle protagoniste, che si alternano a capitoli inversi, dando il loro punto di vista (spesso contrapposto) sulle cose della vita e sulle diverse esperienze che entrambe vivono. Ma può essere anche la storia di ognuno di noi, che racchiude in sé tutto e il contrario di tutto: le due gemelle potrebbero rappresentare il nostro lato oscuro e il nostro lato di luce, lo yin e lo yang, l’es e l’io, la materialità e la spiritualità. La Mazzantini mette in luce l’aspetto tragi-comico delle loro e delle nostre vite, con la sua solita ricchezza espressiva e con grande intelligenza e conoscenza dell’animo umano, descrivendo situazioni sopra le righe e paradossali (ma quante verità dietro a questi paradossi!) C’è un uso, da parte dell’autrice, della tecnica dello stream of consciousness, camuffato da dialogo delle due protagoniste femminili. Chi è Manola in tutto questo? All’inizio sembra che Manola sia una cartomante, a cui le gemelle si confidano, ma alle quali lei non risponde mai. Potrebbe anche essere uno specchio dentro il quale ognuno di noi si può riflettere, senza essere giudicato e al quale mostrarsi completamente nudo, indifeso e senza filtri. In ebraico il nome significa “Dio con noi”: potrebbe avere il significato di un confessore al quale rivolgersi, per trovare pace e tranquillità.
Fino alla fine l’autrice non ci permette di conoscere la sua identità, lasciando un incompiuto sul quale arrovellarci.
Ma mano che il romanzo procede, le due sorelle si scambiano i ruoli, trasformandosi ciascuna nell’altra: questo rappresenta la nostra evoluzione o la nostra involuzione?
Quel che è certo è che il loro cambiamento viene causato dall’interazione delle due con una terza persona, che modifica l’essenza di ciascuna di loro: Poldo, l’uomo che fa innamorare di sé entrambe. Anche se, anziché un principe azzurro, è descritto come un mostro: brutto, grasso e puzzolente. Ortensia, la gemella all’inizio più “buia” è una donna rinchiusa in sé stessa, fobica, dipendente dalla psicanalisi (a cui la Mazzantini rivolge un’aspra critica), molto attenta alla propria interiorità e poco al proprio aspetto fisico. Anemone, invece, è un personaggio ironico e sicuro di sé: bella, edonista e allegra, che però inizia una “discesa agli inferi” quando conosce Poldo e inizia ad annullarsi per lui, accettando la condizione di sottomissione e sfruttamento a cui il marito la sottopone e anche le sue percosse.
Mi sembra di notare, in tutto questo, la rappresentazione e la critica alla doppia natura della donna moderna: da una parte un grande bisogno di affermare sé stessa, la propria individualità e la necessità di emanciparsi dal maschio, dall’altra il desiderio di piacergli e di compiacerlo.
L’insegnamento che dovremmo trarre da questo romanzo è quello di cercare di essere noi stessi, sempre e comunque, senza permettere a niente e nessuno di cambiarci e senza permetterci di modificare i nostri atteggiamenti, per compiacere gli altri (sarebbe bello riuscirci!)
Come sempre, alla fine di ogni libro di Margaret Mazzantini, dopo aver riflettuto a lungo su quello mi voleva dire, penso di andare a ordinare il suo prossimo libro, da divorare in un paio di giorni.
Mi è capitato di leggere molti libri di donne che vanno alla ricerca di sé stesse, della propria vera natura, con la voglia di esplorare il proprio animo, scandagliarlo, per cercare di capire cosa vogliono veramente dalla vita, cercando di andare sempre più a fondo, fino a rischiare quasi di perdersi.
Non mi pare di ricordare un libro dove un uomo fa la stessa cosa, ma probabilmente mi sbaglio… Mi illuminate voi?!?

Le frasi o le espressioni che mi sono piaciute:
“Manola, le chiedo: esiste secondo lei un luogo che raccoglie tutto il pensiero smarrito dagli uomini?”;
“Io credo che ci siano miliardi di destini a disposizione per ognuno di noi”;
“E’ fantastico vivere, la gente non se ne rende conto”;
“Ortensia, la mia gemella, dice che non mi fermo mai per non guardare il vuoto dentro di me”;
“Io bastavo a me stessa. Avevo solo bisogno di un nido dove rintanarmi per coltivare la mia abbagliante interiorità”;
“Ogni bambino somiglia già al proprio destino”;
“La cultura è coraggio”;
“Mia sorella ha una visione mostruosamente materialista delle cose: è convinta che ogni vuoto si possa riempire”;
“Io adoro gli uomini un po’ avanti negli anni…per loro la fica è ancora un oggetto della misericordia, e non smettono mai di ringraziarti”;
“Oggi purtroppo l’unico imperativo è godere, ma io non ci riesco, sono troppo intelligente. Lascio godere i cretini”;
“Sono le imperfezioni che ci caratterizzano. Io sono sempre stata intensamente caratterizzata”;
“Io ho metodo, costanza anche nel piacere: so corteggiarlo, aspettarlo, centellinarlo, assecondarlo, fino a farlo penetrare in ogni cellula del mio organismo… I buongustai sono rimasti in pochi. Si va troppo in fretta, la fruizione dei piaceri è rapida, compulsiva e in definitiva triste. Se il dolore necessita del suo tempo, il piacere ne richiede almeno il doppio”;
“La donna concava, Manola, partecipa intensamente al piacere dell’uomo. La donna convessa invece, esige molto senza dare nulla in cambio”.

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Manola 2011-05-23 06:25:52 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    23 Mag, 2011
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I colori dell'anima

Leggendo questo romanzo della Mazzantini, ci si ritrova spettatori di una rappresentazione stravagante e vivace delle mille sfaccettature del mondo femminile.
Due gemelle, nettamente in antitesi tra loro, si raccontano in due lunghi monologhi di fronte a Manola, figura silente lungo l'intero excursus narrativo.
E' un romanzo innovativo ed inebriante per il contenuto e lo stile, distaccandosi dalla restante produzione della scrittrice.
La peculiarità dell'intreccio narrativo sta nella creazione di un'amalgama originale tra realtà e fantasia; ossia partendo da problematiche femminili tangibili e concrete, colte con estrema lucidità e profondità, si giunge a contestualizzarle in situazioni surreali, che fungono da cassa di risonanza delle stesse e inevitabilmente catturano il lettore, quasi destabilizzandolo. Ne scaturisce un viaggio delizioso che attraversa l'esistenza di due donne caratterialmente distanti e afflitte da problemi di diversa natura, ma entrambe protese in una affannata ricerca di appagamento, di tranquillità, di affetto, di comprensione, di una propria dimensione nel mondo, tanto da sfociare in uno scambio dei ruoli, a dimostrazione che un'anima nera ed una colorata, possono convivere nella stessa persona, pronte ad invertirsi nel corso della vita e col mutare degli eventi.
Estremamente suggestivo e fuori dai soliti schemi, è il conio di un linguaggio che utilizza una gran varietà di termini gergali, onomatopeici e perfino creati ex novo dall' autrice, esaltando così i contenuti del racconto e infondendo tocchi di colore tra le righe.
La storia di Anemone e Ortensia, seppur raccontata con leggiadria, rimane un ritratto veritiero e doloroso delle molteplici angosce che possono affliggere le donne, costringendole a lunghi percorsi di sofferenza, la maggior parte delle volte sole e incomprese.
Impossibile non ritrovare anche in questo romanzo la potenza narrativa che appartiene alla Mazzantini, col suo tratto inconfondibile, profondamente umano, indagatore dell'anima e capace di trasportare il lettore all'interno della storia.
Una lettura frizzante, pungente, in grado di raccontare verità amare suppure mediante l'utilizzo di una fervida immaginazione.

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Manola 2010-10-20 13:06:36 gio gio 2
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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    20 Ottobre, 2010
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le due facce della stessa luna e dello stesso sole

Ortensia e Anemone,due gemelle "diverse",rappresentano i due poli opposti della personalità femminile in una storia visionaria ed estrema scaturita dalla fantasia e dalla creatività dell'autrice.Ortensia,cupa,depressa,anoressica, ma estremamente profonda ed esasperataemte introspettiva,sempre di nero vestita rappresenta l'asessualità mentre Anemone,l'esatto opposto raggiante,solare spensierata,passionale, e coloratissima in ogni accessiorio e indumento che sceglie,vivendo di cose effimere e superficiali, rappresenta la classica donna-bomba-sexy...un esplosione ormonale!Le due antitesi delll'univesro femminile:luce e ombra,sole e luna.Durante le esileranti vicende narrate,le due protagniste si recheranno,ognuna per conto proprio, e all'insaputa dell'altra dalla misteriosa Manola,e li, si ritroveranno a raccontarsi in un monologo dove l'intelocutrice non prendera' mai voce.A seguito di questo le esistenze delle sue sorelle si capolgeranno,Ortensia depressa e solitaria diverra' felice,capolgera' la sua personalia' e Anemone subira' invece l'infelicita' di cui ha sempre soffertao la sorella.Margaret Mazzantini ci mostra in questo simpatico e fantasioso romanzo,come la figura della donna colorata e della donna "nera" possano appartenere alla stessa entita',che entrambe non sono che le due facce della stessa medaglia...Un divertente e ironico dipinto sull'interpretazione dell'animo e dell'aspetto femminile nella societa' dei nostri giorni...e Manola???chi puo' essere???

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