Malùra
Letteratura italiana
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un uomo "maledetto"
Carlo Loforti dopo un ottimo esordio con Appalermo! Appalermo! Riprende la storia del giornalista Mimmo Calò in Malura. Il racconto del tentativo di costruirsi una vita differente, un
“romanzo sulle fratture insanabili e sul desiderio di lealtà.”
Mimmo Calò dice:
“E’ il centoventisettesimo giorno che nessuno prova ad abusare sessualmente di me, ed è con questo record che mi appresto a lasciare il carcere.”.
Con queste parole il giornalista esce dal carcere con l’obiettivo di attuare un reinserimento all’interno di una società, che si rivela subito ostico e difficile. Non più un lavoro, la moglie lo ha lasciato, ha una figlia di cinque anni, che non l’ha mai conosciuto di persona, che si esprime come “una femme fatale”, il cui unico suo obiettivo è di vendicarsi di lui. Ma lui è mutato nell’intimo, è un uomo solo e malinconico, con terribili vuoti intimi. Mantiene intatto soltanto il suo linguaggio gnomico-scatologico e la sua personale ed estrosa filosofia di vita. Addosso a lui calano un accumulo enorme di problemi, che affronta a modo suo. Quindi per esempio se ti rubano la macchina non serve a nulla denunciare ai Carabinieri, basta recarsi nel quartiere giusto, spargere la voce e rivolgersi all’uomo giusto. Problema risolto.
Una narrazione frizzante, ambientata tra la Sicilia e anche un po’ di Calabria. Ma anche un libro crudo e sguaiato, vorace nell’intimo e nelle sue caratterizzazioni. Il ritratto variegato di un caleidoscopio umano che non può che affascinare ed intrigare. Un viaggio, una filosofia di vita per cui:
“La vita comincia quando rinunciamo a qualcosa, scoprendo che falliremo. Rincorrere è inutile, studiare soluzioni è inutile, disperarsi è ancora più inutile.”