Le sorelle soffici
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 4
Una ragazzina picchiatella
Libro un pò strano, decisamente estroso e spiazzante. Protagonista è Veronica, una ragazza molto speciale, che parla con scrittori defunti, vede persone trasformarsi in animali, vive in un mondo al confine tra il terreno e l'ultraterreno. Tra il mondo dei vivi e quello dei morti c'è un telo morbido come la panna del latte. A volte i desideri lo strappano. Veronica lo strappa. E vive di fantasie, che sono una forma di resistenza tutta sua per sopravvivere; le sue fantasie la risucchiano però, senza possibilità di ritorno. Il libro racconta una storia assurda, sottoforma di pagine di diario. Non l'ho apprezzato per nulla, non vedevo l'ora di finirlo, sperando di capire e comunque, anche alla fine, non ho capito.
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Incantatore
Romanzo intenso, poetico e al tempo stesso crudo. Onirico e perfettamente calato nella realtà contemporanea, di cui ci mostra uno spaccato attraverso la penna e gli occhi di Veronica: personaggio singolare, affascinante, dalle mille sfaccettature e tuttavia così semplice nel suo modo di concepire il mondo: originale e accattivante, che a volte non può non strappare un sorriso, pur nella descrizione di esperienze dure, tra una carrellata di personaggi spesso squallidi e meschini. Umani nelle molteplici sfumature non sempre ben definite. Una visione che seppur distorta e sfumata dalla particolare percezione di Veronica non è difficile da reinterpretare. Non è difficile riconoscere la vera Veronica e un frangente di società desolante tra colori baluginanti e fatti stravaganti che contraddistinguono la sua visione del mondo, dove nulla è mai come appare, eppure capace di cogliere quelle sfumature che alla maggior parte della gente sfuggono. Innocenza e fantasia, sono le lenti di cui la protagonista si serve. Ciò che difende con tutta se stessa.
Veronica Soffici è un personaggio tangibile e credibile, come tutti gli altri, altrettanto ben tratteggiati: la nonna-tata, Olga, “Il Ratto” Anton, e Cecilia, in un qual modo specchio delle paure e dei desideri di Veronica stessa, che è forse uno di quegli ingranaggi che si muove per primo verso l’inevitabile cambiamento cui la protagonista resiste strenuamente. Perché il cambiamento che le è concesso da chi la circonda non ha come fine la sua felicità, al contrario è una normalizzazione che porterebbe a una maggiore costrizione della sua personalità.
La genialità e la bellezza del romanzo hanno radici proprio nel modo visionario di narrare la storia, ben equilibrato e unito all’uso del diario come strumento narrativo, che contribuisce a creare tensione e invogliare alla lettura, che scorre senza interruzioni dall’inizio alla fine. Lo stile è veloce, conciso e incisivo, grazie a un uso efficace delle parole e d’immagini originali ed evocative che s’imprimono facilmente nella mente, e nel cuore, del lettore.
La trama è ben congegnata e la storia si evolve in modo efficace senza sbavature e interruzioni. Anche in questo caso è il particolare punto di vista a creare momenti di suspense, che non lesina colpi di scena che contribuiscono a rendere la storia di per sé semplice per nulla banale. Fino a un finale che lascia l’amaro in bocca, ma che è coerente e molto credibile.
È facile condividere il mondo così diverso delle sorelle Soffici e restarne risucchiati. Il libro, infatti, si legge in soffio, ed è forse l’unica pecca. Non sorprende che sia stato finalista al Premio Calvino 2011.
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Uno zibaldone in poche pagine...
Chi l'avrebbe detto che dietro a questa deliziosa copertina si sarebbe nascosto un piccolo gioiello con aculei appuntiti, o meglio ancora una mela farcita di tanti chiodi di garofano, un esilarante corrispondenza con John William Polidori, una fetta di tangentopoli e una fetta di pane e marmellata. Un viaggio onirico nei meandri della follia, ma quella semplice, quella che vede solo la vita e la morte con gli occhi dell'innocente Veronica che coniuga il mondo catatonico della schizofrenia in fantasia come difesa verso gli adulti complicati e poco avvezzi all'amore, in compagnia della sorella Cecilia, del circo proveniente dall'Ungheria, di un gatto che incarna la nonna Egle e di un fuoco che forse non arderà mai.
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Una completa scissione dal mondo
"Le sorelle Soffici" è una favola contemporanea, un viaggio surreale nella fantasiosa mente di Veronica Soffici, protagonista e voce narrante del romanzo. Attraverso un diario scritto da lei il lettore imparerà a calarsi nella realtà quotidiana di questa ragazza di diciassette anni. Veronica Soffici è figlia di un ricco industriale che negli anni ha fatto fortuna con la produzione di marmellate. Ma i tempi sono cambiati, la concorrenza è diventata spietata, il padre ha contratto diversi debiti, e il ricco patrimonio della famiglia Soffici fa gola a molte persone, che vorrebbero appropriarsene e adibire i vasti terreni ad altri utilizzi, assai più remunerativi. Veronica è considerata da tutti come una ritardata, un'eterna bambina che non è in grado di capire e davanti a lei sfilano loschi personaggi mostrando la loro perfida natura e cercando di alimentare i propri interessi intessendo una rete di affari sporchi, maneggi, ricatti e corruzioni. Veronica segue tutto con occhio vigile, ma stravolgendo la realtà con visioni assurde ed allucinanti. Perché lei vive nel suo mondo fatto di fantasia, parla con i libri, vede angeli e scambia corrispondenza con gli autori deceduti dei suoi libri preferiti. Per fortuna che nella sua vita c'è Cecilia, sua sorella, l'unica persona all'interno della grande villa con la quale può parlare. Ma anche lei non è una ragazza normale, anzi, è ancora più vulnerabile di Veronica, perché non riesce a percepire il pericolo e Veronica deve prendersi cura di lei, lo sente come l'unico scopo della sua vita. E alla morte del padre le due sorelle sono in grave pericolo, perché uniche eredi della fortuna di famiglia. Veronica sa che non possono fidarsi di nessuno, perché tutti vogliono fare loro del male, ma al tempo stesso sa anche che non sono in grado di sopravvivere senza l'aiuto di qualcuno. Ciò nonostante continuerà ad opporre resistenza e a tentare di farcela con tutte le sue forze.
La lettura di questo libro è stata piacevole, dinamica e scorrevole. Mi sono ritrovata a prendere il libro in mano alle 18 e, con qualche piccola pausa, l'ho terminato alle 23,30 della stessa giornata. Sono stata conquistata dallo stile di scrittura poetico e fantasioso dell'autore, e mi sono lasciata trasportare completamente in questo mondo di visioni ad occhi aperti e drammatiche verità, dove non si riesce mai a distinguere la linea di demarcazione tra ciò che è concreto e ciò che rappresenta solo una deformazione del reale. E' stato come fluttuare in un universo a me sconosciuto ma capace di donarmi una forte attrattiva. Una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, che, al contrario del famoso romanzo di Lewis Carroll, non è basato interamente sul sogno, ma rimane in parte ancorato alle drammatiche vicende di una famiglia vuota e triste. Durante la lettura non mancano anche piccole rivelazioni e colpi di scena, con un finale bellissimo, forse l'unico adatto, molto incisivo, tagliente come un rasoio e dal fastidioso sapore di chiodi di garofano. Mi sarebbe piaciuto perdermi nelle pagine ancora un po' e vivere a fianco di Veronica nel suo mondo dissociato e unico.