Le notti blu Le notti blu

Le notti blu

Letteratura italiana

Editore


Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina. Un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente. Larissa e Michele sono sposati da oltre trent'anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità. "Le notti blu" racconta, come una sorta di lastra a raggi X, il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. E una notizia dall'Italia a rompere l'equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito.



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Le notti blu 2019-06-27 14:23:38 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    27 Giugno, 2019
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Notti insonni e latte caldo...



Un meraviglioso romanzo sulla perdita...o meglio su quello che arriva dopo, su come procedere "nonostante", sulla possibilità di andare avanti.
Su quanto possa essere diverso il modo di affrontarla, da parte di chi rimane, e su quanto possa essere importante trovare un appiglio per non affondare, per non annegare nelle domande senza risposta, soprattutto quando la persona amata (e perduta), che credevi di conoscere benissimo, ha coscientemente scelto di porre fine alla propria vita.
Così, all'improvviso.

Mirko.
Bambino difficile e studente brillante.
Mirko e le notti insonni con suo padre e il latte caldo.
Mirko e la natura, Mirko e l'amore per la montagna.
Mirko e Caterina.
Mirko e quella maledetta ultima notte di Capodanno.
Preparativi in corso per un cenone che non c'è mai stato...
Non sarà però Mirko il fulcro di questo romanzo, ma i suoi frammenti, ciò che lui ha lasciato dietro di sé, intorno a sé...dentro le persone che lo hanno amato.

“Le notti blu.
Questo gli ha lasciato, suo figlio.
Notti insonni in cui farsi del latte caldo che non può nemmeno bere.
Le notti blu.
È un bel modo di chiamarle, dopotutto.”

Michele e Larissa, padre e madre che si trascinano da cinque anni, uniti, dentro un dolore che non dovrebbe esistere, che non si può reggere, e che, se non uccide, lascia per sempre dentro una quotidianità dai contorni sfocati, dove è impossibile trovare pace.
Il dolore della perdita di un figlio non si allevia con il tempo, ma si moltiplica.

 “Mirko Mirko Mirko Mirko. Non c’è modo di svuotarlo, questo nome. Farlo diventare un suono che assordi meno, un peso che si sollevi un po’, per un momento.”

Cosa fare, allora, di fronte alla possibilità di una luce che filtra, di fronte alla vita che irrompe inaspettata?
C'è chi non può fare a meno di capire, conoscere, scoprire, cercare in quella scia luminosa le risposte mai arrivate, cercare sotto altre forme, per altre vie, parte di quell'amore perduto.
Ed emozionarsi ancora.
E poi c'è chi si chiude, non vuole vedere, non vuole sentire, non vuole credere, non accetta la possibilità che le persone amate siano diverse da come hanno sempre immaginato.
Per paura di soffrire ancora. E ancora.

Una scrittura bellissima, asciutta, secca, bruciante...come ciò che racconta.
Un libro che fa male, ma che si apre al domani, al futuro, all'amore che vive e che sopravvive.
Sempre.




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Le notti blu 2017-06-11 08:14:06 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    11 Giugno, 2017
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Il mistero dinamico dei rapporti umani

Chiara Marchelli pubblica con la casa editrice Giulio Perrone il libro Le notti blu.
Sono lunghe ed insonni le notti del piccolo Mirko, che le chiamava notti blu, interrotte solo dal bicchiere di latte caldo, che il padre gli donava. Ora il tempo è trascorso, Mirko è un adulto problematico, ha sposato Caterina, ma cinque anni prima dell’inizio della storia che il romanzo di Chiara Marchelli racconta, Mirko si è suicidato la notte di Capodanno, apparentemente senza una ragione. I protagonisti del romanzo sono i genitori di Mirko, Larissa e Michele, che vivono a Manhattan dove lui è professore alla Columbia University di Teoria dei giochi, tra le quali è cresciuto il loro unico figlio, promettente scienziato, che però, aveva deciso imprevedibilmente di tornare a Genova, città di origine della famiglia, dove si era sposato. Michele e Larissa sono una coppia legata ai loro rituali, alle loro piccole, intense e radicate, abitudini, pochi amici, molte letture e tante passeggiate silenziose. Dopo la morte del figlio la loro vita diventa opaca, segnata dal dolore, Michele si ferma a bere nel bar di Francisco, scambia qualche idea con l’amico di Brian, continua a pronunciare dentro di sé ossessivamente il nome del figlio; mentre Larissa è esile, silenziosa, appartata, infelice.
Questo precario equilibrio emotivo è rotto da una telefonata della nuora, ha trovato una lettera, nella quale un avvocato parla di una richiesta di riconoscimento di paternità da parte di una donna, che si dice madre di un bambino di otto anni, il cui padre sarebbe Mirko, anche se manca la prova. Michele vuole sapere ogni particolare su questa vicenda sconosciuta, mentre Caterina e Larissa reagiscono in altro modo, anzi Caterina si sente tradita e non accetta più il suo ruolo di moglie di Mirko. La reazione peggiore sarà di Larissa, che non può accettare che Mirko abbia taciuto proprio a lei, la madre, il suo ruolo di padre mancato. La narrazione procede in mezzo a molti dubbi, alle incertezze su come affermare una tale situazione emotiva, alla diversità di sentimenti e sensazioni che suscita all’interno del vissuto dei tanti protagonisti.
Una scrittura dura e tagliente per un argomento duro come quello della perdita di un figlio. Una indagine attenta sulle psicologie dei personaggi. Una geografia del dolore. Questo romanzo è una fotografia della emotività e della resistenza al dolore nella quale ci si sente trascinate con sofferenza, ma anche con qualche speranza per la sopravvivenza. Candidato al Premio Strega 2017, un romanzo particolare che riflette sui grandi temi con profondità e particolare sensibilità.

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Consigliato a chi ha letto Michela Marzano, L'amore che mi resta.
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