Le nostre vite
Letteratura italiana
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Una vita spezzata
Stefano Sartor vive a Parigi, insegna filosofia alla Sorbona. Nel suo ultimo saggio, bestseller internazionale, racconta il suo passato, una vita spezzata a metà da un incidente, dove Stefano perde tutta la memoria della prima parte della sua vita: infanzia, adolescenza, tutto perso nel buio della mente.
Con una storia nella storia, il romanzo porta avanti l'incontro di due adolescenti, Nina e Lupo, quegli amori che nascono sulle onde di un 'estate e che rimangono nei cuori di chi li ha vissuti.
Ma il destino gioca sempre un ruolo importante nelle nostre vite, e proprio quando non ce lo aspettiamo il passato torna a presentarci il conto e rimette tutto a posto come per magia.
E' proprio questa la parola chiave dei romanzi di Francesco Carofiglio, la magia ,e non quella occulta, ma quella che lui crea con le sue parole e con le su atmosfere, sempre misteriose, ma comunque romantiche e nostalgiche. Nelle sue pagine assaporiamo la nostalgia di un tempo che non c'è più, quello dell'innocenza perduta; quel momento preciso in cui di colpo, qualcosa accade che cambia il corso degli eventi e delle vite dei protagonisti di questo bellissimo romanzo. Tutto funziona perfettamente nei libri di F. Carofiglio, la storia, i personaggi e soprattutto le atmosfere, che coinvolgono il lettore e lo assorbono nel suo mondo , allontanandolo piacevolmente dalla realtà.
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DUE VITE E UN DESTINO
Stefano Sartor è uno scrittore e filosofo italiano che vive ed insegna a Parigi . Ha appena pubblicato un libro autobiografico sull'esperienza che lo ha toccato all'età di diciannove anni. In un pomeriggio, infatti, a seguito di un'esplosione da cui lui stesso esce pesantemente ferito e senza ricordi, perde tutta la sua famiglia. A prendersi cura di lui è il nonno Zeno che da Roma lo porta a vivere nella sua masseria in Puglia. Durante un'intervista per la presentazione del suo libro, conosce Anna Castiglioni, una fotografa con cui comincia una relazione via via sempre più appassionata. Sarà proprio questo incontro a smuovere la sua normalità fatta di incontri di psicoterapia, nel tentativo di ricostruire la sua vita prima dei diciannove anni.
L'altro filo conduttore di questo romanzo è Nina, una sedicenne in vacanza con la madre ad Ostuni . Una sera, durante un falò sulla spiaggia, conosce e s'innamora di Lupo, un ragazzo di cui ben presto perderà fiducia e tracce.
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"Siamo quello che siamo, ma più spesso siamo quello che non sappiamo di essere".
Mi è piaciuto molto questo romanzo, mi è piaciuta l'imprevedibilita' dei rapporti che nascono, si perdono e si riconvergono sanando ferite profonde.
Conoscere il proprio passato è fondamentale per affrontare il futuro.
Mi è piaciuto lo stile diretto e le descrizioni dei personaggi, dei paesaggi e mi sono calata nelle loro vite senza troppa immaginazione.
Un ottimo spunto per riflessioni personali.
Da leggere assolutamente!
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Vite
Con “Le nostre vite” Francesco Carofiglio dona ai suoi lettori un titolo che ha le capacità di far riflettere sulla vita e su tutti quegli aspetti che veicolano e moderano questa con quei ricordi e quei fatti che ne hanno regolato lo scorrere.
E sono proprio due le vite narrate. Due vite parallele ma anche capaci di andare contro a quella improcrastinabile regola matematica che prevede il loro non incontrarsi mai. C’è Anna, detta Nina, con la sua vita di giovane sedicenne e che si trova in vacanza a Martina Franca con la madre. È qui che incontra Lupo, un ragazzo che la corteggerà e che nel suo riuscire ad attrarla riuscirà anche a strapparle “il fiore proibito”. Ma che fare se una volta tornati alla realtà la consapevolezza di una gravidanza sopraggiunge? Cosa fare con quei rimpianti dettati da una scelta e aggravati da tante lettere scritte e a cui mai è seguita risposta?
Segue poi la vita di Stefano Sartor che non ha memoria del suo passato più remoto. Un incidente ne ha dettato questi vuoti e queste lacune che anche a distanza di anni non possono essere colmati. Adesso è docente di filosofia ma ha fatto propria anche la penna con libri scritti che lo hanno accompagnato in quelle oscurità. Al contempo ama quella Puglia dove il nonno Zeno è ad attenderlo.
Passano gli anni e casualmente a Firenze si incontrano Stefano e la ormai fotografa Anna. Ed è qui che entra in gioco un’amicizia che poi si trasforma in un sentimento diverso, più forte e intenso. Un sentimento che li riporterà a vivere quegli anni del passato e anche quella estate dove Lupo affascinò la protagonista. Tanti i fattori che subentrano e che portano Anna a dover fronteggiare una perdita e Stefano a convivere con una perdita già sopraggiunta e un legame atavico con la Puglia delle origini.
Ed è su questo gioco di rimpianti, rimorsi, ricordi e memoria che si snoda “Le nostre vite” di Francesco Carofiglio. Uno scritto che ci catapulta in un caleidoscopio di emozioni e che ci porta a riflettere sul nostro personale percorso di vivere. Perché talvolta le ferite del nostro passato ci impediscono di vivere il nostro presente. Perché talvolta i vuoti e i buchi del nostro passato possono tradursi in un senso di incompletezza, in una sensazione di qualcosa che sfugge per un tempo che è stato e che forse non sarà più.
Il tutto è avvalorato da uno stile evocativo, pungente, vivido. Le immagini sono dipinte nella mente, i personaggi conquistano e coinvolgono, le parole scorrono e con essere scorre la letteratura anche classica. Un libro da leggere e da gustare.
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Due vite lacerate da rimpianti e ricordi
Francesco Carofiglio, fratello del ben noto Gianrico, ex magistrato e scrittore, ha svolto più attività, da architetto, regista, scenografo, illustratore e, non certo ultima, da scrittore. Numerosi sono i suoi romanzi, tra i quali spicca quest’ultima fatica, “Le nostre vite”, un’opera che fa riflettere sulle vicissitudini che possono segnare una vita, la nostra vita non di rado inasprita o addolcita da ricordi e rimpianti.
Sono due le vite narrate, che si dipanano parallele e che avranno alla fine un accostamento inaspettato. C’è la vita di Anna, detta Nina, ragazzina sedicenne, in vacanza a Martina Franca con la mamma: durante una festa sulla spiaggia con gli amici, incontra un giovane, Lupo, ne è irresistibilmente attratta e, pur timida e riservata, cede alla sua corte. Al ritorno in città, si accorgerà di essere incinta, scriverà lettere appassionate a Lupo, senza risposta. La sua vita sarà segnata per sempre da rimorsi e solitudine. E poi c’è l’altra vita, quella di Stefano Sartor. Ha perso completamente la memoria della sua gioventù, dopo che un grave incidente gli ha annientato la famiglia, causandogli gravi traumi di cui porta ancora le cicatrici. E’ ora, a distanza di anni, professore di filosofia a Parigi, stimato e famoso, autore di un bestseller sulla sua vita, ma ama tornare qualche volta in Puglia, dove è stato amorevolmente allevato da suo nonno Zeno, autodidatta e coltissimo, padrone di una grande azienda agricola. Confida le sue ansie, le sue esperienze ed i suoi sogni, riportati fedelmente nel romanzo, ad una psicoterapeuta, Barbara, che lo aiuta nel tentativo di rientrare in possesso di quella parte di vita spezzata e dimenticata. Ma la vita offre sorprese inimmaginabili: Stefano incontra casualmente a Firenze Anna, che è diventata una celebre fotografa, nasce una forte amicizia che, dopo un successivo incontro a Parigi, si tramuta in una relazione appassionata. In seguito Anna crede di scorgere negli occhi di Stefano lo stesso sguardo di Lupo, ma non è così: Stefano rivela di essere stato un altro frequentatore di quella spiaggia, segretamente innamorato di Anna.
La mamma di Anna sta morendo, la voglia di rivedere Stefano è lacerante, ma Stefano desidera tornare alle origini, alla sua Puglia, a quella terra che l’amatissimo nonno Zeno, che ormai non c’è più, gli ha lasciato.
Due vite perse, lacerate. Anna, una professione appagante ma l’animo inquieto per un amore appassionato, quello per Stefano, di breve durata e forse perduto per sempre. Stefano, una gioventù smarrita per sempre, un’identità cercata disperatamente, ravvivata da lampi di ricordi che svaniscono nei sogni di notti tormentate.
Ecco, due vite che sopravvivono con ricordi e rimpianti. Per Anna il ricordo di un tenero grande amore, vissuto con l’intento di dimenticare il trauma di una giovinezza segnata da un’esperienza traumatica e incancellabile e, nel contempo, il rimpianto per una vita sfuggita nell’attesa di una improbabile felicità. Per Stefano, i ricordi mancati di una gioventù drammaticamente perduta ed il rimpianto per quello che la vita, travagliata e senza approdi dopo la perdita dei genitori e della memoria, avrebbe potuto dargli. Per Anna e Stefano, però, l’autore sembra aprire uno spiraglio di speranza, l’unica fiammella in fondo al tunnel: per Anna la speranza di rivedere Stefano, non si sa come e quando, per Stefano la concreta speranza di ritrovare nella masseria del nonno la pace e la serenità perdute.
Lo stile di Carofiglio è potente, perfetto nella descrizione dei tormenti e delle ansie di due anime alla ricerca di sé stesse. Il lettore si immedesima nelle loro vicende, le rivive con partecipazione e commozione. A proposito di commozione, non si può non immedesimarsi in Stefano quando, entrato di notte in un parco, si trova a tu per tu con un orango, separati solo dalle sbarre di una gabbia: nel buio e nel silenzio, i due si guardano, si sfiorano i polpastrelli, Stefano imita i movimenti delle labbra ed i suoni gutturali dell’animale. Sembrano comunicare, capirsi, e Stefano non riesce a trattenere le lacrime: un attimo, a mio giudizio, sublime, in cui si compendiano due vite, anzi quasi si materializza l’Essenza della vita stessa.
Non mancano, nel romanzo, inportanti riferimenti letterari. Soprattutto Platone, con il famoso “mito della caverna”: lo schiavo incatenato ritiene che le ombre proiettate sulla parete davanti a lui siano soggetti reali, quando in realtà sono illusioni. E ancora Platone, quando afferma che l’anima immortale, che tutto ha visto e sa, ricorda quello che già sapeva: quindi il cercare e l’imparare non sono altro che ricordare.
Da leggere e rileggere: ogni volta si scoprono nuovi aspetti non solo delle vite di Anna e Stefano, ma anche della nostra.